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Cronaca Saragozza / Via della Certosa

Nuova occupazione in città: preso uno stabile in via della Certosa

Si tratta di un immobile all’interno dell’ex area di un vivaio: “Rifiutiamo la retorica di finta partecipazione proposta dal Comune”

C’è una nuova occupazione in città: si tratta di uno stabile in via della Certosa 35 che da anni risulta abbandonato. L’immobile si trova a ridosso di un ex vivaio e per questo l’occupazione prende il nome di “Vivaia TFQ” (dove TFQ sta per "transfemminista queer") ma non è ancora chiaro quale sia il collettivo che ha preso l'iniziativa. “La Vivaia TFQ è uno spazio autorganizzato e autogestito esclusivamente da donne, frocie, persone queer transfemministe, attraversabile da tutt*, anche da maschi eterocis si legge nella nota trasmessa sui social network –. Questa scelta nasce dal nostro bisogno e desiderio di costruire lo spazio per noi a partire da noi, uno spazio a cui tutte, tutt* e tutti potranno proporre attività o prenderne parte, tenendone presente i presupposti di base. Dare vita a uno spazio transfemminista queer non vuol dire essere persone già completamente liberate, ma rigettare i dettami del sistema eterocis e patriarcale partendo da noi e voler continuare a crescere in questa direzione”. 

E ancora: “Dal 2016 in poi abbiamo assistito al crescente protagonismo della Fondazione Innovazione Urbana, incaricata formalmente di progettare e orientare i cosiddetti percorsi collaborativi, diventando il baluardo progressista del governo della città. Le proposte offerte dal Comune prevedono un rigido controllo delle progettualità e una forte competizione per la cessione degli spazi, in una dinamica fortemente escludente. Come se non bastasse, questo processo dall'alto crea una forte ricattabilità tale per cui il Comune accede preventivamente al lavoro collettivo delle realtà che partecipano, le quali troppo spesso si devono poi sentir dire dallo stesso che i fondi stanziati non bastano”.

“In questa retorica di "finta partecipazione" è ben facile scovare l'intento di sottrarre sempre più spazio di agibilità politica a tutt* coloro che desiderano un modello alternativo ed autentico di partecipazione dal basso, non competitivo, accessibile in tutti i sensi e che rispecchi davvero i bisogni di chi questa città la vive.  Rifiutiamo questa "finta partecipazione" richiesta dall'alto, rilanciando un'autogestione dal basso, fatta di cura, ascolto, sperimentazione e orizzontalità. Non vogliamo erogare servizi in maniera assistenziale, ma costruire e condividere strumenti, eventi e attività che rispondano ai nostri bisogni e a quelli di chi ci circonda”.

Nonostante sia appena nata, “La Vivaia” ha già un intenso programma per il weekend fatto di pulizie generali, pranzi, cene, proiezioni di film e dj-set. Sul posto sono presenti Polizia Locale e Digos. 

Il commento della politica locale

La notizia non ha lasciato indifferenti le parti politiche: "Ennesima occupazione abusiva a Bologna - scrive in una nota Matteo Di Benedetto, capogruppo della Lega in Consiglio comunale -. Il gruppo si definisce transfemminista e mette come prima regola “no maschi”. Campeggia anche la solita scritta contro il 41bis, fatto che fa sospettare lo zampino degli anarchici. Vari gruppi di sinistra ed estrema sinistra si mescolano: l’unica fattore comune costante è la violenza di chi si appropria di spazi e immobili altrui con l’uso della forza, senza neanche il rispetto per i morti, come in questo caso. Si tratta infatti di un’area a pochi metri dall’ingresso della Certosa, in un’area sottoposta ai vincoli cimiteriali. Molti bolognesi passano di lì per andare a salutare i loro cari, ma la furia di questi gruppi non si arresta davanti a nulla. I soprusi dei forti sui deboli non possono prevalere in una società che vuole dirsi civile, chiediamo lo sgombero immediato da parte delle autorità preposte e l’identificazione e l’allontanamento della città per chi continua a organizzare questi violenti assalti alla nostra comunità”.

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