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Cronaca Savena / Via Augusto Murri

Maxi-rissa tra adolescenti ai Giardini Margherita: 7 denunce e 50 segnalazioni

Nei guai due maggiorenni e cinque minori, accusati del reato di rissa. Sei appartengono alla 'Bologna bene'. Oltre 50 i ragazzini segnalati alla Procura minorile. E' il bilancio finale delle indagini sullo scontro tra 250 giovanissimi: un 'esercito' diviso in due contraddistinte classi sociali

Sette denunce, che coinvolgono due maggiorenni e cinque minori. Questo il bilancio delle indagini, appena concluse, intorno alla maxi-rissa tra adolescenti avvenuta lo scorso settembre ai Giardini Margherita. Un episodio allarmante di violenza tra giovanissimi, che vedeva contrapposte due classi sociali,  'Bologna bene', i figli di 'papà', e i 'Bologna feccia', ossia i ragazzi di estrazione più modesta. Lo scontro aveva visto  sfidarsi circa 250 ragazzini, tra i 14 e i 18 anni, un vero e proprio 'esercito', reclutato via social-network.

Secondo quanto ricostruito, si affrontarono circa 250 ragazzini, ma al contatto fisico, infine, arrivarono in pochi. Così le indagini, svolte dai carabinieri, hanno portato a 'soli' sette responsabili, che sarebbero accusati del reato di rissa. Sei denunciati su sette apparterrebbero al raggruppamento 'Bolo-bene'. Ora saranno le due Procure, quella dei Minorenni e quella ordinaria, a definire le inchieste che hanno rispettivamente aperto.

I carabinieri della stazione Bologna Centro hanno poi segnalato alla Procura Minorile oltre 50 ragazzini dopo essere stati identificati sul social network Ask quali partecipanti agli sfottò e alla preparazione del duello reale. Per loro non sono stati ravvisati reati, ma la segnalazione sarà utilizzata dal Pm per valutare se farli seguire dai servizi sociali.

Il grave episodio di violenza aveva aperto un dibattito vivo in città. Un nutrito numero di esperti si era riunito in Comune, a pochi giorni dallo scontro, per capirne i motivi. "Senza futuro i nostri ragazzi si picchiano", questo il nome dato all'incontro. Nell'occasione l'assessore Frascaroli aveva detto: "Il web può diventare uno strumento fuori controllo, sono rimasta colpita dallo scontro tra classi sociali (GUARDA IL VIDEO), non eravamo più abituati, sintomi di un razzismo strisciante anche da parte degli adulti". L'assessore aveva puntato l'attenzione verso i genitori, aveva detto, "bisogna dare sostegno e appoggio alla famiglia e al suo ruolo educante e poi alla scuola, che non sia solo un passaggio di informazioni". “

BolognaToday, nella circostanza, aveva anche voluto raccogliere il punto di vista dei giovani, per capire come interpretavano l'episodio e che 'aria' tirasse tra gli adolescenti in città. "Apparire è ciò che conta"- aveva raccontato una liceale, dettagliando: "La ricchezza è ostentata e le tensioni sono alimentate dalla differenza di ceto". 'Per certi versi - continuava a raccontare la 17enne - mi sembra che la vicenda dei Giardini Margherita sia stata un po' "gonfiata" confermo che i gruppi Bolobene/Bolofeccia sono reali, anche se come etichetta io conoscevo per esempio quella dei baby-rich ovvero piccoli ricchi: figli di papà che ostentano tutto quello che possiedono e che vestono solo griffato (spesso iscritti a scuole private come il San Luigi), adolescenti con paghette da urlo insomma, che si spendono tutto in oggetti del desiderio.“ Questa, insomma, l'atmosfera in alcuni i corridoio delle scuole superiori del capoluogo felsineo, che ricordano tanto le lotte di classe passate, ma che purtroppo, a quanto pare, non si sono mai esaurite. Restano ancora vive, nonostante corra da ormai oltre un decennio il XXI secolo.

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