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Classifica sulla qualità della vita, Lepore: “Soddisfatto. Ma servono le riforme”

Il sindaco ha ritirato il premio per il secondo posto nella classifica elaborata da Il Sole 24 Ore. Presenti – in video – anche Belinelli e Zuppi. L’arcivescovo: “La forza di Bologna è la solidarietà” 

Come ogni anno, la classifica sulla qualità di vita nelle diverse province italiane de Il Sole 24 Ore fa parlare di sé. Per il primo anno, il quotidiano milanese ha pensato di rendere itinerante la cerimonia di premiazione del dossier partendo dalla città vincitrice dell’anno precedente, in una simbolica staffetta che vede Bologna cedere il primato a Udine, prima nella classifica nel 2023. La cerimonia si è tenuta nella Sala Biagi in Salaborsa, visto che proprio Bologna aveva ‘vinto’ l’edizione del 2022.

Il commento di Lepore

Presente alla cerimonia il sindaco Matteo Lepore: “Il secondo posto è una conferma importante – ha detto il primo cittadino a margine dell’evento –. Ormai, da diverse edizioni, siamo sul podio. Abbiamo anche il maggior numero di medaglie nelle classifiche singole; quindi, Bologna si conferma una certezza per i giovani che la scelgono e per i bolognesi che ci vivono. La qualità della vita è una delle nostre missioni principali”. Un dato che caratterizza negativamente Bologna è quello legato alla sicurezza. Eppure, il sindaco Lepore guarda il lato positivo della medaglia: “Se avete notato, tutte le città italiane che hanno una grande capacità attrattiva sul turismo sono in fondo alla classifica per la sicurezza. Significa che la città è vissuta ogni giorno da molte più persone rispetto ai residenti, e quindi il numero di denunce va proporzionato a chi frequenta la città. In ogni caso, tra queste notizie c’è il fatto che, come abbiamo detto nei giorni scorsi, sono aumentate le denunce, soprattutto delle violenze contro le donne. E questo era un obiettivo che avevamo: fare emergere le denunce e battere l’omertà. Questo per noi è molto importante”. Un dato positivo è invece quello relativo al green: “Se notate – continua Lepore – noi siamo avanti su tutti gli investimenti che riguardano la città, come le politiche per il sociale e per l’ambiente. Sono investimenti che stiamo portando avanti da molto tempo. In questo mandato raggiungeremo l’azzeramento delle liste d’attesa dei nidi e saremo una delle città più verdi d’Italia per quanto riguarda la qualità della vita nei quartieri. Io credo che la mobilità sostenibile sia una delle cose che ci premia”.

Soddisfazione per l’ottimo piazzamento che il primo cittadino esterna anche sul palco. Ma c’è un ma: “La classifica ogni anno è molto attesa e noi sindaci le attendiamo con curiosità. Guardiamo però all’altra faccia della medaglia: noi attiriamo sempre più giovani, abbiamo il 3% di disoccupazione e ‘tiriamo’, insieme a Milano, sui dati dell’occupazione. Come sindaco sono contento, ma non come italiano. Noi parliamo di città solo in queste occasioni, mentre dovremmo parlarne quando di fanno le riforme”. La classifica de Il Sole 24 Ore è infatti caratterizzata da un forte squilibrio tra il nord e il sud del Paese. Una possibile formula, come ipotizza Lepore, è quella della collaborazione. Il sindaco, al momento di ritirare il premio per la seconda posizione in classifica, ha infatti ricordato la collaborazione tra il Comune di Bologna e quello di Napoli: “Noi non siamo gli unici: dei progetti tra città del nord e del sud ci sono. Ma sarebbe opportuno che l’Unione Europea e il Governo ci aiutassero: questo sì che potrebbe unire l’Italia. Noi da un anno ospitiamo il supercomputer del Cineca, il quarto computer più potente al mondo. Grazie a questi accordi, il Cineca aprirà adesso una sede del supercomputer a Napoli, un progetto che vedrà coinvolte la Federico II di Napoli e l’Università di Bologna. Un’altra proposta a cui diverse città del nord e del sud stanno lavorando è relativa alla regolamentazione degli affitti brevi. Se il Parlamento facesse le leggi insieme ai sindaci, forse qualche passo in avanti lo potremmo ottenere”.

I risultati di Bologna e dell’Emilia-Romagna

Più diffusamente della Regione Emilia-Romagna ha parlato Michela Finizio, giornalista de Il Sole 24 Ore e curatrice della classifica sulla qualità della vita nelle centosette province italiane. L’Emilia-Romagna è infatti presente con ben quattro province nelle prime venti posizioni: “L’Emilia-Romagna è sicuramente una testa di serie di questa classifica – commenta Finizio –, soprattutto con alcuni dati importanti riguardanti le categorie “Ricchezza e consumi” e “Demografia, salute e società”. Sono indicatori di ricchezza, quindi dal Pil pro capite alla spesa media, sicuramente parliamo di dati positivi. Così come i livelli di istruzione, dove sappiamo che Bologna è un po’ la regina, grazie al tasso di laureati presenti sul territorio e anche ad una serie di indicatori demografici che permettono a Bologna, quest’anno, di arrivare quest’anno al secondo posto e lo scorso anno al primo”.

All’evento hanno partecipato altre autorevoli voci, alcune di queste molto vicine alle cose bolognesi, come Marco Belinelli e l’arcivescovo Matteo Maria Zuppi. Il capitano della Virtus Bologna, in videocollegamento, ha parlato del suo ritorno a casa dopo i tredici anni passati a far canestro negli Stati Uniti, mentre Zuppi, che bolognese ci è diventato di adozione, ha raccontato di come Bologna sia una città accogliente, valore per lui imprescindibile per una società sana. Zuppi, in un’intervista registrata e proiettata in sala, ha commentato diffusamente alcune delle evidenze fuoriuscite dall’indagine de Il Sole, prima su tutte la frattura sempre più profonda tra il nord e il sud del Paese: “Il nord e il sud sono ancora in forte disequilibrio. La questione meridionale non dobbiamo mai dimenticarla. Si parla ad esempio di autonomia differenziata: i vescovi del sud sono tutti sul piede di guerra, perché hanno paura che i divari aumentino. Il vero rischio è che le migrazioni dal sud al nord aumentino, e che così aumentino i disequilibri”. Zuppi ha poi parlato della ‘sua’ Bologna: “La forza di Bologna è la solidarietà. Diversi soggetti dialogano insieme: l’amministrazione, la cultura universitaria, la Chiesa e la classe industriale, che ha sempre cercato la via della concertazione. Detto in altri termini: solo insieme ce la si fa. Per riunire lo strappo tra nord e sud c’è bisogno di uno sforzo enorme, paragonabile a quello del dopo guerra. Ma bisogna farlo per guardare al futuro, anche e soprattutto in politica, dove serve un confronto serio sui problemi, fuori dalla logica muscolare della polarizzazione”.

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