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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Montagnola, domani il via ai lavori. Il comitato al sindaco: "Dov'è la partecipazione?"

Free Montagnola boccia Palazzo d'Accursio dopo aver appreso che il 7 novembre cominciano i lavori. In una lettera spiegano i motivi della loro delusione: "Noi che abbiamo profuso risorse e sforzi per riqualificare un posto reietto non siam ostati coinvolti"

"Oggi è una giornata triste, per noi. Una giornata in cui si è persa l’occasione di andare avanti insieme, dove i cittadini e le cittadine desiderosi di fare, di partecipare, di amare un bene comune, sono scavalcati, presi in giro, ridicolizzati. Caro sindaco, non siamo umarell che vogliono vedere la città immobile: siamo uomini e donne che amano e sognano e che vedono che quella Bologna lì c’è ancora, è tra la gente, nelle strade. Ma non è più ai piani alti della città. Ci auguriamo che l’umiltà, qualità preziosa, torni a viaggiare davvero insieme all’ascolto": con queste e tante altre parole (tutte contenute in una lunga lettera) i cittadini e le cittadine legati al Parco della Montagnola e riuniti sotto il comitato Free Montagnola si rivolgono al primo cittadino Matteo Lepore dopo l'annuncio di ieri della partenza dei lavori. Che cominceranno domani, lunedì 7 novembre. 

Raccolta di firme contro il progetto del Comune di Bologna 

La lettera al sindaco: "Qual è il senso della partecipazione allora?"

"Ancora una volta apprendiamo da un comunicato stampa che il Comune di Bologna, incurante delle proteste, incurante delle oltre mille firme raccolte in sole due settimane, incurante dei cittadini e delle cittadine, della loro volontà di partecipazione, del loro affetto verso il parco che hanno frequentato anche nei momenti più bui, incurante di chi ha profuso risorse e sforzi per riqualificare un posto reietto, riuscendoci, sceglie la strada del 'va tutto bene, andiamo tutti d’accordo e non ci sono problemi'. 

Una strada che si sta concretizzando ogni giorno che passa dall’insediamento di questa nuova Amministrazione, che parla di ascolto e pratica il contrario, che sceglie di far sapere a quella parte di città ignara di cosa accade altrove, al resto del Paese, e talvolta anche dell’Europa e del mondo, che a Bologna vige la partecipazione. Oggi apprendiamo che il cantiere che ha interdetto un’enorme fetta di parco alla cittadinanza e a turisti perplessi, un cantiere immobile da sette mesi, 'finalmente' parte. E si sciorinano ancora una volta tutti i 'buoni propositi'. Nessuno contesta l’efficienza energetica dello spazio che dovrebbe sorgere nel parco perché è evidente che sarà così. E ci mancherebbe altro. Ma questa è la città dove i progetti vengono pensati in un’epoca e fatti in un’altra, anche se le condizioni e il contesto generale nel frattempo sono estremamente modificati". 

La questione del consumo di suolo

"È anche curioso osservare l’insistenza nel ribadire che il consumo di suolo non ci sarà, ma secondo Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, in linea con le modalità previste dal monitoraggio europeo, il consumo c’è, perché ogni aumento di superficie di copertura configura un consumo di suolo anche laddove il terreno resta permeabile - prosegue la lettera indirizzata a Matteo lepore - Interessante anche come si cerchino di accostare due modalità che evidentemente non possono procedere in maniera parallela: l’inizio dei lavori e la co-progettazione. Si fa infatti riferimento al 'percorso partecipato' avviato il 30 giugno: un incontro comunicato all’esterno dal Comune, pochi giorni prima, come avvio del percorso partecipato, appunto, quando è noto che sia stata, invece, la risposta edulcorata ad una richiesta di assemblea perpetuata per settimane e ad una raccolta firme. Ma si continua a negare l’evidenza dello snocciolarsi dei fatti al cospetto di quella parte di città che non sa. 

Mentre stavamo ancora aspettando di conoscere la seconda puntata del percorso partecipato che tale non è, scopriamo dai comunicati stampa la data: il 16 novembre. Nessuno dei soggetti coinvolti ne era a conoscenza. Chiediamo: come si possono iniziare dei lavori di costruzione e contemporaneamente dire che si co-progetterà? La co-progettazione non dovrebbe precedere la costruzione? Perché è stato assegnato un progetto a un professionista senza interpellare nessuno degli stakeholder? C’era fretta, ha risposto in alcune occasioni. Perché un così scarso coinvolgimento?"

Le mura sono un urinatoio e le condizioni del giradino storico pietose

Siamo nel 2022, con una crisi climatica enorme in atto. E a Bologna si decide di costruire in un parco una struttura più grande della precedente, investendo due milioni, quando il resto del giardino storico è in condizioni pietose, che nulla hanno a che vedere con ciò che si definisce una città progressista, con la pulizia che due soli operatori non riescono a gestire, con i bidoni dell’immondizia scoperti (sono pochi quelli anti-cornacchia) e i rifiuti trasportati ovunque. Dove le mura storiche che delineano l’entrata posteriore sono un urinatorio e defecatorio a cielo aperto. 

Cosa sono 600mila euro promessi il 30 giugno per un parco che era progressista forse negli anni ’70, che ha giochi e attrezzature ridicoli per una città “europea” come Bologna?  Ha visto il sindaco nella piccola mostra allestita sulla recinzione del cantiere fermo da sette mesi, sporco, cosa significa usare i parchi in modo progressista nel resto dell’Europa e in altre città?  Perché ha continuato a ripetere 'non si abbatteranno alberi' e poi viene comunicato che due ginko biloba spariranno ('non tutelati', certo, ma bellissimi). Verranno sostituiti da due “a maggior capacità di assorbimento di CO2”. Dovremmo dire grazie? Il passaparola è già iniziato e i bambini e le bambine stanno dicendo che si incateneranno. Speriamo che lo facciano: il futuro è il loro!"

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