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Cronaca

Arianna Mihajlovic: “Sinisa pagato dal Bologna anche da morto: è un club speciale”

La moglie dell’ex tecnico rossoblù, in una lunga intervista, ha parlato anche di come ha affrontato il periodo dopo la morte del marito

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È passato più di un anno dalla morte di Sinisa Mihajlovic, ex allenatore del Bologna, morto il 16 dicembre del 2022 in seguito alle complicazioni di una leucemia mieloide acuta. La tifoseria e il club rossoblù non hanno mai mancato di onorare la memoria di Miha, come testimoniato anche dalle parole di Arianna Rapaccioni, che oggi ha concesso una lunga intervista al quotidiano Il Messaggero.

Il rapporto con il club

“Sinisa non se lo aspettava e ci è rimasto molto male – ha detto Rapaccioni parlando di quando il marito fu esonerato dal Bologna – d’altronde lo aveva anche detto. Non si sarebbe mai dimesso, voleva continuare perché la sua voglia di lottare era unica. Il Bologna ha scelto un’altra strada e non posso giudicare: ha onorato lo stipendio di mio marito fino alla scadenza del contratto. Un gesto straordinario, che in un momento di sbandamento mi ha dato delle sicurezze. Il presidente Saputo, Bergamini, Fenucci, Marchetti, Di Vaio: nessuno mi ha dimenticato, una società speciale e una città speciale. Anche con Sabatini c’era un rapporto pazzesco”. Parole al miele anche per la città e i tifosi rossoblù: “Ci era entrata nel cuore ancora prima della malattia. E durante il percorso di sofferenza è diventato un amore viscerale: le settimane in ospedale, la sofferenza al campo di allenamento. Tutto condiviso con gente meravigliosa”.

Le cure

Arianna Rapaccioni ha ripercorso anche le tappe della cura a cui Sinisa si era sottoposto: “Ricordo ancora il viaggio verso Roma, io e lui chiusi nel silenzio. ‘Amò – mi chiamava così – a cosa stai pensando?’, mi sussurrava ogni tanto. Io gli facevo coraggio e lui mi gelò: ‘sai, mi dispiace che i miei figli non avranno più un padre e che i miei nipoti non avranno un nonno’. Dopo la ricaduta, la situazione si è aggravata e quando i medici non ci hanno dato più speranze io mi sono confrontata con i miei cinque figli. Tutti insieme abbiamo deciso di non procurare un altro dolore a Sinisa. Oggi, un po’, questo pensiero ci tormenta: lo abbiamo tradito oppure amato, nascondendo la verità? Ancora non l’ho capito”.

Cure, di diverso tipo, che anche la ex showgirl romana ha dovuto affrontare a causa della depressione che l’ha colpita dopo la morte del marito: “Il professionista a cui mi sono rivolta ad un certo punto mi ha detto: Arianna, o ti rialzi e vivi per te e i tuoi figli, oppure ti lasci andare e te ne vai come Sinisa. Frasi forti, che mi hanno scosso e ricordato chi sono: vengo dalla borgata, ho avuto una palestra di vita molto pesante e oggi raccolgo i frutti di quella esperienza. Non lo nego, niente è come prima, ma ho dei figli meravigliosi e una nipotina. Ho deciso di vivere”. Ora, Rapaccioni cerca “di non stare troppo a casa, non ci riesco, troppa memoria, almeno per adesso. Vedo le mie amiche, mi occupo degli affari che gestiva Sinisa, poi ho dei momenti di crisi da cui esco con l’aiuto dei miei figli”.

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