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Cronaca Monzuno

Alluvione a Monzuno, paura e rabbia fino ieri: "Oggi è arrivato il bonifico che mi rimetterà in piedi"

INTERVISTA La testimonianza di Simona fino a ieri era una voce quasi sfiduciata e angosciata, oggi la bella notizia: "L'autunno mi spaventava, ma i 3 mila euro promessi sono arrivati. Adesso posso dare un messaggio positivo"

Gli alluvionati dell'Emilia-Romagna hanno tutti un nome e un cognome. Simona è una di loro: cinquantenne bolognese, ha scelto Monzuno nove anni fa e da allora la sua vita si è colorata di verde e profuma di bosco. Dal maggio scorso però qualcosa è cambiato e la sua quotidianità è stata sconvolta dalla devastante alluvione "Anche buttare la spazzatura è un'impresa viste le condizioni della strada franata di casa mia. Tutto è diventato difficile e abbiamo paura che il maltempo si possa abbattere di nuovo su di noi". Era ieri (letteralmente) quando Simona si è sfogata con noi (stanca, ha scelto infatti di scrivere alla stampa anche a nome di tanti altri abitanti della sua zona) accusando le istituzioni di averla lasciata sola, in attesa di un contributo piccolo per lo Stato, ma importante per la sua famiglia e oggi la svolta. 

"Questa mattina ho trovato un accredito sul mio conto corrente. Tremila euro per far fronte alle spese causate dall'alluvione che ci ha colpiti. Avevo compilato i moduli e seguito tutte le procedure, ma tutto quel silenzio aveva cominciato ad angosciarmi e a far sparire ogni speranza. La promessa è stata mantenuta e da qualche ora ho ritrovato un po' di serenità". Simona aveva raccontato di essersi pentita di quel trasferimento fatto qualche anno fa, ma adesso forse qualcosa potrebbe cambiare. 

Quando aveva deciso di andare a vivere a Monzuno e con quali aspettative e motivazioni lo ha fatto?

"Ci siamo trasferiti da Casalecchio di Reno nel 2014 soprattutto per motivi legati a un progetto di lavoro di mio marito, un progetto che purtroppo poi non si è concretizzato per intoppi burocratici, ma che sarebbe stato di grande utilità e attualità, energie rinnovabili attraverso lo smaltimento dello sfalcio delle aree boschive".

Dall'alluvione di maggio che cosa è cambiato e quale la tua situazione attuale? 

"Abitiamo in una strada vicinale privata, non asfaltata, che è parzialmente crollata, impedendoci l’accesso con la macchina a casa. Si tratta di una strada con una pendenza notevole e dobbiamo fare gli ultimi 200 metri di salita più ripida a piedi e in caso di emergenza non passerebbero i mezzi di soccorso come ambulanze e vigili del fuoco. E' necessario un intervento ed è per questo che contavamo sul fondo statale. Adesso potremo finalmente far partire i lavori". 

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In che modo gli effetti dell'alluvione hanno e avevano  cambiando la sua quotidianità? 

"Attualmente il disagio è costituito dal dover portare a casa la spesa, le bottiglie d’acqua e qualsiasi altro prodotto, a piedi in salita. Mio marito ha avuto un problema a un ginocchio (con tanto di tutore  e stampelle) e non ha potuto aprire il negozio di vini che gestisce a Vado perché non poteva muoversi sulla strada. E’ un problema anche gettare la spazzatura, ogni giorno un sacchettino, perché di certo non posso fare sacchi condominiali. Io non me la sento di uscire la sera perché la strada è in mezzo a una zona boschiva con animali selvatici, quindi per ora il problema è relativo alla vita sociale completamente annullata, ma le giornate si stanno accorciando, tornando a casa dal lavoro, se non verrà sistemata prima dell’autunno, non sarò sicuramente tranquilla".

Sapeva che la zona poteva essere soggetta e fenomeni quali frane e smottamenti?

"No, non lo sapevo purtroppo. Ma questo forse è stato un mio errore: sapevo del rischio idrogeologico, ma contenuto, non si sono mai verificati fatti di questo genere prima del 2 maggio 2023. Vivere qui si sa che comporta dei sacrifici, non ci sono i mezzi di trasporto che ci sono in città, per forza ci serve la macchina per andare a scuola e a lavorare ma senza strade come facciamo? Chiaramente ci sono anche lati positivi, che però in questo periodo sono passati in secondo piano". 

Non è certo la sola in queste condizioni: quale la situazione di altri cittadini che vivono nella tua stessa zona? 

"No, ci sono persone che hanno avuto anche danni peggiori dei miei e sono state evacuate dalle abitazioni, c’è stato tanto aiuto da parte dei  volontari inizialmente e anche dai militari che con gli elicotteri trasportavano le persone in difficoltà, ma passata la prima settimana per noi cittadini si è tutto fermato. Adesso però voglio lanciare il mio messaggio positivo perché se è arrivato a me, forse anche a breve potrà arrivare anche a tutti quelli che hanno fatto domanda come me". 

L'autunno è vicino, quali i maggiori timori per la stagione in arrivo, che potrebbe comportare anche nuovi fenomeni meteo e piogge?

"Timori che non si possa intervenire e quindi passare l’autunno e ancora peggio l’inverno in queste condizioni, con l’impossibilità, almeno per quanto riguarda il mio caso, di non poter chiedere l’intervento dello spartineve, e quindi in caso di nevicate, non riuscire a portare mio figlio a scuola, aprire il negozio e andare in ufficio, non è facile stare sveglia tutta la notte a pensare alle alternative e rimpiangere di aver scelto di vivere nella natura. Oggi devo dire che il mio umore è cambiato, non mi sento più sola e questa promessa mantenuta mi serviva per andare avanti".

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