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Cronaca

Depuratori per l'aria anti-covid, Bologna li boccia: "Non ne sappiamo abbastanza"

Dai dubbi sulll'efficacia ai numeri consistenti derivanti dall'alto numero di istituti. Il precedente del comune di San Lazzaro

Quanto può essere efficace, anche contro la diffusione del coronavirus, installare dei depuratori per sanificare l'aria all'interno delle aule scolastiche, come ha fatto il Comune di San Lazzaro a inizio gennaio?

Anche se non è il suo campo di studio, l'assessora alla Scuola di Bologna, Susanna Zaccaria, si dice "titubante sulla depurazione dell'aria in ambienti chiusi" pratica sulla quale, tra l'altro, "si conoscono anche alcuni aspetti controproducenti".

Di fatto, Zaccaria, commentando la proposta avanzata dalla consigliera del M5s, Elena Foresti di installare depuratori d'aria partendo dalle scuole per l'infanzia di Bologna, non pensa sia replicabile anche sotto le Due Torri l'iniziativa attuata invece dal vicino Comune di San Lazzaro di Savena.

A pochi chilometri da Bologna infatti, la sindaca Isabella Conti ha guidato l'iter che, a inizio gennaio, ha portato all'installazione di depuratori d'aria a raggi Uv in tutte le classi e negli uffici comunali aperti al pubblico. Per l'assessora bolognese è inutile "raffrontarsi con Comuni di dimensioni totalmente diverse, perché se parliamo, come in questo caso, di depuratori per ambienti singoli dobbiamo pensarne a uno per ogni aula" e considerato l'alto numero di scuole a Bologna "si arriverebbe a numeri esorbitanti".

Ma il problema non è solo questo: "E' chiaro- aggiunge Zaccaria- che se fosse una soluzione per cui si garantisce l'efficacia saremmo tutti propensi". Ma, chiede l'assessora, "quanto può incidere come misura emergenziale? Di che quantità (di investimento, ndr) stiamo parlando? Quale vantaggio potrebbe portare un'azione così imponente?"

Il Comune, al momento, non ha "ancora valutato queste apparecchiature perché ci siamo concentrati sulle linee guida date dall'Istituto superiore della Sanità, che consiglia di fare interventi passivi e non attivi, come può essere l'installazione di nuovi strumenti. Al momento- spiega Davide Capuzzi, responsabile Impianti Tecnologici del Comune di Bologna- abbiamo effettuato molti interventi passivi su impianti e areazione".

In ogni caso, "nulla osta la valutazione di questi tipi di apparecchiature e di fare una valutazione dal punto di vista dell'impatto che possono avere in un aula con bambini piccoli". Ma, come ricorda Capuzzi, si deve tener conto anche delle conseguenze che potrebbe avere un intervento simile, come ad esempio, l'eccesso di emissioni elettromagnetiche, la reale efficace in generale, la necessità di manutenzione per renderli sempre efficaci e sicuri, eventuali consumi di picchi energetici". (Saf/ Dire)

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