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Cronaca

Sicurezza, lavoro e posti letto: dalla Regione 32 milioni per strutture anziani e disabili

È il piano dell'Emilia-Romagna per aiutare i centri accreditati. Ad oggi i positivi nelle strutture regionali sono 1.821 su un totale di circa 27mila degenti

La Regione Emilia-Romagna aiuta le strutture residenziali per anziani e disabili con ulteriori 32 milioni di euro.

Si tratta di un sostegno concreto – come spiegato dalla vicepresidente con delega al Welfare, Elly Schlein, e dall’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini – che in alcuni casi scongiura anche la chiusura di alcune strutture.

In sintesi la manovra prevede l'adeguamento delle tariffe relative ai servizi accreditati (Case residenza e Centri diurni anziani; Centri socio-riabilitativi residenziali e diurni per disabili e assistenza domiciliare) per permettere ai gestori di liquidare ai lavoratori gli aumenti stipendiali definiti dai contratti di lavoro; la fornitura di dispositivi di protezione individuale o l’assegnazione di un contributo per l’acquisto in auto approvvigionamento e, infine, il riconoscimento della quota socio-sanitaria dei posti accreditati anche se non occupati durante la pandemia, per evitare la chiusura delle strutture a causa dei costi comunque sostenuti.

Welfare e anziani: il piano della Regione Emilia-Romagna

Un piano che sostanzialmente si basa su tre azioni ma che guarda al futuro, quando l'emergenza sanitaria da coronavirus sarà alle spalle.

"Il nostro sistema socio-sanitario – hanno detto gli assessori – ha pagato e sta pagando un prezzo altissimo a questa emergenza, e gli operatori hanno mostrato, oltre a grandi capacità professionali, uno spirito di dedizione encomiabile. Siamo orgogliosi di essere la prima Regione in Italia che durante la pandemia applica gli aumenti contrattuali ai gestori, sia per favorire il giusto riconoscimento economico a questa categoria dopo anni di attese, sia per sostenere i progressivi aumenti dei costi".

"È aperto un dialogo costante con tutti i soggetti del settore – ha spiegato Schlein – perché c'è l'intento di ripensare il sistema, per migliorarlo, a lungo termine. C'è un impegno reciproco per riqualificare servizi, condizioni di lavoro e sostenibilità economica. Investire sull'assistenza domiciliare, per esempio, può essere una strada da percorrere anche al di là del covid, abbiamo visto che con le Usca funziona benissimo. Ma anche altri terreni poco esplorati, come quello dell'abitare condiviso e del senior housing".

Tamponi rapidi e contagi nelle Cra

Durante la presentazione del piano in video-conferenza stampa, l'assessore alla Sanità ha fatto il punto sulla situazione contagi nelle residenze per anziani.

"Ad oggi – ha detto Donini – abbiamo una situazione non paragonabile a quella di marzo aprile ma non ancora esente da contagi: sono 1.821 le persone positive al covid nelle strutture dell'Emilia-Romagna, su un totale di circa 27mila degenti".

"Le residenze con almeno un caso positivo sono 169 su 1428. In molti casi – spiega l'assessore – si tratta di positivi intercettati grazie al sistema di tracciamento e screening, che resta fondamentale per riuscire a spegnere tutti i focolai non appena si individuano o addirittura anticiparli. Ed è per questo che avevamo lanciato l'idea dei tamponi rapidi".

Gli assessori rilanciano infatti la proposta dei test rapidi nelle residenze per anziani. "Quando l’onda era un po' più dolce, ad ottobre – ha continuato Donini – avevamo proposto di utilizzare i tamponi rapidi nelle Cra anche per facilitare le visite dei familiari. E lo riproponiamo, appena sarà possibile, perché i tamponi rapidi funzionano infatti abbiamo per questo chiesto al Governo di riconoscere la positività al tampone rapido come diagnosi di positività da covid, senza dover eseguire anche un tampone molecolare a conferma del risultato, perché almeno sulla positività coincide al 100%, altrimenti si sprecano due tamponi e tempo in più".

Le novità

Per quanto riguarda l’adeguamento tariffario la Regione fornisce 7 milioni di euro, innanzitutto per facilitare il riconoscimento degli aumenti contrattuali per gli operatori. Aumenti conseguenti agli accordi contrattuali del comparto, a tutela dei lavoratori; le tariffe aggiornate potranno essere riconosciute, a decorrere dal 1° luglio 2020, solo però per le strutture che applicano i più recenti contratti collettivi nazionali.

La revisione dei costi che la Regione sostiene, inoltre, contribuirà a coprire, almeno in parte, i progressivi aumenti di spesa a carico dei gestori per l’adozione di tutte le misure necessarie per il contrasto alla diffusione del Coronavirus.

E dalla Giunta è arrivato il via libera anche ad altre forme di sostegno. Da un lato la remunerazione della quota socio-sanitaria dei posti letto accreditati non occupati a partire dal 20 marzo 2020, quando cioè la pandemia ha comportato l’interruzione di molti servizi; un intervento che trova già copertura finanziaria nel Fondo regionale per la non autosufficienza. In particolare, per le Case residenza anziani la remunerazione per i posti letto accreditati non occupati è pari alla quota sanitaria giornaliera, mentre per i Centri socio-riabilitativi residenziali il riconoscimento è pari all’80% del valore del posto.

Dall’altro, la fornitura di dispositivi di protezione individuali (a partire da marzo 2020) o il contributo per far fronte alle spese necessarie per acquistarli; provvedimento che, per i soli rimborsi, vale 25 milioni di euro. Per quanto riguarda i dispositivi di protezione individuale, il riconoscimento del contributo economico a copertura delle spese sostenute per l’acquisto dai gestori dei servizi (unicamente quelli accreditati, sia a gestione pubblica che privata) sarà in capo alle Aziende sanitarie, una volta verificata l’appropriatezza dei Dpi reperiti in autonomia sulla base del fabbisogno qualitativo e quantitativo delle strutture socio-sanitarie.

Sia la remunerazione per i posti non occupati che la fornitura, o rimborso, dei dispositivi di protezione hanno in ogni caso carattere straordinario, per sostenere le spese necessarie per fronteggiare l’emergenza sanitaria.

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