Le soluzioni di “Architetti di Strada”: Bologna come Saragozza

Bologna Today ha intervistato l’architetto Giorgio Volpe, al SAIE con il progetto “Architetti di Strada”, che agisce per riposizionare il proprio sguardo sul processo di sviluppo della città, dell’abitare e degli spazi pubblici.

Chi è “Architetti di Strada”?
Posso definirlo un gruppo di professionisti che pone la propria presenza nel momento dell’individuazione del bisogno per dare risposte progettuali concrete, risposte più progettuali che amministrative dunque. Soluzioni originali e virtuose su scala economica e sociale, in questo momento più che mai.

Quanto credete nello spazio pubblico e quanto c’è ancora da fare, anche a Bologna?
Stiamo studiando dei processi di accessibilità agli spazi pubblici, che sono e restano spazi dei cittadini e il cui buon esito non può prescindere dall’ascolto dei diretti interessati, che resta l’elemento fondamentale di questo progetto.

Un esempio? I campi Rom: Bologna spende moltissimo denaro ogni anno per la manutenzione di questi campi, ma il problema resta irrisolto perché si agisce senza capire realmente quali siano le reali necessità di queste persone. I problemi di convivenza esistono, ma quello che le Amministrazioni non capiscono è che i rom preferirebbero una casa come le nostre piuttosto che degli spazi dove sostare con le roulotte: le soluzioni efficaci già sperimentate in Italia sono dei mini-campi che accolgono un solo clan da circa 30 persone e non diversi gruppi sociali in conflitto fra loro.

Stand "Architetti di strada": modello "Casa Rom"

Come migliorare Bologna?
In tanti modi, ad esempio sistemare quei cumuli  biciclette  sparsi per la città, restituire spazi pubblici ai cittadini, sfruttare tutti quegli edifici abbandonati e le aree dismesse (Prati di Capraia, caserme dismesse...), stimolando il Comune ad affidarli a chi potrebbe renderli un bene prezioso per la comunità. Purtroppo le risposte a cui siamo abituati in Italia sono tardive e inefficaci, incompatibili con i tempi delle emergenze.

Un esempio virtuoso?
Il progetto spagnolo che si chiama “Estonoesunsolar”, sviluppato in soli sei mesi a Saragozza: 44 operai hanno lavorato in modo illegale (“solo grazie alla volontà politica di farlo”) per ripristinare uno spazio e restituirlo ai cittadini. Il costo calcolato è stato di 26 euro per metro quadrato!

“Co-Housing a Bologna: facciamo il punto” il titolo dell’incontro di sabato…
Sabato, alle 14.30, ospiteremo qui al SAIE una riflessione sulle iniziative in corso e sulle diverse possibilità di abitare e di dare risposte innovative al problema della casa. Con noi fra gli altri nel pomeriggio di sabato il presidente del Quartiere San Vitale Milena Naldi, Maria Adele Mimmi e Silvia Calastri del Settore Casa del Comune di Bologna e Riccardo Malagoli, Assessore Politiche Abitative Comune di Bologna.

Al Saie con uno spazio “atipico” che riproduce un alloggio “d’emergenza”…
Sì, questo spazio, che fra l’altro ci è stato affidato a titolo gratuito dalla Fiera di Bologna, lo abbiamo allestito a costo zero con una parte dedicata ai dibattiti e alla comunicazione, mentre il lato che riproduce un’abitazione di strada è stata realizzata da un rom che è venuto qui portando tutto quello che vedete. 

ARCHITETTI DI STRADA. E’ una realtà tutta bolognese che si propone di migliorare la risposta ai disagi sociali ed abitativi con progetti e realizzazioni sostenibili in termini economici, ecologici e sociali. E’ composta da architetti, ingegneri, urbanisti, esperti in diritti umani di comunicazione, di partecipazione, di sostenibilità energetica e ambientale. Architetti di Strada costruisce collaborazioni con amministrazioni pubbliche e altre istituzioni locali, centri sociali, cooperative, fondazioni e altri soggetti sul territorio.