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Perché il diritto alla salute è in pericolo e va difeso. Bindi e Bonaccini a confronto

Alto il rischio di privatizzazione, carenza del personale, test d'Ingresso a medicina e fuga del personale sanitario. Questi i temi al centro oggi all’ospedale Maggiore

“Serve una grande alleanza per far si che l’art 32 (ndr Salute come fondamentale diritto dell'individuo) appartenga a tutti”. All’Ospedale Maggiore si è tenuta la conferenza dell’associazione Salute Art.32 dell’ex ministra Rosy Bindi per parlare della sanità pubblica e di come “da tempo non ottiene la giusta attenzione”. Tra i partecipanti, chi online chi in presenza, Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna, con Raffaele Donini, assessore alla sanità, Roberto Occhiuto, presidente della Calabria e Serena Spinelli, assessora alla sanità ma per la regione Toscana. Il focus dell’incontro è stata la legge di bilancio che, per quanto investa più delle precedenti nell’ambito sanitario i finanziamenti rimangono insufficienti per via dell’inflazione ma anche per la mancanza di personale.

“Da quando è finito il Covid molta gente si sta rendendo conto che la sanità pubblica non funziona più” ha osservato Bindi. La storica politica dell’Ulivo ha parlato dell’ondata di medici e assistenti sanitari che passano dal pubblico al privato descrivendo il passaggio come “soluzione individualista” ed equiparando la “fuga al privato” alla “fuga all’estero”. Bindi vede la negligenza della sanità pubblica come la causa principale per questo fenomeno e punta il dito contro i “sacerdoti della destra italiana” e qualche “chierichetto della sinistra” che ha permesso di “indebolire l’impegno politico e l’impegno di partecipazione da parte dei cittadini a difesa di quelle che sono i beni comuni messi ad assicurare il futuro della nostra vita”.

“L’Emilia-Romagna rimane tra le migliori regioni ma la sanità sta comunque peggiorando perché senza risorse si fa fatica” ha spiegato Bonaccini. “Se il Conte II e Draghi sono riusciti a recuperare 12 miliardi per il Covid allora anche la Meloni potrebbe” ha aggiunto. Il presidente si è espresso anche nei confronti del calo di personale e sul numero chiuso: “facevamo concorsi pubblici per trovare infermieri e non bastavano i posti, adesso non partecipa un numero sufficiente, lavorare in emergenza urgente – continua il Governatore - è diventato uno dei lavori più usuranti di questo paese perché invece di aumentare gli stipendi si va a togliere l’indicizzazione delle pensioni”. Vista la gravità della situazione, il presidente si è schierato a favore dell’abolizione del numero chiuso per le facoltà di Medicina paragonando il test d’ingresso al “Rischiatutto di Mike Bongiorno”.

Complessivamente il fondo sanitario 2024 raggiunge 134 miliardi una cifra che - è vero è la più alta mai raggiunta in passato - ma che non basta per fare quanto previsto. L'inflazione stimata si mangia almeno tre miliardi, il rinnovo dei contratti di lavoro almeno 2,3 miliardi e gli altri interventi disposti dalla nuova Legge di Bilancio valgono più di un miliardo (liste d'attesa, aumento tetto ai privati, prestazioni aggiuntive ecc.) Il risultato è che le Aziende Sanitarie potranno contare nel 2024 su un finanziamento al netto dell'inflazione inferiore a quello disponibile per il 2023 di circa un miliardo.

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