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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Musacchio: “Emilia-Romagna è terra di mafie”

di Lucia De SanctisIntervista a Vincenzo Musacchio, criminologo forense, giurista, docente di strategie di lotta alla criminalità organizzata transnazionale e associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). Ricercatore indipendente e membro dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BolognaToday

Secondo il criminologo a Bologna c’è forte penetrazione della ‘ndrangheta. “Il capoluogo regionale è al terzo posto per interdittive emesse dopo Napoli e Catanzaro”. “Una crescita del 120 per cento che deve far riflettere e deve preoccupare”. “C’è assolutamente bisogno di risvegliare il tessuto sociale e le coscienze di tutti per far fronte ad una situazione del genere”. “Grazie all’impegno di magistratura e forze dell’ordine abbiamo reso inoffensiva la mafia stragista, ma purtroppo dobbiamo ancora attrezzarci per vincere quella “mercatistica” che si insinua e si inserisce in ogni in ogni realtà economica del nostro territorio nazionale”. Musacchio ha affermato che a Bologna per tanto tempo si è pensato che la mafia fosse un fenomeno marginale o addirittura inesistente che riguardasse soltanto il meridione. “L’Emilia-Romagna, invece, è diventata una realtà territoriale in cui le mafie, la ‘ndrangheta in modo particolare, si sono infiltrate in maniera consistente nella politica e nell’economia”. “Credo si possa parlare di vero e proprio radicamento, per cui, i cittadini hanno bisogno di unirsi e reagire per riaffermare il primato della legalità”. “La tipologia di “reati spia” ormai è quasi esclusivamente di natura economica (usura, riciclaggio operazioni finanziarie)”. “Crescono vertiginosamente anche i delitti dei colletti bianchi, spia di una forte contiguità tra professionisti e criminalità organizzata”. A confermare il dato, il processo Aemilia alle cosche calabresi che ha cristallizzato l’esistenza di una vera struttura mafiosa radicata in Emilia-Romagna. “Nel territorio di Bologna e in tutto il resto della regione, occorrerà un nuovo risorgimento morale e sociale che sono certo che gli abitanti del territorio saranno in grado di realizzare”.

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