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Cronaca

Sanità e liste d'attesa. Si lavora per accorciare i tempi: ecco cosa cambia

Come annunciato, la Regione ha presentato il piano per tagliare i tempi di prenotazione e accesso a visite ed esami specialistici. Cosa cambia

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Come annunciato, la Regione ha presentato il piano per tagliare i tempi di prenotazione e accesso a visite ed esami specialistici (liste d'attesa). 
Entro il mese di aprile ogni Azienda sanitaria dovrà predisporre un Piano straordinario di produzione per il proprio ambito territoriale, con azioni di breve, medio e lungo periodo.

Viale Aldo Moro ha stanziato 30 milioni di euro per abbattere le liste d’attesa già a partire dal 2024 con diverse azioni a breve perioso, l’aumento dell’offerta anche attraverso il coinvolgimento delle strutture private accreditate, agende aperte e l’introduzione di liste per la registrazione delle richieste inevase, con smaltimento in ordine cronologico, per sgravare il cittadino dall’onere di ricontattare i servizi di prenotazione. 

Il piano è stato presentato oggi in viale Aldo Moro con l’obiettivo di "accompagnare il sistema sanitario pubblico regionale verso un nuovo paradigma di attuazione dell’Assistenza specialistica ambulatoriale, e contemporaneamente consentire ai cittadini di usufruire, in maniera uniforme e omogenea in tutta la regione, di una maggiore offerta di prestazioni in tempi previ. Come sta avvenendo per la riorganizzazione della Rete di emergenza-urgenza, che procede con risultati molto positivi, anche sul fronte delle prestazioni specialistiche ambulatoriali l’impegno è da un lato continuare a garantire ai cittadini un adeguato livello di offerta e prossimità dei servizi, dall’altro accompagnarli verso una fruizione appropriata" fa sapere la Regione. 

A illustrare i dettagli del provvedimento, oggi in Regione a Bologna in conferenza stampa, il presidente, Stefano Bonaccini, e l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini.

Semplifichiamo le prenotazioni e incrementiamo la presenza dei medici specialisti su tutto il territorio

“Nonostante le criticità che la sanità pubblica sta attraversando a causa dei mancati finanziamenti nazionali e della carenza di personale, la Regione Emilia-Romagna sul diritto alla salute non arretra di un passo, per continuare a garantire ai cittadini un servizio pubblico e universalistico gravemente messo a rischio - affermano Bonaccini e Donini -. In tutto il Paese le liste di attesa si sono allungate, e anche la nostra regione, dove il consumo di prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale è tra i più alti in Italia, deve fare i conti con questa realtà.  Con questo nuovo percorso, che finanziamo mettendoci ancora una volta risorse regionali, già a partire da quest’anno aumentiamo di 1 milione le prestazioni disponibili, semplifichiamo le prenotazioni e incrementiamo la presenza dei medici specialisti su tutto il territorio”.

“Si tratta di un impegno che portiamo avanti da tempo - aggiungono Bonaccini e Donini -. Lo abbiamo fatto con la riorganizzazione delle cure primarie territoriali e del sistema di emergenza-urgenza, che sta dando risultati importanti, con i Piani regionali di recupero delle liste di attesa post-pandemia, in ambito ambulatoriale, di ricovero e chirurgico, che ci hanno consentito di tornare ai livelli pre-Covid di erogazione dei servizi. E lo facciamo ora, con il potenziamento dell’assistenza specialistica ambulatoriale, puntando su misure e provvedimenti di breve, medio e lungo termine, uniformi sul territorio, e attraverso il dialogo e il confronto con le Aziende sanitarie e le Organizzazioni sindacali, come abbiamo fatto per la riforma dell’emergenza-urgenza”. 

Si tratta di una strategia pluriennale che ha consentito di ottenere significativi risultati nella riduzione dei tempi di attesa e nel recupero delle prestazioni non erogate nel periodo Covid: nel 2023 il volume di prestazioni ha superato quota 16 milioni, tornando quasi ai livelli del 2019, quando erano state circa 16,9 milioni.

"In difesa della sanità pubblica e universalistica che, per l’Emilia-Romagna, resta l’unico modello sanitario possibile, da sostenere e rafforzare, perché messo fortemente a rischio per insufficienza di risorse stanziate a livello nazionale e per la carenza di personale. Un concetto ribadito dalla campagna di comunicazione e sensibilizzazione voluta dalla Regione - 'Lunga vita alla sanità pubblica' -, che giovedì prossimo a Milano si vedrà assegnare il premio Una, l’Associazione delle aziende di comunicazione, come miglior campagna nella categoria comunicazione per la Pubblica amministrazione" si legge nella nota. 

Le azioni nel breve periodo

Coinvolgimento di strutture private accreditate, da un lato per consentire al sistema di assorbire il maggior numero di richieste non ancora evase e di riportare le attese a una situazione di maggiore equilibrio, e dall’altro per offrire ai cittadini servizi di assistenza e cura appropriati, ovvero commisurati ai propri bisogni, sotto il profilo prescrittivo, organizzativo ed erogativo.

Si tratterebbe quindi di rendere sempre effettiva la possibilità di prenotare le prestazioni, garantendo le condizioni per avere le agende sempre aperte e con un orizzonte di disponibilità di almeno 24 mesi; aiutare gli utenti sollevandoli dall’onere di dover ricontattare i servizi di prenotazione nel caso non vi fosse disponibilità, ma introducendo in questi casi le liste per la registrazione delle richieste in un elenco progressivo in ordine cronologico e garantire i tempi di attesa delle classi di priorità indicate in ricetta. 

Cosa cambia dal mese di aprile

Già entro il mese di aprile, inoltre, ciascuna Azienda Usl, in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera-Universitaria o eventuale Irccs di riferimento, dovrà presentare un Piano straordinario di produzione per il proprio ambito territoriale, per garantire, nell’immediato e per tutto il 2024, un significativo aumento di prestazioni. Le Aziende dovranno migliorare ulteriormente l’efficienza produttiva ed organizzativa, anche incrementando la presenza e l’operatività degli specialisti nel setting ambulatoriale e nelle strutture territoriali, in primis le Case della Comunità.

Le azioni di medio-lungo periodo

Utilizzo delle nuove tecnologie per l’efficientamento dei processi di prenotazione delle prestazioni sanitarie.
Da un lato attraverso strumenti che semplifichino il rapporto con il cittadino, anche mediante il ricorso a sistemi di prenotazione “intelligente” e il più possibile automatizzata, che a partire dalle prescrizioni consentano la ricerca sulle agende disponibili fornendo il primo appuntamento, senza quindi la necessità di interventi da parte degli operatori.

Dall’altro, un’organizzazione della rete di offerta che predisponga, per le prestazioni a bassa complessità ed alta prevalenza, l'erogazione nelle Case della Comunità a livello distrettuale o di area (anche attraverso l’attivazione di percorsi di presa in carico dei pazienti cronici o anziani pluripatologici), e per quelle più complesse e a bassa prevalenza, l’erogazione nelle sedi Hub.

Tra le azioni previste, inoltre, il miglioramento dell’efficienza e il pieno utilizzo degli spazi ambulatoriali e delle dotazioni tecnologiche a disposizione; l’implementazione di strumenti di confronto clinico tra medici di medicina generale e specialisti, ad esempio con il teleconsulto; e ancora, la riorganizzazione dell’accesso alla chirurgia ambulatoriale e delle relative piattaforme. 

Soddisfazione dei sindacati

Soddisfazione di Cgil Cisl Uil Emilia Romagna e delle categorie dei pensionati e dei lavoratori: "Tenuto conto del sottofinanziamento del Sistema Sanitario Nazionale e dei perduranti vincoli nazionali su assunzioni e spesa per il personale che condizionano gravemente la programmazione regionale - scrivono in una nota - ritengono che il complesso degli interventi predisposti e le verifiche previste possano produrre miglioramenti nell’accesso alle prestazioni specialistiche, nell’ottica dell’effettiva tutela del diritto alla salute, evitando così
indebiti costi a carico dei cittadini o la rinuncia alle cure.

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