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Cronaca Bolognina

Carabellò, la famiglia si oppone all'archiviazione: "7 mila pagine non spiegano perché Biagio è morto"

Parla l'avvocato della famiglia Barbara Iannuccelli secondo la quale ancora tanti gli interrogativi aperti

"Un fascicolo composto da ben settemila pagine non spiega perché Biagio è morto. E se una morte rimane inspiegabile non lo rimane soltanto per la famiglia, ma è un problema che ci riguarda tutti perché è impensabile che un essere umano venga ritrovato senza vita in un fosso al Parco Nord e che nessuno metta in sicurezza la stessa società spiegando che cosa sia accaduto". Le parole del legale dei Carabellò Barbara Iannuccelli, che non crede certo alla tesi del suicidio, accompagnano la notizia che è stata depositata dalla famiglia l'opposizione alla richiesta di archiviazione della Procura di Bologna. Naturalmente stiamo parlando del "giallo della Bolognina", della scomparsa di Biagio Carabellò (avvenuta nel 2015) e del successivo ritrovamento dei suoi resti in via Romita, 6 anni dopo, in un canale poco lontano dal luogo in cui abitava. Resti che intanto sono arrivati a Bologna (da Milano) e si attendono i tempi per i funerali, che forse porteranno un poco di pace dopo anni di angoscia. 

Biagio Carabellò morto suicida? I (grossi) dubbi della criminologa Bruzzone 

"Abbiamo depositato l'opposizione alla richiesta di archiviazione del caso perché alla famiglia Carabellò sono dovute delle spiegazioni. Gli interrogativi sono troppi e non crediamo certo al suicidio, nonostante lui lo abbia tentato (con modalità completamente differenti rispetto a quelle della morte) un paio di volte in periodi molto bui della sua vita. Non come quello della scomparsa visto che come spesso abbiamo spiegato era una fase di rinascita. Tutti gli atti di indagine sono contenuti in quelle pagine e i punti oscuri vanno dalle macchie di sangue all'esterno della giacca ai tagli sui jeans...gli interrogativi che noi poniamo al gip sono tanti". 

Caso Carabellò: l'ultima intervista alla sorella Susanna 

La scomparsa di Biagio e il mistero del testamento falsificato 

Biagio Carabellò scomparve la mattina del 23 novembre del 2015 dal quartiere Bolognina, dove ha sempre abitato e dove erano in molti a conoscerlo. Sarebbe stato visto l'ultima volta presso il poliambulatorio di via Tiarini. Da allora le indagini hanno preso strade diverse, fino al ritrovamento del testamento della sua fidanzata deceduta per malattia, Elisabetta Filippini, falsificato da una mano che poi è stata condannata. Ma i colpi di scena continuano fra lettere anonime e tracce di sangue sugli indumenti dell'uomo. 

Carabellò, la lettera anonima ai Carabinieri

La vicenda di Biagio Carabellò: tanti i colpi di scena 

La storia di Biagio Carabellò ha avuto in tutti questi anni diversi colpi di scena e tutti gli ingredienti del "giallo". La famiglia dello scomparso, e in particolare la sorella Susanna, non si è mai arresa, neppure dopo la richiesta di archiviazione del caso nel 2018. E tornando indietro nel tempo impossibile oggi non ricordare quando, nel 2017: "Una mano anonima condusse le ricerche al parco di Villa Angeletti, zona setacciata dal Soccorso Alpino". 

Il giallo di Biagio fra depistaggi e occasioni perse

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