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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Violenza sessuale, benzina e pugni. Storie di donne all'inferno

C'è chi rischia di volare giù da un balcone, la giovane atterrita con il fuoco dal compagno, la convivente picchiata, la moglie violentata. Episodi all'ordine del giorno. Intorno a noi. E lo ignoriamo

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Dal marito che violenta la moglie, a chi spaventa la compagna tentando di appiccare un incendio, fino al soggetto che picchia duro e arriva a minacciare di lanciare dal balcone la convivente. Sono storie di violenza - purtroppo all'ordine del giorno o quasi - vissute intorno a noi. Ma non le vediamo. Si consumano infatti spesso tra le mura domestiche. Laddove ciascuno dovrebbe trovare il suo porto sicuro. E invece basta guardare alle ultime operazioni dei carabinieri nel Bolognese ed è facile rendersi conto che così troppo spesso non è. 

L'inferno in casa

Spesso proprio dentro casa si nasconde il 'lupo'. L'insidia. L'inferno. Come è successo a San Giovanni in Persiceto, dove i militari hanno eseguito due ordinanze applicative di misure cautelari, la prima nei confronti di un nigeriano sulla quarantina, indagato per maltrattamenti contro familiari o conviventi, lesione personale aggravata e violenza sessuale e la seconda nei confronti di un cinquantenne italiano, indagato per maltrattamenti contro familiari o conviventi.

Il primo è stato indagato a seguito della querela che la compagna aveva sporto, raccontando loro di non essere più in grado di sopportare le reazioni violente dell’uomo che la maltrattava, anche in presenza del figlioletto. Offese, umiliazioni, morsi sul seno e su altre parti del corpo, calci, pugni e aggressioni a sfondo sessuale, contro la sua volontà. Sono alcuni dei particolari che la stessa ha riferito ai Carabinieri, chiedendo aiuto. Acquisita la denuncia, la malcapitata e il figlio sono stati sottoposti a tutela, ai sensi della legge 19 luglio 2019, n. 69 (nota come “Codice Rosso”) mentre l'uomo è stato sottoposto all’allontanamento dalla casa familiare e al divieto di avvicinamento alle persone offese, con l’applicazione del braccialetto elettronico.

Benzina e fuoco

Nel secondo caso invece il soggetto è stato indagato a seguito di un intervento dei Carabinieri del 20 febbraio scorso, quando sono andati a casa sua, su richiesta della compagna che aveva telefonato al 112 per chiedere aiuto. La signora aveva raccontato che il convivente, in preda a uno scatto d’ira, aveva cosparso della benzina per terra e voleva dare fuoco alla stanza da letto. Bloccato dai militari e riportato alla calma, il cinquantenne - in evidente stato di agitazione -era stato neutralizzato. Il giorno seguente, la compagna si è presentata in caserma per denunciare lo stato di prostrazione psicologica che stava vivendo da una decina di anni a causa delle minacce e manie di persecuzione poste in essere dal compagno, anche alla presenza dei due figli. Il Giudice ha accolto la richiesta del Pubblico Ministero, applicando la misura cautelare degli arresti domiciliari in un’abitazione diversa da quella familiare.

Vivere nella paura

Altra storia da incubo ad Altedo, dove i Carabinieri hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misura cautelare nei confronti di un moldavo sulla trentina, indagato per maltrattamenti contro familiari o conviventi e lesione personale aggravata. Anche in questo caso il tutto è partito dalla querela della compagna, a inizio febbraio, attraverso la quale la donna chiedeva aiuto poiché preoccupata per la propria incolumità, minacciata dalle aggressioni fisiche (a suon di calci e pugni) e verbali ricevute. Fino alle intimidazioni del tipo: “Appena torni a casa ti butto giù dal balcone”. Una serie di atteggiamenti violenti che il soggetto non avrebbe risparmiato neppure alla figlia minorenne. L'uomo è stato sottoposto all’allontanamento dalla casa familiare e al divieto di avvicinamento alle persone offese.

Cultura del possesso anche tra i giovanissimi

Anche tra i giovanissimi non mancano episodi del genere. A Bologna, i Carabinieri della Stazione Bologna Corticella, hanno di recente eseguito un’ordinanza applicativa di misura cautelare nei confronti di un 19enne bolognese, indagato per atti persecutori. Il giovane è ritenuto responsabile di aver procurato un gravissimo stato di ansia all’ex fidanzata, studentessa, attraverso una serie di messaggi minatori -sul genere: “…Se ti vedo ti faccio male” -e pedinamenti che aveva messo in atto per intimorirla, non accettando la fine della relazione e l’idea di vederla frequentare altri ragazzi.  Rintracciato dai miliari, il giovane è stato sottoposto al divieto di avvicinamento alla persona offesa, con l’applicazione del braccialetto elettronico.

L'importanza di riconoscere sintomi e segnali di allarme

Storie simili, spesso come detto lontano dai nostri occhi ma ben note a chi lavora sul campo. Come i Carabinieri. "È un impegno costante e sempre in prima linea, quello che viene svolto da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Bologna -  evidenzia Il Comandante del Nucleo di Psicologia dei Carabinieri della Legione Emilia Romagna, il Capitano Lavinia Filonzi - Sempre siamo infatti al fianco di tutte le donne, nella protezione dei loro diritti, nella prevenzione di tutte quelle che sono le condotte a rischio e nel contrasto alla violenza contro le donne".

"È importante - aggiunge Filonzi - ricordare quanto sia fondamentale saper riconoscere quelli che sono i sintomi e i segnali di allarme davanti alla violenza contro le donne e a tutte le donne ricordiamo che le nostre Stazioni sono sempre aperte e pronte ad accoglierle con personale adeguatamente preparato e competente”.

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