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Mobilità

Città 30, i promotori: "Tempo due anni e i bolognesi se ne innamoreranno"

Gli attivisti di Bologna30, tra i primi a sostenere il progetto, ora chiedono al Comune “calma e sangue freddo" per non farsi "trascinare nel gorgo delle polemiche di chi non vuole cambiare nulla"

“Se per paura della novità e pregiudizi Bologna si negasse il diritto di entrare nel futuro della mobilità e dello spazio pubblico, tra l'altro prima grande città in Italia, sarebbe ricacciata indietro nel proprio sviluppo di decenni”. Tra i primi due anni fa a proporre l’idea di una città a 30 km/h, ora si dicono “felici che si parta davvero”. Sono gli attivisti di Bologna30, la sigla che raggruppa diverse realtà cittadine, tra associazioni delle due ruote, ambientaliste, comitati cittadini e altro ancora.

"Inizio di un cambiamento epocale per la città"

E adesso che il progetto ha preso il via sabato 1 luglio, chiedono al sindaco Matteo Lepore e alla sua Giunta di realizzarlo “al meglio, senza passi indietro, con una comunicazione forte e tanti interventi anche piccoli sulle strade”. Perché è “fondamentale”, spiega Bologna30, che “nei prossimi mesi i cittadini possano farsi un’idea corretta di questo progetto e vedere concretamente i miglioramenti di sicurezza stradale e qualità degli spazi pubblici che porta per tutti”. Insomma, l’avvio di questi giorni “è solo l’inizio di un lungo percorso di trasformazione epocale della città, che richiederà tempo e impegno, da parte dell'amministrazione e dei cittadini”, e quindi “pensare di giudicarlo nei primi mesi o addirittura giorni, non ha alcun senso”.

"Ora comunicazione e interventi diffusi"

Perché gli attivisti sono assolutamente convinti che “in capo a un paio d’anni - ne siamo certi - anche i bolognesi si innamoreranno di #Bologna30”. Servirà, dicono, “calma e sangue freddo dal parte del Comune per non farsi trascinare nel gorgo delle polemiche di chi non vuole cambiare nulla e non fa niente per informarsi”, e poi sarà necessario “investire tanto nella comunicazione e realizzare subito una serie di interventi anche piccoli e diffusi, come dossi rallentatori e marciapiedi più larghi, che facciano toccare con mano ai cittadini, nella strada sotto casa, cosa significhi davvero Città 30, ben oltre il limite di velocità”.

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