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Cronaca

Spostamenti per le Feste, stazioni bus e treni semi-deserte: "Chi voleva partire lo ha già fatto"

Nel primo giorno di entrata in vigore del decreto Natale e a pochi giorni dalla zona rossa delle festività non sono molti quelli che si sono affrettati a lasciare la città

Stazioni treni e bus semi-deserte, ma molto controllate. Questa in sintesi la situazione nel primo giorno di entrata in vigore del decreto Natale, che ha messo nero su bianco il regime degli spostamenti e dei controlli per le Feste, in ottica anti-covid. Alla stazione centrale, diverse pattuglie di polizia ferroviaria diverse pattuglie appiedate girano per i corridoi sotterranei della stazione centrale, peraltro attraversate da pochissime persone, mentre altri poliziotti stanno sistemando il già presente gazebo nell'atrio centrale.

Del resto il semaforo rosso vero e proprio deve ancora scattare: da oggi lunedì 21 dicembre e fino al 24 escluso, il divieto è limitato allo spostamento tra regioni, e se avviene sarà necessario motivarlo con l'autocertificazione. E' ammesso comunque il rientro nella propria residenza, domicilio o abitazione.

In stazione: "Chi voleva andare lo ha già fatto"

"Penso che, al di là di tutti questi colori, chi voleva andarsene lo abbia già fatto". Ha un atteggiamento fatalista Patrizia, impiegata 54enne che sta per prendere un treno Av per tornare a Pesaro. "Controlli? Ancora non me ne hanno fatti -dice a Bolognatoday- ma spero comunque che ci siano, se non altro per evitare scene di cui veramente non abbiamo bisogno". Poi appunta: "Secondo me, a questo punto, la gente si è confusa con tutti questi decreti e tutti questi colori. Era meglio bloccare tutto fino al 7 gennaio e via".

Chi non ha problemi a spostarsi invece è Ahmed, 45 anni, operaio egiziano che lavora su turni in una azienda di Crespellano, che sta attendendo il regionale per andare al lavoro. Ahmed è musulmano e il Natale non lo festeggia "ma normalmente in inverno prendevo le ferie, per andare a Torino da alcuni parenti -commenta sconsolato- ma quest'anno, data la situazione, non me la sono sentita. Troppe cose da organizzare, e costose. Passerò i prossimi mesi a lavorare, ma anche meglio così: con i tempi che stanno arrivando, meglio avere più denaro da parte".

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Poi c'è Gabriel, 37 anni, cittadino polacco, professione allestitore di sale conferenze, in procinto di tornare a casa, in provincia. "Cosa devo dire... qui da sei mesi non lavoro più con quello che facevo. Hanno chiuso tutto, ora sono in cassa-integrazione ma chissà fino a quando potrà andare avanti così. Intanto almeno passo il Natale con la mia famiglia, negli anni scorsi non ci potevamo incontrare perché tra una cosa e un'altra si lavorava sempre". Sul regime di spostamenti è categorico: "Per me dovevano lasciare aperto solo a Natale e Capodanno per il resto chiuso, il contrario insomma".

In autostazione: "Questa volta è diverso da marzo"

Spostandoci dalla stazione all'autostazione le cose cambiano poco. Piazzale deserto, qualche corriera per la provincia, un bus di una nota compagnia in attesa sulla banchina, destinazione Roma. Gavino e Adriana si tengono per mano, in attesa che l'autista inizi ad avviare il controllo dei biglietti.

Adriana è d'accordo sul fatto che molti, questa volta, si siano organizzati per tempo nei rientri: "Alla fine, ora è molto diverso da marzo. Si sa di più cosa fare, negli spostamenti. Certo, spero che finisca il prima possibile". Sul Dpcm e sui decreti per gli spostamenti è Gavino a parlare: "Beh, piuttosto che la regolazione degli spostamenti, spero bene si decidano a regolare anche la ripresa economica, perché qui si comincia ad averne gran bisogno".

 

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