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Cronaca Centro Storico / Via Guglielmo Oberdan

Occupato edificio di Alma Mater: "Troppo morbidi con i collettivi. Fuori subito"

Così i rappresentanti di Azione Universitaria, ai quali fanno eco le voci delle opposizione in Giunta comunale, che non lesinano accuse e responsabilità all'indirizzo dell'amministrazione

La nuova occupazione partita ieri a Bologna in via Oberdan 16 in un immobile che risulta essere proprietà dell'Ateneo "è solo l'ennesimo atto di illegalità compiuto all'Università". Ma è anche "conseguenza della linea troppo morbida dell'Ateneo rispetto alle occupazioni abusive di spazi pubblici, il che porta questi soggetti a credere di potere fare quello che si vuole con gli immobili presenti in città". Così i rappresentanti di Azione Universitaria aggiungendo: "Pretendiamo che l'Ateneo si attivi quanto prima per richiedere da subito la liberazione dell'immobile di via Oberdan". Peraltro "ci risulta che anche sui graffiti all'Università il Cua impedisca agli operatori di verniciare", ma "i collettivi universitari non rappresentano e non rappresenteranno mai le migliaia di studenti dell'Università di Bologna", concludono gli esponenti di Azione universitaria. 

Opposizione in Giunta comunale all'attacco

A chiedere linea duro e sgombero subito è anche l'opposizione in Giunta Comunale. "Dopo la nuova occupazione del Cua in via Oberdan, è evidente che la situazione delle occupazioni a Bologna è diventata ormai una prassi alla quale il sindaco Lepore e la sua Giunta non sanno o non vogliono opporsi, ostaggi quasi inermi di un gruppo di persone che non si può che definire delinquenziale. Persone che si appropriano delle proprietà altrui approfittando dell'incapacità di questa amministrazione di dissociarsi fermamente dalle loro vergognose azioni". È questo il pensiero di FdI.  In una nota Francesco Sassone, capogruppo di Fratelli d'Italia a Palazzo D'Accursio, e Stefano Cavedagna, consigliere comunale di Fratelli d'Italia evidenziano  come "questa situazione non può più essere tollerata dai cittadini di Bologna e, a nome loro e di tutta la collettività, chiediamo che il palazzo di via Oberdan venga immediatamente sgomberato e restituito ai legittimi proprietari e gli attivisti del Cua fermati definitivamente".

Alle rimostranze di FdI si aggiungono quelle della Lega. "La misura è colma: il sindaco Lepore e la sua Giunta prendano una posizione forte sul tema delle occupazioni abusive. Più l'amministrazione si presenterà permissiva e più gli episodi di questo genere aumenteranno, come stanno dimostrando le cronache degli ultimi periodi. Verso gli occupanti identificati dalla Digos servono misure punitive e prese di posizioni chiare da parte delle istituzioni locali". Così i consiglieri comunali del Carroccio Francesca Scarano, Giulio Venturi e Matteo Di Benedetto. "Occorre al più presto ripristinare le regole della convivenza civile perché il problema del caro-affitti e della scarsità di alloggi non si risolve usando la forza e generando un danno economico alla comunità. Chi ripagherà per i danneggiamenti di proprietà private, come lo stabile in via Serlio, che di proprietà pubblica? Il tema abitativo- concludono i leghisti- resta fondamentale e abbiamo già sollecitato Lepore e la sua Giunta a mettere a disposizione il patrimonio comunale attualmente in disuso ma non possiamo tollerare che passi l'idea che chi non rispetta la legge possa fare ciò che vuole, a discapito dei cittadini corretti".

Unione inquilini vicina agli occupanti: "Spremitura sistematica degli studenti"

Diversa la posizione di Unione inquilini di Bologna che non solo mostra vicinanza agli attivisti del Cua con i quali è solidale sul nodo casa, ma rilancia così chiedendo la mappa degli alloggi sfitti in città e un tavolo per fare in modo che non restino ancora vuoti.  "La sempre più crescente richiesta di poter avere accesso ad una sistemazione abitativa degli studenti in una città come Bologna dove l'Università è da sempre fiore all'occhiello non può più passare sottobanco o alla mercé della speculazione capitalistica", afferma l'Unione inquilini in una nota. Da un lato, continua, c'è la "spremitura sistematica degli studenti con affitti proibitivi per stanze fatiscenti o pratiche in nero che tanto piacciono alla borghesia cittadina" e dall'altro "è indecente che vengano tenuti sfitti e alla incuria 500 metri quadri, come in via Oberdan, per poterci lucrare finanziariamente quando migliaia di studenti si trovano a pagare la media di 500 euro a stanza". Di qui l'appello all'Alma mater a intervenire con decisione sul problema e l'appoggio alle rivendicazioni uscite dall'assemblea dell'occupazione di ieri in via Oberdan "per la messa in campo di nuove forme di autogestione abitativa da parte degli abitanti studenti delle strutture e che le stesse siano adibite a case a canoni concordati per gli studenti". 

Problema alloggi per studenti e nodo affitti brevi

A muovere gli occupanti è la situazione critica del mercato affitti in città, tra le cui cause il dilagare della 'moda' degli affitti brevi, come aveva di recente sottolineato anche il sindaco Lepore, chiedendo al Governo di intervenire con leggi a tutela delle città in questo senso. Non sono però tutti d'accordo. 

Affitti brevi 'colpevoli' di togliere case agli studenti universitari? Secondo una ricerca condotta da Wonderful Italy, azienda che si occupa di case vacanza gestite direttamente, basata su dati propri e della piattaforma di analisi Airdna, le cose non starebbero così a Bologna. I problema della mancanza di alloggi per gli studenti dell'Alma mater è esploso non per colpa di chi fa affitti brevi, sostiene Wonderful Italy: "Negli ultimi tre anni non solo non c'è stata alcuna crescita delle strutture destinate ad affitti brevi, ma al contrario si registrano quasi 1.000 case in meno sul mercato degli affitti brevi. A metà 2019 le case bolognesi presenti sui principali siti di prenotazione ammontavano a 4.497, invece a metà 2022 erano 3.506". Vero è che si sono impennati i prezzi. "A fronte di un calo del 28% dell'offerta di case, la domanda da parte dei turisti che scelgono il capoluogo emiliano per una vacanza è salita nei primi otto mesi del 2022 di ben il 43% rispetto allo stesso periodo del 2020. Come conseguenza di questa domanda superiore all'offerta, si registra come anche i prezzi medi siano saliti sensibilmente, passando dai 94 euro per notte dell'agosto 2020 ai 121 euro di agosto 2022", evidenzia una nota di Wonderful Italy. "Nella nostra analisi abbiamo voluto includere anche il periodo estivo, perché negli ultimi anni è evidente a tutti i bolognesi come la città non solo non si svuoti in estate come invece accadeva in passato, ma si riempia di turisti", spiega Michele Ridolfo Ceo e co-fondatore di Wonderful Italy che a Bologna gestisce circa 150 case per conto dei proprietari. 

A Bologna le case di Wonderful Italy oggi "hanno tassi di occupazione ormai paragonabili a quelli delle grandi città turistiche. Per esempio, a luglio abbiamo registrato un tasso pari al 75%, esattamente allineato al tasso di occupazione delle nostre case a Napoli che potrebbe essere considerata una meta a vocazione più estiva, vista la presenza del mare. Questo dimostra che finalmente anche Bologna si è affermata come destinazione turistica sia per gli italiani sia per gli stranieri che, nelle case da noi gestite a Bologna, arrivano a essere l'80% dei casi in diversi mesi", dice Ridolfo. Un'altra presenza costante di ospiti è rappresentata da chi soggiorna per lavoro. "A Bologna è da sempre presente il mercato dei viaggi business grazie alla Fiera, che concentra la domanda in particolari momenti dell'anno legati alle esposizioni fieristiche più importanti", specifica Michele Silvestri, responsabile sviluppo dell'hub emiliano di Wonderful Italy, uno degli imprenditori locali che partecipa alla società in partnership con WI. Ciò detto Wonderful Italy guarda avanti: "Ci impegniamo a perseguire un impatto sociale positivo nelle aree in cui operiamo. Per questo ricerchiamo e puntiamo sulle case vacanza: per valorizzare strutture già esistenti e spesso non utilizzate e per evitare di consumare nuovo terreno con la costruzione di nuove strutture ricettive a discapito del territorio".  

Gli occupanti

Intanto sono asserragliati sulle loro posizioni gli attivisti e attiviste del Collettivo Autonomo Universitario (Cua) che ieri hanno occupato lo stabile disabitato dell'università in via Oberdan (a pochi giorni dall'occupazione lampo dello studentato Beyoo in via Serlio). "Non usciremo prima che l'Università si prenda le responsabilità politiche sulle nostre vite, finché non verrà pubblicamente qui a trattare con noi, finché non adibirà questo palazzo all'emergenza abitativa, gratuitamente". Così ieri il Collettivo, aggiungendo come "on un momento di crisi economica come quello presente, è letteralmente uno scempio che stabili come questo rimangano alla polvere e al disuso, mentre in tante e in tanti non troviamo casa, non riusciamo a permetterci i prezzi di questa città, ci troviamo costrette a una vita di stenti e privazioni".

L'immobile occupato in via Oberdan

L'immobile, denominato 'Casa Felicini Giovannini', è stato donato all'Università di Bologna dall'ex proprietaria, Paola Giovannini, che nel testamento ha anche donato integralmente sette dipinti alla Pinacoteca di Bologna.  

Nel 2009, anno di successione, la Soprintendenza ha notificato all'Alma Mater la presenza di un vincolo storico artistico, come si legge dalla scheda dell'immobile e dalla visura catastale.

Si tratta di un'abitazione del XV secolo con ingresso da via Guglielmo Oberdan 16, posta al piano nobile-primo di un edificio a tre piani fuori terra oltre seminterrato, composta da camera da letto, tre salette, un soggiorno, un salone, una stanza adibita a studio, due bagni e ulteriori tre servizi igienici di minori dimensioni, cucina, ripostiglio e una cantina al piano interrato, ed autorimessa pertinenziale con ingresso da via San Nicolò 3/c, collegata all’appartamento padronale con una scala interna.

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