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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Referendum sul Reddito cittadinanza: è scontro tra Italia Viva e Lepore

Linea di faglia tra la formazione bolognese di Matteo Renzi e il primo cittadino, schieratosi contro al quesito e alla relativa raccolta firme per abolire la misura di sostegno

Nel giorno della verità sulla tenuta del Governo Draghi si riaccende lo scontro a Bologna tra i renziani e il sindaco Matteo Lepore. Lo starto maggiore di Italia viva sotto le torri no ha infatti preso bene le parole del primo cittadino contro il referendum sul reddito di cittadinanza, pronunciate da Lepore alla feste di Articolo Uno.

"Riformisti e progressisti non fanno battaglie contro le persone", ha detto Lepore l'altra sera, spiegando che secondo lui "non si può fare un referendum popolare sul reddito di cittadinanza". Il che non vuol dire, ha precisato, che Iv "è fuori" dalla coalizione di centrosinistra, ma che "non possiamo dire 'agenda sociale, a ottobre arriva la crisi, inizieremo a chiudere le fabbriche' e dire alle persone che in questo momento hanno una speranza sul reddito di cittadinanza che devono dimenticarsi un futuro".

I renziani, fin da inizio mandato spesso in attrito con Lepore, non lasciano correre e oggi il portavoce del partito, Alberto De Bernardi, firma un comunicato di fuoco in cui bolla come "ricostruzione caricaturale della realtà" il ragionamento del sindaco.

Anzi, per De Bernardi c'è dell'altro. "L'amore per i poveri non c'entra nulla -chiosa- difendere il Reddito di cittadinanza serve solo strumentalmente per fare la respirazione bocca a bocca all'alleanza progressista con il M5s, che fa acqua da tutte le parti". E se Lepore "ci rimprovera" e dice che "se non amiamo il popolo non saremo ammessi al campo largo. Lo vogliamo rassicurare: a noi quel campo non interessa per nulla".

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In casa renziana, come si racconta a taccuini chiusi, le parole di Lepore sono viste come "attacco gratuito". E allora Iv gli segnala che la sua visione ha il fiato corto: "Siamo pazienti e convinti che quando la cultura politica di Lepore si ridurrà a un fenomeno isolato della 'cittadella più progressista d'Italia', col Pd potremo riprendere un cammino comune. Penso che non ci vorrà molto", afferma De Bernardi. Insomma, dicono i renziani, tenetevi "tutto l'armamentario di chiacchiere sinistre: noi lavoriamo ad un altro progetto antipopupolista, antimassimalista, europeista e atlantista. Vogliamo costruire il partito per Draghi".

Lepore aveva spiegato che "il Pd non deve picchiare in testa agli alleati" ma costruire il programma prendendo esempio dall'Ulivo che discuteva con sindacati, associazioni e mondo delle imprese, "cose che consideriamo esterne alla politica".

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E che servono "posizioni chiare", ad esempio: il referendum contro il Reddito di cittadinanza "non si può fare". Si può riformarlo, "i riformisti fanno le riforme, non picchiano in testa alle persone, non fanno battaglie ideologiche". E se si vogliono riportare le persone a votare alle elezioni, per Lepore "dicendo che facciamo un referendum contro il Reddito di cittadinanza, diciamo 'state a casa'".

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Lepore, commenta De Bernardi, "si inerpica in un ragionamento fumoso su chi rappresenta i ceti popolari affermando che tra i possibili compagni di viaggio alle future elezioni ce ne sono alcuni, e chiaramente Iv è tra questi, a cui i poveri fanno schifo", ma "nelle concrete azioni di Lepore assessore e sindaco non ve ne è una che metta in luce che lui sia un paladino della povertà e dei ceti disagiati". Dunque, conclude, "ricapitoliamo: se vuoi abolire il reddito di cittadinanza che si è rivelato un pozzo senza fondo che non ha alleviato se non marginalmente la povertà senza sostenere l'ingresso nel mercato del lavoro per chi poteva aspirare a un lavoro, è stato una sentina di truffe e corruzione, per realizzare altri strumenti molto più efficaci, non ami i poveri, sei di destra; se invece, dopo averlo criticato quando venne proposto dal Conte 1 con gli stessi argomenti utilizzati da Iv, ora lo difendi come straordinario strumento di lotta contro la povertà, sei vero amico dei poveri". (Dire)

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