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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Interramento ex Veneta: lavori partiti, ma mancano all'appello oltre 50 milioni

Il ministero non li ha ancora 'girati' al committente. "Mancano i decreti interministeriali e le circolari"

A Bologna sono partiti i cantieri da 76 milioni di euro per l'interramento della linea ferroviaria ex Veneta (che collega il capoluogo con Portomaggiore in provincia di Ferrara) e l'eliminazione di cinque passaggi a livello in città. Ma ad oggi "non si è ancora reso materialmente disponibile l'utilizzo delle risorse che coprono quasi l'80% del fabbisogno da parte del ministero", spiega il direttore dell'area tecnica di Fer, Fabrizio Maccari, partecipando ad una commissione del Consiglio comunale, riporta la Dire.

L'intoppo è dovuto ad una "mancanza di decreti interministeriali e circolari": è una questione tecnica "in via di definizione- continua Maccari- e non vuol dire che le risorse sono a rischio, parlo solo dell'esigibilità fisica sui conti corrente". Però è "un aspetto da monitorare" e che al momento "sicuramente non sta agevolando il compito di Fer, che sta facendo da polmone finanziario all'opera". Una vicenda "che conosce bene anche l'apparato dirigenziale del Comune", aggiunge Maccari.

Mancano 50 milioni

In casa Pd scatta un allarme: "A fronte di tutto quello che viene sbandierato sui giornali, c'è ancora da tirare fuori la 'pilla', come si dice a Bologna -afferma la consigliera Loretta Bittini- per agire in fretta e aiutare nella buona riuscita dei lavori. Anche se sono adempimenti burocratici quelli che impediscono il versamento delle quote, questa cosa deve essere fatta al più presto e chiedo a Maccari di tenere informato il Consiglio perchè questa è un'opera fondamentale per la città".

L'auspicio è che "il decreto arrivi in fretta perchè si tratta di un atto dovuto", aggiunge un altro dem, Claudio Mazzanti. Sui 76 milioni complessivi, in ballo ci sono i 51,9 milioni di risorse statali mentre il resto del finanziamento è in carico a Regione Emilia-Romagna (18,5) e Comune (5,5).

Nel frattempo i lavori sono iniziati a gennaio con la rimozione di tutto il materiale ferroviario, che si è conclusa a maggio.
Poi sono stati aperti i cantieri veri e propri, con l'installazione del campo base in zona Rimesse e l'avvio delle indagini geognostiche e di ricerca di eventuali ordigni bellici da bonificare. Già concluse le verifiche archeologiche volute dalla Soprintendenza: le indagini sono terminate a fine agosto in via Larga e i risultati sono al vaglio della società specializzata incaricata dall'impresa esecutrice, riferisce Maccari. Rispetto al termine fissato per agosto, la progettazione esecutiva si allungherà fino a ottobre per definire alcuni punti "molto delicati" tra i quali le interferenze con i sottoservizi fognari e idrici di via Cellini: un tratto che sarà interessato anche dai futuri cantieri del Passante "e quindi è stato creato un tavolo specifico con Hera e Autostrade- riferisce il dirigente di Fer- per risolvere la questione, ma dovremmo essere in via di definizione". Contemporaneamente stanno procedendo gli espropri e si sta per concludere la campagna di rilievo su tutte le unità immobiliari presenti nell'area di influenza degli scavi, ovvero tutti gli appartamenti "che i progettisti ritengono potenzialmente interessati a effetti indotti", spiega Maccari: si parla di un migliaio di unità e di tutte occorre fotografare lo stato attuale "a tutela reciproca dei privati e dell'impresa esecutrice, per eventuali reclami o danni che dovessero insorgere". Premesso tutto ciò, "siamo in prossimità dell'avvio dei lavori pesanti", segnala Maccari: non c'è una data precisa ma il via sarà "in autunno". Le necessarie chiusure stradali sono previste non nel 2023 ma nel 2024 e la fine dei lavori resta programmata per il 2025.
"I tempi sono quelli, ma non nascondo che dovremo aggiornarci- afferma Maccari- perchè le operazioni molto complesse come questa sono sempre a rischio di slittamenti, imprevisti e complicazioni".

Nel frattempo, la linea è interrotta per tutto il tratto tra la stazione Roveri e la stazione centrale con l'istituzione di un servizio bus sostitutivo. A proposito di quest'ultimo, "le principali criticità che possono essere avvenute nei mesi scorsi- afferma Alessandro Botteghi, responsabile commerciale di Trenitalia Tper- sono relative alle coincidenze tra bus e treno, soprattutto al pomeriggio in direzione Portomaggiore": questo a causa di ritardi "dovuti al traffico veicolare". Ma si tratta di "epidosi singoli e non strutturli o continuativi", aggiunge Botteghi, segnalando che l'azienda ha messo in campo "azioni mitigative".

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In effetti, con il tempo le mancate coincidenze "sono diminuite notevolmente", riconosce il coordinatore dell'Associazione pendolari Bologna-Portomaggiore, Fabio Businaro, pur chiedendo di prestare "sempre più attenzione" a questo tema. Intanto, però, con la linea interrotta i viaggiatori della ex Veneta sono calati del 50%. "Non è semplice gestire un servizio sostitutivo di questo tipo e potevamo sicuramente aspettarci dei cambiamenti nelle abitudini di mobilità soprattutto dei lavoratori", dichiara l'assessora alla Mobilità, Valentina Orioli: "Su questo bisogna essere vigili e cercare di mettere in campo tutti gli accorgimenti possibili e anche facilitazioni di altra natura per potersi muovere nelle zone oggi meno raggiunte. Per esempo abbiamo aperto la ciclstazione Roveri, che dà la possibilità di tenere in loco le bici e migliorare un po' gli spostamenti quando si scende dalla corsa sostitutiva".

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