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Cronaca Navile

Linea Rossa del tram, come cambia il quartiere Navile

Come cambiano i parcheggi in quartiere, poi il punto sulle piantumazioni, i ristori per gli esercenti (con possibilità di Cassa integrazione per i dipendenti)

Continua il tour del tram: nel consiglio di quartiere aperto, al Navile, l’assessora Valentina Orioli, l’assessora Luisa Guidone e i tecnici del Comune di Bologna e di CMB – il consorzio vincitore dell’appalto – hanno presentato la Linea Rossa del tram ai residenti. Il progetto è stato presentato lo scorso 6 dicembre - a parte alcune proroghe per modifiche richieste direttamente dal Ministero - e attualmente si trova in fase di verifica. Finita questa fase, il progetto dovrà essere definitivamente approvato e da lì partiranno i cantieri.

Il tram al Navile

La Sala Cesare Masina all’interno della sede del quartiere Navile è già stracolma prima dell’inizio della discussione. Discussione che si fa subito accesa: il consigliere della Lega Vincenzo Menna interrompe più volte la presidente di quartiere Federica Mazzoni chiedendo parola, poi si alza, sbraita (“Vogliono farci diventare dei coreani, tutti in bicicletta”) e promette guai ad un residente che lo invitava alla calma: “Vediamoci fuori” intima Menna, salvo poi andarsene dopo il suo intervento per un incontro istituzionale con il ministro Matteo Salvini, ieri a Bologna.

Le caratteristiche del progetto (spiegate qui) sono ormai note: 16,5 chilometri di tramvia, tre capolinea, 31 fermate, parcheggi di interscambio, nuove piantumazioni per sostituire gli alberi abbattuti e lavori di rifacimento delle strade e dei sottoservizi come gas, acqua e fibra ottica.

Il saldo generale di parcheggi e piantumazioni è positivo, mentre nel quartiere il conteggio dei parcheggi vede un saldo di -89, considerando anche il parcheggio sotterraneo che verrà creato in Piazza dell’Unità: 3 posti auto saranno tolti nel tratto su via Matteotti, da viale Masini a via Jacopo della Quercia; 14 posti auto saranno eliminati sul tratto di via Mazza, tra Piazza dell'Unità e via Ferrarese; 79 posti saranno tolti da via Ferrarese e 7 saranno aggiunti su via della Liberazione.

La sede tramviaria nel quartiere Navile sarà completamente riservata ma ovviamente potrà essere utilizzata dai mezzi di soccorso – come ambulanze o camion dei vigili del fuoco – in caso di necessità. 

I ristori

Come in ogni assemblea di quartiere relativa alle conseguenze che il tram porterà con sé, le associazioni di rappresentanza degli esercenti vengono a chiedere conto dei ristori promessi dall’amministrazione. L’assessora al Commercio Guidone risponde colpo su colpo: “Ho incontrato già tre volte in Comune le associazioni di categoria – dice a margine dell’incontro – e con loro stiamo facendo dei focus precisi su ogni zona”. 

“In riferimento al quartiere – continua Guidone, stavolta rispondendo ai residenti e ai commercianti della zona – abbiamo un anno di tempo. I cantieri, qui, non inizieranno prima di un anno: in questo anno faremo una progettazione rispetto all'impatto dei cantieri sulle attività commerciali. Il tessuto commerciale è molto diverso nei 17 chilometri di tramvia. Se pensiamo ad un'attività come Zara in via Indipendenza, con il portico a proteggerla, salta subito all'occhio che un piano di ristori uguale su tutti i 17 km è iniquo e inutile. Gli aiuti dovranno essere studiati e guardati con attenzione, e non dati a pioggia e in modo indistinto. Nel 2023 le attività commerciali colpite dai cantieri saranno in un numero abbastanza ristretto e quindi avremo il tempo perciò per progettare. Ci sono studi che mostrano che nelle zone in cui è stata installata la linea tranviaria ci sono state rivalutazioni e vantaggi per le attività commerciali. Con le associazioni di categoria stiamo valutando il tema della cassa integrazione, ma la Regione deve darci risposta su questo. Non tutte le attività però aderiscono. Oggi non abbiamo tutte le risposte ma valutiamo tutti gli strumenti. Ci stiamo prendendo il tempo per valutare come ripartire queste risorse”.

Risposta che però non convince l’ala destra del consiglio di quartiere: “C’è uno studio del 2016 che dice come a Firenze il 40% delle attività che si trovavano in concomitanza dei cantieri della linea tramviaria ha dovuto chiudere. In più, il 4% ha delocalizzato” dice Lucilla Semeraro, consigliera della Lega in quartiere. A questa obiezione risponde Andrea Ferraioli del gruppo Centro sinistra con Lepore sindaco: “I cantieri a Firenze sono durati tredici anni, non tre. Anche io con la mia attività ho vissuto il Covid e non è stato facile, ma il tram ci darà ottime possibilità. Bisogna tener duro”.

Le risposte di Orioli

La chiusura dei lavori è affidata all’assessora Orioli che, nel suo intervento finale, risponde anche a chi chiedeva il perché non si fosse optato per dei mezzi ad idrogeno al posto del tram: “È chiaro che c'è un obiettivo generale di spostare degli utenti dalla macchina ad altri mezzi. L'idrogeno va bene nell'extraurbano e abbiamo fatto investimenti per autobus a idrogeno (circa 90 milioni, ndr). È stato valutato in centro storico che la soluzione più opportuna fosse quella tranviaria. Volevo dire che esiste una risposta per quasi tutte le osservazioni. Noi ce la dobbiamo fare. Stiamo cercando di fare di tutto per migliorare la mobilità della città, ma dovete immaginare una città che sta cambiando. Il saldo dei parcheggi è positivo rispetto alla linea rossa del tram. Il grosso del saldo positivo è ai capolinea e lungo la linea del tram i parcheggi saranno meno - conclude Orioli - ma saranno destinati a chi vive nella zona o ha un'attività commerciale".

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