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Cronaca

Riciclaggio di denaro: operazioni sospette in aumento, anche a Bologna

Segnalazioni in crescita su riciclaggio e criminalità economica e finanziaria in tutto il paese, Emilia-Romagna e Bologna non fanno eccezione

Segnalazioni in crescita nel 2022 su riciclaggio e criminalità economica e finanziaria in tutto il paese, e l'Emilia-Romagna non fa eccezione, dove sono state 9.570. Lo rivela il Rapporto Annuale 2022 dell'Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia - UIF - della Banca d'Italia, deputata a ricevere segnalazioni di operazioni sospette (SOS) di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo e di proliferazione di armi di distruzione di massa che intermediari finanziari, professionisti e altri operatori qualificati devono individuare, valutare e comunicare. 

"Se l'incremento nazionale delle recenti segnalazioni semestrali è stato del 4,7%, in Emilia Romagna si sale a un oscuro +7%, occupando il triste 5° posto nazionale fra le peggiori Regioni dopo Campania, Lombardia, Lazio e Veneto - ovvero - dalle nostre province regionali si sono registrate ben 821 segnalazioni ogni mese", spiega Franco Zavatti del coordinamento regionale legalità Cgil.  Bologna fa registrare un + 11%, ma è Modena è prima sul podio nero con +17% "tra le prime e peggiori 17 provincie italiane" sentenzia Zavatti. 

Le segnalazioni 

La distribuzione territoriale delle segnalazioni è sovrapponibile alle mappature predisposte dalla DIA e dalla DNA. Il 19,8% riguarda la Campania, seguita dal Lazio (14,4%) e dalla Lombardia (14,1%); seguono la Sicilia (8,1%), la Puglia (6,4%), la Calabria (5,3%) e l’Emilia-Romagna (5,1%). Roma, Napoli e Milano si confermano le prime tre province nelle quali si concentrano i maggiori volumi potenzialmente riconducili alle consorterie criminali, con una incidenza complessiva del 32,9%.

Finanziamento del terrorismo

La UIF acquisisce informazioni riguardanti ipotesi di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo principalmente attraverso le segnalazioni di operazioni sospette trasmesse. Nel 2022 la percezione del rischio di finanziamento del terrorismo emergente dalle segnalazioni è "in larga misura associata alla minaccia jihadista: questa, nel contesto europeo, risulta tuttora principalmente collegata al pericolo di azioni violente realizzabili da piccoli gruppi (“cellule”) o singoli individui (“lupi solitari”) attraverso mezzi offensivi che non richiedono rilevanti risorse sul piano organizzativo o finanziario - spiega il rapporto - In questo scenario si è inserito, dal febbraio 2022, lo scoppio del conflitto russo-ucraino- si legge - su tale percezione hanno influito anche le notizie diffuse dai mass media in merito a cittadini con nazionalità o residenza italiana che si sarebbero uniti alle forze combattenti su entrambi i fronti del conflitto. In alcuni casi si tratta di soggetti già attenzionati in passato dagli Organi investigativi per il loro coinvolgimento in gruppi caratterizzati dall’adesione agli ideali del radicalismo violento". 

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Si nota la predominanza delle regioni dell’Italia centro-settentrionale, sia la maggior concentrazione in quattro aree geografiche: (a) province del confine settentrionale ove sono presenti valichi di frontiera con la Francia (Imperia), la Svizzera (Varese, Sondrio), l’Austria (Bolzano); (b) area padana, in particolare emiliana (Piacenza, Reggio Emilia, Bologna, Forlì-Cesena) e veneta (Rovigo, Verona, Padova, Venezia); (c) Italia centrale, con le province di Siena, Ancona e Roma (con propaggini in quelle di Pescara e Isernia); (d) zone costiere della Sicilia meridionale (in particolare le province orientali di Siracusa e Ragusa).

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