rotate-mobile
Cronaca

Internet e social, stretta di Unibo: nuovo codice etico per il personale

Il rettore ha inviato una prima proposta e apre la fase di consultazione pubblica su alcune norme comportamento

Paletti all'attività social dei dipendenti. L'Alma Mater modifica il codice etico e sottopone le novità al parere del personale.

Con una comunicazione inviata venerdì 1 dicembre, riferisce la Dire, il rettore Giovanni Molari ha annunciato l'apertura della fase di consultazione pubblica sulla proposta di modifica di alcune norme del Codice etico e di comportamento di Ateneo. Il personale ha tempo fino al 31 dicembre per esprimere opinioni, critiche o suggerimenti.

Tra le novità introdotte c'è una sezione dedicata appunto al corretto utilizzo delle tecnologie informatiche, dei mezzi di informazione e dei social media. In pratica l'Università imporrebbe ai propri di dipendenti di utilizzare "ogni cautela", anche sui propri account personali, "affinché le proprie opinioni o i propri giudizi su eventi, cose o persone, non siano in alcun modo attribuibili direttamente all'amministrazione. Fatti salvi la libertà di espressione e il diritto di critica, il dipendente si astiene da interventi o commenti che possano nuocere al prestigio, al decoro o all'immagine dell'Ateneo o della pubblica amministrazione in generale. Resta fermo il diritto di ciascuno di rappresentare nelle sedi competenti, compresa la segnalazione alle organizzazioni sindacali, situazioni, fatti o atti ritenuti lesivi dei propri diritti". 

Cosa cambia

In particolare, il personale dell'Ateneo "è pienamente responsabile dei contenuti che pubblica sul proprio account personale e si esprime con rispetto nei confronti di tutti gli utenti - si legge - il dipendente nell'utilizzo del proprio account personale non divulga e non diffonde informazioni riservate su colleghi o terze persone acquisite nell'esercizio delle proprie funzioni o di cui abbia la disponibilità per ragioni di servizio, decisioni da assumere o provvedimenti relativi a procedimenti in corso o conclusi, salvo che non siano stati resi pubblici dall'Ateneo, progetti, corrispondenza interna, informazioni e documenti riservati o comunque non ancora resi pubblici".

Vietato quindi utilizzare il marchio e i segni distintivi dell'Università e pubblicare "commenti o immagini lesive della dignità delle persone o che abbiano contenuti discriminatori. Qualora dal proprio account personale si evinca l'appartenenza all'Ateneo, il dipendente, nel pubblicare opinioni, giudizi o commenti su fatti, cose o persone, precisa che si esprime a titolo personale".

"E' vietato l'invio di messaggi che siano oltraggiosi, discriminatori o che possano essere in qualunque modo fonte di responsabilità dell'amministrazione". Lo stesso richiamo alla correttezza e al rispetto viene fatto anche per quanto riguarda l'utilizzo degli account istituzionali. 

Responsabili dei messaggi 

La regola che in effetti dovrebbe sempre essere valida è l'utilizzo "in modo corretto e nel rispetto dell'Istituzione e della riservatezza delle persone, evitando di diffondere informazioni, testi o immagini che possano nuocere a nome e prestigio dell'Università. I componenti della comunità universitaria. Anche al fine di non diffondere notizie parziali o scorrette, verificano preventivamente correttezza e completezza di quanto comunicato". Il dipendente deve astenersi quindi "da dichiarazioni pubbliche offensive nei confronti dell'amministrazione o che possano nuocere al prestigio, al decoro o all'immagine dell'amministrazione di appartenenza o della pubblica amministrazione in generale".

Ed è responsabile del contenuto dei messaggi inviati. Tra le novità del codice etico d'Ateneo, infine, compare un richiamo alla "logica del contenimento dei costi" nello svolgimento delle attività, in modo però da "non pregiudicare la qualità dei risultati dell'azione amministrativa". C'è poi un'ulteriore norma sul conflitto di interessi. "Il dipendente- si legge nella proposta di Codice etico dell'Alma Mater- non assume incarichi di patrocinio e di assistenza legale, anche per interposta persona o partecipando ad associazioni o società di professionisti, nelle controversie giudiziarie avverso l'Ateneo o avverso gli enti controllati dall'Ateneo, o di incarichi in qualità di consulente tecnico in contenziosi nei quali è controparte l'Ateneo o gli enti controllati". Sono vietati anche "incarichi assunti in contrasto con la disciplina sull'utilizzo del marchio o dei segni distintivi dell'Ateneo, che arrechino danno all'immagine dell'Ateneo, in contrasto con i fini istituzionali o per i quali esistano ragioni ostative di opportunità".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Internet e social, stretta di Unibo: nuovo codice etico per il personale

BolognaToday è in caricamento