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Economia

INTERVISTA | Bollette da 300 a 2300 euro. Così il "Latte di Guglielmo" rischia di non sopravvivere

"Mi dispiace per i dipendenti, ma così non si va avanti" . Per l'allevatore bolognese al momento non c'è spazio per ottimismo e ne andrà della qualità di quello che mangeremo

Dalle stelle alle stalle, si dice. E i costi delle stalle alla fine sono arrivati alle stelle. La crisi energetica colpisce forte il settore del latte, un allarme che aveva già lanciato qualche mese fa un produttore locale, Guglielmo Fontanelli e che ora non è che una presa di coscienza con ben poco spazio per l'ottimismo: "Tempo due mesi e chiudiamo. Non si può andare così. D'altronde le bollette dell'elettricità sono passate da 300 a 3 mila euro. Mangimi e foraggi stessa cosa, addirittura triplicati. Per guadagnare dovremmo vendere il latte a 4 euro al litro. Ma poi chi lo compra?". 

Guglielmo, di crisi ne avete passate diverse. Davvero questa è la peggiore? 

"La peggior crisi di sempre, quella che potrebbe farci chiudere nell'arco di due mesi. La pandemia ci aveva messo in grande difficoltà è vero, ma sapevamo che si poteva andare oltre, che era un ostacolo superabile anche se con dei sacrifici. Adesso il clima è diverso, non vediamo prospettive di miglioramento, nessuna strada percorribile. Ci dicono che è colpa della guerra, ma io vedo solo speculazione, avarizia ed egoismo dei più ricchi con un impoverimento di massa a vantaggio delle tasche di pochi".

Bandiera bianca, quindi? Se le fosse rimasto un po' di ottimismo, dove starebbe? 

"Se sono ancora qui, dopo 43 anni di contributi è per i miei figli e per i miei dipendenti. I primi stanno studiando agraria ed economia e potranno trovare impieghi al di fuori dell'impresa di famiglia. Sarebbe un peccato, certo. Non voglio lasciare a casa i miei dipendenti ed è per loro che non ho ancora mollato. Stiamo calpestando una richiesta importante che è legata a quello che si sa da sempre dell'Italia: che qui si mangia bene. E io sono sicuro che se a 60 anni i miei esami del sangue sono come sono e se reagisco bene e determinate cure io sono certo che sia perché nella vita ho mangiato sempre bene. Un po' di ottimismo ce l'ho solo quando torno in stalla con i miei animali. Sono affettuosi, li coccolo e ho anche una mia favorita". 

Quelli che decidono cosa fanno? Quale il rapporto con la politica e quali le vostre aspettiative? Fra l'altro siamo anche a ridosso delle elezioni... 

"La politica ci parla solo di credito di imposta, ma a parte il discorso dei contributi è vuoto assoluto. Noi al momento siamo sotto, siamo un settore a rischoi estinzione e siamo anche in buona compagnia perché possiamo tranquillamente includere anche fornai e pasticcieri, giusto per citare altri imprenditori che non ce la fanno. Ho sempre votato nella vita, anche per rispettare quello che è stato fato da mio nonno e da mio padre: adesso non saprei neanche chi votare".  Salva

Quali sono i costi più elevati per un'attività di allevamento animale? 

"Le stalle non sono energivore e i costi dell'elettricità sono stati fino a questo momento tutto sommato irrisori. Per fare un esempio concreto guardando ad la mia bolletta dell'elettricità della  stalla in due anni è passata da 300/400 euro a 2.300 euro (quella del laboratorio - come documentato in foto - supera le 3mila, ndr). Il prezzo del mangime è salito così come quello dei foraggi, che è addirittura triplicato. E poi i pezzi di ricambio dei trattori e l'olio e il gasolio per i mezzi agricoli". 

Quanto dovrebbe costare un litro di latte perché una realtà come la vostra possa ancora guadagnarci? 

"Lo dico? Se sommiamo tutto direi sui 4 euro al litro. Tanto, troppo. Lo capite anche voi che così non si va avanti". 

I consumatori sceglieranno un prodotto meno caro. Rinunciando a cosa? 

"Adesso non siamo su quelle cifre alla vendita, ma per molti la scelta inevitabilmente cadrà su prodotti più economici a discapito di una qualità a 360°, assumendo prodotti che sono quello che noi non abbiamo voluto mai essere: un latte che eredita gli ormoni somministrati alle mucche, prodotto in allevamenti intensivi dove gli animali vivono 2/3 anni invece che 12 anni come i nostri. Che a fine vita fra l'altro hanno fegati in perfette condizioni". 

Subentra anche l'etica. In un periodo storico in cui il veganesimo cresce, si rischia quindi di scegliere prodotti più impattanti sull'ambiente, meno salutari ma più economici? 

"I giovani sono molto attenti a queste tematiche ma il fattore prezzo vince. Un consumatore su dieci non legge le etichette". 

Le è mai capitato, magari in periodi stressanti come questo, di prendersela con i consumatori che scelgono solo in base al prezzo?

"Come si fa? No, non mi è mai capitato. Nei mercati mi sono capitate un paio di contestazioni sui prezzi, ma la realtà che molti non sanno neppure quale sia il vero sapore del latte, abituati come si è prodotti industriali e a lunga conservazione". 

A proposito di giovani: se un grande influencer promuovesse il latte di qualità secondo lei potrebbe cambiare qualcosa? 

"Sarebbe certamente utile perchè si stuzzica la curiosità e ci si può avvicinare a nuove prospettive informandosi meglio. Potrebbe essere un imput per riflettere e valutare diverse cose". 

Latte, un altro settore in crisi: intervista a Guglielmo Fontanelli de "Il latte di Guglielmo"

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