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Cronaca

Operaio morto in aeroporto: monta la rabbia, convocato un tavolo per la sicurezza

Reazioni a catena dopo la tragedia consumatasi stanotte al Marconi dove un operaio 52enne è morto mentre era al lavoro sulla pista dell'aeroporto

Reazioni a catena dopo la tragedia consumatasi stanotte al Marconi di Bologna dove un operaio esperto - Alfredo Morgese, 52 anni - è morto mentre era al lavoro sulla pista dell'aeroporto in forze presso l’Azienda Frantoio Fondovalle.

"Una notizia "terribile, che suscita sgomento e incredulità". Così Detjon Begaj, capogruppo di Coalizione Civica in Consiglio comunale a Bologna, commenta, "Auspichiamo che venga fatta totale chiarezza sulla catena di responsabilità di questa morte- aggiunge Begaj- che si aggiunge alla lunga scia della continua strage in Italia". L'aeroporto di Bologna, rimarca il capogruppo di Coalizione Civica, è "molto sotto pressione per il congestionamento del traffico aereo" e i lavoratori impiegati negli appalti "svolgono un duro lavoro. Esprimiamo condoglianze alla famiglia dell'operaio e ai suoi cari nell'attesa di conoscere meglio quanto accaduto", conclude Begaj.

La necessità di seminare la cultura della prevenzione per contenere le morti bianche è invece il punto sul quale pone l'attenzione il Pd ,  per voce di Sandro Ruotolo, componente della segreteria nazionale dem: "Morti bianche. Altre due vittime. Una a Bologna e l'altra a Napoli. Ricapitoliamo: cultura della prevenzione, ispettori del lavoro, introduzione del reato di omicidio sul lavoro e procura nazionale del lavoro". Così in una nota il democratico.

"Quanto avvenuto all’aeroporto di Bologna ci lascia sgomenti, ma, per le dinamiche con cui è avvenuto, evidenzia come sia sempre più necessario operare perché chiunque lavori possa farlo sempre nelle massime condizioni di sicurezza possibili". Sono le parole del Viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Galeazzo Bignami (FdI), che aggiunge: "Vigileremo e ci attiveremo affinché venga fatta piena luce su quanto avvenuto e per garantire sempre più sicurezza sul lavoro."

Parole che fanno eco alle dichiarazioni a caldo del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che ha sottolineato come occorra "l’attenzione e l’impegno di tutti affinché queste morti cessino, con maggiori investimenti sulla formazione e la sicurezza sul lavoro e lavorando sia a una nuova cultura del lavoro sicuro sia all’innovazione tecnologica nei dispositivi di prevenzione”.

Non solo. Il  sindaco Matteo Lepore, assieme al capo di gabinetto della Città metropolitana, Sergio Lo Giudice, ha poi fatto sapere di aver convocato un tavolo per affrontare il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro per il 3 ottobre. "Il tavolo, - si spiega dalla Città metropolitana- "diventerà il luogo di confronto per un coordinamento stretto tra tutti gli attori che possono dare un contributo su tutele e sicurezza e sarà un presidio forte di monitoraggio e sensibilizzazione verso i datori di lavoro e i responsabili sicurezza e di osservazione e stimolo per la formazione e per la promozione della cultura sulla sicurezza in tutti gli ambienti lavorativi". 

Intanto l'Aeroporto di Bologna  fa sapere che "fornirà la più ampia collaborazione alle autorità per fare luce sull'accaduto", si legge in una nota. La vittima è un autista italiano cinquantenne, ricorda il Marconi, aggiungendo che il lavoratore è morto durante un intervento programmato di manutenzione della pista di volo. L'uomo, "un autista dell'impresa incaricata dei lavori, è rimasto schiacciato da un mezzo in movimento guidato da un collega e, malgrado l'intervento immediato dei soccorsi e del medico del 118, è deceduto".  

Sindacati: "Basta stragi. 800 morti di lavoro nel 2023"

Aspri i toni del Sindacato generale di base Emilia Romagna che in una nota affonda: "Forte è lo sgomento e anche la rabbia per l’ennesima vittima sul lavoro in quella che è ormai una strage quotidiana e permanente di lavoratrici e lavoratori che non ha più fine. Donne e uomini le cui vite sono sacrificate sull’altare del profitto e della sua ottimizzazione a ogni costo".

"Un meccanismo perverso - prosegue il comunicato - che causa 3 morti al giorno e che si alimenta con la disumana e diffusa dottrina dello sfruttamento che genera repressione dei diritti, salari da fame, ricatto e condizioni di lavoro indecenti, precarietà continua, assenza totale di una cultura della sicurezza e della tutela della salute di chi lavora".

Poi l'accusa al mondo politico: "Il tutto nel disinteresse politico e istituzionale sempre pronto a cadere nella stucchevole retorica, condita di appelli opportunistici, all’indomani dell’ennesima tragedia sul lavoro, laddove una lavoratrice o un lavoratore uscito di casa per andare a lavorare non vi fa più ritorno". 

E' ora di "sciogliere le impunità e introdurre il reato di omicidio sul lavoro per la sicurezza dei avoratori" - chiosa Sgb - quest'ultimo sarà uno dei punti focali sul quale verterà proprio lo sciopero generale del prossimo 20 ottobre. 

Sulla stessa lunghezza d'onda le parole di USB Bologna: "Ci chiediamo se vi fosse sufficiente personale presente al momento e adeguatamente addestrato alle operazioni, se i mezzi utilizzati fossero pienamente funzionanti, se i tempi di lavorazione fossero “velocizzati” o meno. Tutti elementi che nel mondo degli appalti fanno la differenza tra la vita e la morte dei lavoratori". E la stoccata snocciolando i numeri: "Per fermare la strage non basta il cordoglio: la strage di lavoratori e lavoratrici in corso nel nostro paese non accenna a rallentare, sono stati superati gli 800 morti di lavoro nel 2023". E il ritorno sulla legislazione necessaria: "USB, Rete Iside e altre forze politiche e sociali hanno promosso una legge di iniziativa popolare che introduce il reato di omicidio sul lavoro e lesioni gravi o gravissime sul lavoro, che vuole essere un vero deterrente. La raccolta firme è in corso anche in questi giorni nei luoghi di lavoro e nel territorio cittadino...Con l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro non sarà più possibile pensare che questo meccanismo sia conveniente, mentre ad oggi le pene sono tali che, in molti casi, si è indotti a pensare che non si rischia più di tanto e che si possa speculare sulle vite di lavoratrici e lavoratori".

Intanto le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil Bologna hanno annunciato uno sciopero per il prossimo lunedì nel nome di Alfredo. E affinchè questa scia di sangue possa essere arginata. 

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