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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Senza reddito di cittadinanza cresce la fila per un pasto: "Sono più i bisognosi dei furbetti"

Giovanni Melli, presidente di Civibo/Cucine Popolari racconta gli effetti del cambiamento sul sistema di sussidio: "La nostra cultura colpevolizza il povero, ma le cause della povertà sono tante e possono riguardare tutti noi"

Lo sguardo verso il basso e quel senso di vergogna che deve fare i conti con la necessità e quindi, inevitabilmente, perde terreno ricorrendo a una maschera. Un bisogno che va al di là del pasto offerto e che dopo le limitazioni al reddito di cittadinanza è cresciuto, così come racconta il presidente di Civibo/Cucine Popolari Giovanni Melli, che le persone in fila alle mense di Bologna le vede ogni giorno: "Molti in queste settimane hanno scoperto o sono stati avvisati della sospensione del loro reddito di cittadinanza: le verifiche e l'eventuale passaggio di sistema comportano delle tempistiche, che potrebbero significare anche un paio di mesi di 'limbo'. E intanto a tavola qualcosa bisogna mettercelo e l'affitto pagarlo. Abbiamo e stiamo avvertendo una grande preoccupazione perché senza quel reddito di cittadinanza che serviva a molti per fare la spesa e che, per esempio, a ridosso dell'inizio delle lezioni è sempre stato prezioso per l'acquisto di libri e materiale scolastico le cose per tanti italiani sono cambiate e i numeri di ospiti alle nostre mense sono cresciuti di almeno quaranta persone in poco tempo". Ogni giorno a Bologna Cucine Popolari serve quasi 600 pasti. 

"La gamma delle sensazioni e delle emozioni che registriamo quotidianamente è varia e va dallo sbigottimento all'arrabbiatura, mettendo insieme anche quel senso di vergogna che deriva dalla nostra cultura: il povero delle espiare delle pene, ha lui la colpa per la situazione nella quale si trova. Non pensiamo a casi della vita e malattie, a tutte le cause che possono portare chiunque a uno stato di povertà. Lo sguardo di molti è rivolto verso il basso, ma noi queste persone le guardiamo in faccia: ce ne vuole per nascondere la maschera di vergogna e protezione, ma ci si riesce" spiega ancora Giovanni Melli. 

"Noi sull'emergenza interveniamo sempre, ma cerchiamo assieme ad altre associazioni a non fermarci al semplice dare: alziamo il tono della voce perché un paese civile non può mettere le persone in queste condizioni, con milioni di italiani in difficoltà. Non mi sembra nell'agenda questo, ma si enfatizzano i furbetti che sono una minoranza mentre le persone che hanno bisogno sono davvero molte. Va bene dare un pasto, ma anche sostegni all'affitto e per le morosità: un insieme di cose che stanno andando a rotoli su questo versante e bisogna fare qualcosa". 

Una quarantina di richieste in più in una settimana: i numeri vanno su 

Le Cucine popolari non hanno ancora una stima precisa dell'aumento di persone in cerca di aiuto, considerando anche lo svuotamento estivo della città, ma "nelle ultime due settimane abbiamo notato una quarantina di richieste in più su come fare per venire a usufruire dei pasti della mensa", dice ancora Melli. Che, intanto, riferisce di aver sollecitato l'amministrazione comunale a fare una sorta di censimento delle persone che in città si rivolgono alle varie mense solidali, perché "c'è da domandarsi quante sono veramente e purtroppo a oggi non ci sono dati".

Il ragionamento di Melli sul Reddito di cittadinanza è "davvero centrato", raccoglie l'assist l'assessore comunale Massimo Bugani, presente alla stessa conferenza stampa. Questo strumento di sostegno è stato "barbaramente tolto a migliaia di persone anche sul nostro territorio e a tantissime in tutta Italia", sottolinea Bugani: "Credo sia un segnale anacronistico, fuori dal tempo che stiamo vivendo e molto grave". In più, si registrano "difficoltà di accesso alle altre forme di sostegno. Ce lo stanno dicendo le persone in difficoltà e le Cucine popolari ci dicono che sono in grande aumento le persone che hanno bisogno di un pasto perché perdendo il Reddito di cittadinanza non riescono più a permettersi un pranzo dignitoso", aggiunge l'assessore: quello lanciato da Melli è dunque "un messaggio da urlare a tutta la politica nazionale perché il Reddito di cittadinanza, per quanto sia stato raccontato solo per la piccola percentuale di abusi fatti da furbetti, è stato qualcosa che invece ha retto la tensione sociale e ha tenuto insieme la società in questi anni difficili".

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