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Cronaca

Strage Parigi, PDci Bologna: 'Una sorta di 11 settembre della Francia e dell'Europa"

"L'attentato di Parigi è un atto criminale volto a creare un clima di guerra nell'opinione pubblica europea e occidentale". Così l'affondo del Partito dei Comunisti Italiani - Federazione di Bologna - all'indomani dell'assalto della redazione del giornale satirico Charlie Hebdo

"L'attentato di Parigi è un atto criminale volto a creare un clima di guerra nell'opinione pubblica europea e occidentale". Così l'affondo del Partito dei Comunisti Italiani -
Federazione di Bologna
- all'indomani del blitz armato di ieri nella redazione del giornale satirico Charlie Hebdo contro giornalisti e dipendenti. Il PDci si aggiunge ai moniti lanciati a livello locale: condanna ferma contro l'"attacco barbaro' da parte del comitato islamico bolognese, mentre la Lega Nord invoca lo "stop alle moschee" e FN propone 'un urgente censimento dei musulmani'.

"Temiamo seriamente di essere in presenza di una sorta di 11 settembre della Francia (e dell'Europa), tramite il quale forze oscure, contrarie alla pace, vogliono indurre l'opinione pubblica francese ed occidentale ad una reazione di guerra in nome della lotta contro l'estremismo islamico, ad una nuova crociata contro gli infedeli, che tenda ad assumere il carattere di uno “scontro di civiltà”. E' il pensiero di Fausto Sorini, segreteria nazionale PDci , responsabile esteri, che aggiunge: "Come per l'11 settembre, in cui l'attentato alle Due Torri - attribuito ad estremisti islamici - servì all'imperialismo americano per scatenare l'aggressione e l'occupazione dell'Afghanistan (accusato di proteggerne i mandanti); così oggi l'attentato di Parigi viene attribuito da una potente campagna mediatica all'ISIS o ad analoghe entità fondamentaliste della Stato Islamico. Si tratta di quelle stesse entità, che sono state armate e sostenute fino ad ieri dagli Usa, dalla Gran Bretagna, dalla Francia per destabilizzare ed aggredire la Libia, la Siria, l'Iraq (domani forse l'Iran), al fine di rafforzare e giustificare l'escalation della presenza militare atlantica in Medio Oriente, o in altre regioni nevralgiche del mondo. E che oggi sfuggono al controllo dei loro padroni, o ne sono in qualche misura manovrate".

C'è preoccupazione "per le sorti della pace mondiale, che vediamo oggi seriamente minacciata da una escalation di guerra economica e militare imperialista. - continua Sorini - e siamo anche preoccupati (a volte scandalizzati) per l'indifferenza o l'opportunismo con cui anche forze che si vorrebbero democratiche o di sinistra si sottraggono ad una precisa analisi e assunzione di responsabilità in materia di pace e guerra. L'Italia, membro attivo della NATO, non è certo estranea a questo teatro inquietante di escalation militare. I governi italiani che si sono succeduti in questi anni hanno pesantemente contribuito e avallato tale escalation: Iraq, Yugoslavia, Afghanistan, Libia, Siria, Ucraina".

E' necessario - chiosa il PDci - "operare affinchè tutte le forze amanti della pace e contrarie a tale politica di aggressione, comunque collocate, diano il loro contributo per fermare questa marcia verso un conflitto globale, prima che sia troppo tardi. La stessa elezione del nuovo Presidente della Repubblica può e deve essere innanzitutto l'occasione per favorire l'ascesa al Colle di una figura che – diversamente dal ruolo deteriore svolto da Giorgio Napolitano – possa dare un contributo almeno in parte favorevole ad una collocazione internazionale dell'Italia meno subalterna al sistema di guerra e di aggressione militare, più disponibile ad una linea di cooperazione internazionale multipolare. In coerenza coi valori e coi principi della nostra Costituzione."


 

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