rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

L'ombra delle mafie sulla ricostruzione post sisma

Confisca di beni per imprenditore ritenuto attiguo alla cosca di ‘ndrangheta Grande Aracri

Scatta la confisca di beni per un imprenditore ritenuto dagli investigatori attiguo alla cosca di ‘ndrangheta Grande Aracri. Lo riferiscono le Fiamme Gialle, illustrando come lo scorso 14 giugno 2023, su delega del Tribunale di Bologna – Sezione Misure di Prevenzione, il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) della Guardia di Finanza, con la collaborazione dei Nuclei PEF di Reggio Emilia e Mantova, ha dato esecuzione ad un provvedimento di confisca di prevenzione nonché all’applicazione della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di P.S. per 5 anni, emesso dalla  Sezione specializzata del Tribunale felsineo nei confronti di un imprenditore di origine calabrese.

L'ombra delle mafie sulla ricostruzione post sisma 

Da quanto si apprende, nel dicembre dello scorso anno erano stati sottoposti a sequestro beni e partecipazioni in nove società, nonché disponibilità finanziarie, per oltre € 300.000. Le indagini  erano scaturite a seguito di una interdittiva antimafia, emessa dalla Prefettura di Reggio Emilia, nei confronti di una serie di società, operanti nel settore edile, riconducibili all'imprenditore ed inserite, inizialmente, nel circuito delle imprese preposte all’opera di ricostruzione avviata successivamente al terremoto del 2012 che ha sferzato anche la provincia di Bologna.

"Alla luce del provvedimento interdittivo - spiega la GDF - la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo aveva delegato allo S.C.I.C.O. una serie di approfondimenti, anche sotto il profilo patrimoniale, al cui esito era emersa, da un lato, una evidente sproporzione patrimoniale rispetto alla sua capacità reddituale lecita; dall’altro, la presenza di elementi significativi circa la pericolosità sociale dell’imprenditore in relazione all'asservimento delle sue attività economiche, con l’emissione di false fatturazioni e con l’assunzione della qualità di prestanome, agli interessi della cosca di ‘ndrangheta Grande Aracri, sodalizio criminale operante nella provincia di Crotone  con importanti ramificazioni anche in territorio emiliano".

Tale presenza è testimoniata, tra le altre, dall’operazione Aemilia con cui, nel 2015, furono arrestate 160 persone tra Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Calabria e Sicilia, per i reati, tra gli altri, di associazione mafiosa, estorsione ed intestazione fittizia di beni e il cui iter giudiziario ha già avuto da parte della Corte di Cassazione conferma della sentenza di condanna per oltre 70 posizioni.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'ombra delle mafie sulla ricostruzione post sisma

BolognaToday è in caricamento