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Violenza donne, Gruppioni (Azione-IV): "Femminicidio strage in famiglia. stato dia più risorse ai centri antiviolenza"

La deputata del Terzo Polo ha preso parte alle manifestazioni del Comune di Bologna all'indomani dell'approvazione in Senato della commissione bicamerale d'inchiesta

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BolognaToday

“La socialità, la condivisione e lo spirito di una comunità consapevole, rappresentano l’unico vero antidoto alla violenza sulle donne. Uno strumento da perfezionare e utilizzare con sempre maggiore forza da tutta la società civile”. - Così in una nota Naike Gruppioni, deputata di Azione-Italia Viva, intervenuta alle odierne manifestazioni che il Comune di Bologna ha organizzato in occasione della Giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne.  “Politica, istituzioni, forze dell’ordine e territorio devono collaborare sempre di più e sempre meglio in difesa delle donne, anzitutto per far capire alle vittime che non sono sole; quindi per trovare gli strumenti più adatti a prevenire una strage che, in oltre l’80% dei casi, avviene in famiglia ad opera di quelle che dovrebbero essere le persone più care: mariti, fidanzati, padri” prosegue l’esponente di Azione.  “Sono questi i contorni di una grave e irrisolta emergenza su cui, proprio ieri, il Parlamento si è espresso istituendo una commissione bicamerale d’inchiesta sul femminicidio” aggiunge Gruppioni. “Basti pensare che il picco assoluto di casi di violenza sulle donne in Italia è avvenuto nel 2020, durante i mesi di lockdown. Con una quota di chiamate al 1522, il numero antiviolenza che, nell’anno zero del Covid, è raddoppiato rispetto agli anni precedenti. Non è certamente casuale il fatto che ciò sia avvenuto nel periodo durante il quale tutti siamo stati costretti a vivere più di sempre in quella che si è rivelata una tragica forma di cattività”, sottolinea la deputata.  “Guardando i dati regionali, nei primi dieci mesi di quest’anno, in Emilia Romagna, 3.766 donne hanno chiesto aiuto ai Centri antiviolenza, presidi di prossimità sociale, pronto intervento e prevenzione che di anno in anno si dimostrano sempre più preziosi e meritevoli di attenzioni e risorse da parte del Governo” specifica la deputata bolognese.  “Un dato da cui emerge, purtroppo, da un lato  la gravità degli episodi registrati che vede in aumento i casi di violenza sessuale ma dall’altro, in maniera incontrovertibile rispetto al passato, anche la più forte volontà di reagire da parte delle vittime” annota Gruppioni.  “Come non pensare, dunque, proprio oggi, al coraggio di giovani come Mahsa Amini la ragazza ammazzata in Iran mentre rivendicava il diritto di vivere da donna nel proprio Paese o alle donne afghane dimenticate da tutti, anche dalla comunità internazionale, da oltre un anno ricadute sotto il violento e misogino regime dei nuovi talebani” va avanti la deputata Gruppioni, membro della III Commissione Affari Esteri e comunitari di Montecitorio. “Uno scempio che ha toccato da vicino anche la nostra comunità emiliana toccata dalle tragiche, misteriose sorti della ragazza pakistana Saman Abbas, vittima della sua volontà di vivere liberamente in Italia, sulle cui sorti si deve far piena luce affinché venga fatta giustizia senza sconti”.  “È chiaro dunque come ad unire le storie delle donne iraniane o afghane fino alle tante vicende nascoste di donne italiane - prosegue Gruppioni - vi sia un percorso di sofferenza e dolore che troverebbe ragione solo sfociando nel traguardo di liberazione, emancipazione, uguaglianza che la  nostra Costituzione recita all’articolo 3. Tradurlo in realtà effettiva, a partire dalle nostre famiglie, sconfiggendo la vergognosa spirale della violenza che ancora persiste - conclude Gruppioni - sarà la vera vittoria alla quale donne e uomini insieme dovremo giungere assieme”. 

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