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Cronaca

Morte Flavia Franzoni, Romano Prodi: "Una fondazione? E' ancora presto"

Lepore: "Se oggi Bologna è una città più giusta lo dobbiamo anche a lei"

"Il dolore è troppo vicino per fare qualsiasi pensiero operativo. Adesso è il ricordo che domina". Risponde così Romano Prodi alla domanda di una fondazione nel campo degli studi sul welfare, dedicato proprio alla moglie Flavia Franzoni, scomparsa pochi giorni fa.

"Sono molto grato al sindaco e ai consiglieri comunali perché non hanno ricordato Flavia soltanto ma hanno ricordato quello che la città ha fatto in modo corale. Una città molto avanzata sui servizi sociali: è stata esemplare", sottolinea l'ex premier, accompagnato a Palazzo D'Accursio da figli e nipoti.

Prodi rimarca poi la "necessità che questo lavoro continui e venga rinnovato in un tempo difficile di trasformazione, perché i prossimi non saranno anni facili e bisogna che la coesione che si è avuta costruendo il welfare bolognese continui e si rafforzi".

E' su questi temi che Prodi si sofferma anche nel proprio intervento in aula. Bologna "per noi è stata non solo un luogo accogliente, ma è stato il centro di ogni riflessione di Flavia, il luogo in cui star bene si accompagnava con un lavoro per la comunità", afferma l'ex presidente della Commissione europea, sottolineando che "non è abbastanza noto, o almeno si è in molta parte dimenticato, come negli anni Settanta a Bologna sia stata esercitata un'azione di welfare unica in Italia".

Un'azione "comune e molto spesso coordinata. Ne è nata una nuova cultura dei servizi che allora non c'era: servizi sanitari, educativi e culturali, con una complessità di rete che non esiste e non esisteva in alcuna altra città". In questo modo Bologna "ha costruito un welfare che poi ha messo a disposizione di tutto il resto del Paese. Anche con sperimentazioni al di fuori della pubblica amministrazione", aggiunge Prodi.

Questo lavoro ha dato "un contributo fondamentale" alla legge del 2000 che ha istituito i servizi socio-assistenziali: è conosciuta come la norma che ha costruito il welfare municipale "a cui, proprio per i contributi anche esterni, Flavia- ricorda Prodi- amava dare la definizione di welfare municipale e comunitario".

Una proposta politica "rimasta incompiuta ancora in buona parte- sottolinea l'ex premier- ma che dà l'obiettivo di quell'azione coordinata e corale di cui il Paese ha bisogno. Un nostro obbligo che dobbiamo portare avanti. Sono passati oltre 20 anni da quella legge, occorre completarne l'attuazione in ogni aspetto".

Un'altra tematica "che era cara a Flavia", continua Prodi, riguarda la sfida dell'integrazione socio-sanitaria: "Un'altra grande difficoltà che oggettivamente abbiamo ancora. Vuol dire interventi nei territori, interventi fra i diversi settori e vuol dire uscire dall'angusta parete del sociale o dall'angusta parete del sanitario e operare assieme. Questo vuol dire però- aggiunge Prodi- formare degli operatori assolutamente adatti a questo obiettivo.

Non è un compito facile, data la struttura e le pareti che le istituzioni abbiano per loro natura". Nel concludere, Prodi sottolinea che "questo è quello che io ho capito chiacchierando con Flavia: cioè che questa città possiede un grande patrimonio da custodire e da rinnovare, come tutti i patrimoni". Perché "se noi abbiamo una memoria veramente viva, il futuro potrà essere anche migliore del passato", afferma l'ex presidente del Consiglio. Franzoni "aveva grande interesse per i giovani e quindi noi eravamo un po' il suo filtro", racconta la nipote 21enne Chiara, figlia di Giorgio Prodi. Il modo migliore per ricordarla in città? "Proseguendo il suo lavoro e i suoi interessi", è la risposta di Chiara.

Le parole di Lepore

"Vogliamo testimoniare ufficialmente la vicinanza del Comune a voi ha affermato poi il sindaco Matteo Lepore, rivolgendosi alla famiglia Prodi- ma soprattutto testimoniare la nostra gratitudine e la riconoscenza alla professoressa Franzoni, che ha lasciato a questa comunità una eredità importante che vogliamo coltivare. Tutta la città si è stretta in un caloroso abbraccio per questa scomparsa improvvisa, ma soprattutto in tanti e tante hanno ricordato quello che in vita la professoressa Franzoni ha saputo costruire".

Franzoni ha svolto infatti "un ruolo importante nel mondo della ricerca, della politica, della partecipazione; un cammino che ci ha visto coinvolti come comunità larga del nostro territorio", continua il primo cittadino: "Una presenza discreta, ma che ci ha sempre offerto un punto di riferimento. In tanti le siamo debitori e debitrici. Sicuramente la grande comunità professionale del welfare bolognese lo è nei suoi confronti. Ha rappresentato una delle voci più autorevoli, infatti, nell'ambito dello studio del welfare".

Come direttrice dell'Istituto regionale emiliano-romagnolo per i servizi sociali e sanitari, poi, Franzoni "ha messo a disposizione non solo una grande conoscenza, una grande esperienza, ma anche un impegno attivo per i diritti e la lotta verso le disuguaglianze. Ha allevato, non a caso, un numero importante di assistenti sociali, di esperti di welfare del territorio e, in generale, di tutto il Paese".

Franzoni ha saputo raccontare "un lavoro sociale che parte dalla rappresentanza quotidiana, dalle storie, dal saper mettere in discussione anche nel dialogo a uno a uno la sostenibilità di un intero sistema- continua lepore- perché se quella persona la lasciamo indietro, evidentemente non siamo stati in grado di pensare quell'idea di comunità".

Aggiunge il sindaco: "Sapere trasformare tutto questo in politica, sapere trasformare tutto questo in riforme, in capacità di Bologna di non lasciare indietro nessuno è probabilmente la grande sfida, la grande eredità che, nella cura della prossimità, la professoressa Franzoni ci lascia. Ed è un impegno, non è solo un'eredità: una voglia di continuare a lavorare in questa direzione facendo ricerca, modificando quelle che sono anche le nostre regole".

Conclude Lepore: "Se oggi Bologna è una città più giusta, è anche e soprattutto perché la professoressa Flavia Franzoni ha studiato, ha fatto ricerca, ci ha aiutati a comprendere e ha formato generazioni e generazioni di professionisti del settore del welfare e non solo". Concluso il ricordo di Franzoni nell'aula del Consiglio comunale, Lepore e Prodi hanno lasciato fianco a fianco Palazzo D'Accursio per poi pranzare insieme.

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