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Cronaca

Covid, "Rivogliamo gli studenti in città": da Comune e Unibo azioni mirate per fuori sede

Ii proprietari di case e stanze in affitto dovranno pensare di investire su un pubblico diverso dai turisti, che probabilmente mancheranno in città per molto tempo

"La nostra città non può vivere senza la sua Università e non si tratta soltanto di un tema economico e politico ma innanzitutto culturale", così l'assessore comunale al Turismo, Matteo Lepore, oggi 7 maggio in commissione Politiche abitative quindi "prima dei turisti ci auguriamo che tornino gli studenti", nonostante negli ultimi anni Bologna sia diventata una città attrattiva. L'Università di Bologna "sta facendo di tutto per garantire la massima salute e sicurezza ai cittadini, ma anche per riuscire a garantire la massima partecipazione degli studenti in presenza per il prossimo anno accademico - ha annunciato il prorettore dell'Ateneo, Mirko Degli Esposti.

Benchè l'anno accademico terminerà con lezioni ed esami in via telematica, a casusa del coronavirus "l'impegno è quello di massimizzare il rientro degli studenti in città. Anche perchè la ripartenza di Bologna sarà prima di tutto segnata dal rientro degli studenti, dopo penseremo ai turisti".

Negli ultimi anni, proprio la richiesta (e l'offerta) di alloggi turistici ha messo in difficoltà gli iscritti all'Alma Mater quindi Degli Esposti assicura che si sta sta lavorando a soluzioni per risolvere i problemi degli studenti: affitti troppo alti (si pensa a canoni di locazione flessibili) e garantire la copertura totale delle borse di studio, come anche chiesto nel suo intervento in Comune da Francesca D'Amico di Link-Studenti universitari.

Coronavirus, gli studenti universitari chiedono contributo sull'affitto

Università e Comune "sono già in contatto per definire delle azioni mirate per gli studenti fuori sede- spiega l'assessora alla Casa, Virginia Gieri- perchè siamo sicuri che l'Ateneo sia una vera ricchezza per la città e gli studenti lo sono doppiamente". "Stiamo seriamente ragionando con l'Università e con i proprietari per far sì che il vuoto delle piattaforme (di prenotazione online, ndr) possa diventare un'opportunità", ma, aggiunge Lepore, anche quando la situazione tornerà alla normalità, si riaprirà il 'conflitto' tra studenti e turisti. Proprio per questo "dobbiamo arrivare preparati a quell'appuntamento, quindi la riforma dei contratti calmierati e una politica seria del diritto allo studio servono" perchè "abbiamo bisogno che il diritto allo studio sia garantito al 100%", ed è importante che sia la Regione Emilia-Romagna e il Governo pensino a soluzioni per garantirlo.

"Affitti più bassi o case vuote"

Se i proprietari di case in affitto a Bologna non vorranno averle vuote per almeno i prossimi tre, o anche quattro anni, sarà bene che inizino a pensare di rinegoziare i contratti verso canoni più bassi e pensino di cambiare target di riferimento. Matteo Lepore suggerisce quindi ai proprietari privati di case e stanze in affitto in città di rivedere le loro strategie e magari iniziare a pensare di investire su un pubblico diverso dai turisti, che probabilmente mancheranno in città per molto tempo.

"Siamo assolutamente convinti che il tema della rinegoziazione e quindi della conversione da canone libero a canone concordato sia una strada assolutamente da percorrere con tanto di incentivi per fare in modo che questo accada". Come confermano gli assessori dunque, l'obiettivo del Comune è "incentivare coloro che passano dall'affitto libero e turistico a contratti a canone concordato" e anzi, ormai si tratta di uno "strumento già collaudato" e pronto, momentaneamente in attesa di sapere quante saranno le risorse a disposizione stanziare nel decreto maggio che il Governo approverà in questi giorni (o ore). "Stiamo aspettando per capire quanti saranno i contributi in arrivo, e dobbiamo fare in fretta- insiste Gieri- ad esempio (per l'assegnazione dei contributi, ndr) useremo una tipologia diversa dal bando, perchè non rispecchierebbe i tempi dell'emergenza in cui stiamo vivendo".

In attesa di una risposta e di indicazioni chiare da parte del Governo, l'assessore Lepore ribadisce che sicuramente "saranno premiati i proprietari di immobili che decideranno di fare questa scelta", cioè trasformare i canoni di affitto turistici-liberi in canone concordato. Per farlo però "è necessario definire un protocollo straordinario ad hoc tra le rappresentazione degli inquilini e i proprietari di casa", dice Gianluigi Chiaro, esperto di politiche abitative intervenuto in commissione questa mattina. Ad esempio, si potrebbe pensare ad una transizione solo momentanea (due anni?) in questa fase di incertezza causata dall'emergenza coronavirus, o ancora, andrebbe imposto un tetto massimo da non superare per il 'nuovo' canone d'affitto. Per tutelare i proprietari, gli inquilini dovrebbero dimostrare però di essere in reali condizioni di disagio economico per non poter finalizzare il pagamento (cassa integrazione straordinaria, perdita del lavoro, eccetera). In questo modo, tra l'altro, si eviterebbe anche "l'aumento esponenziale degli sfratti", preoccupazione diffusa e 'citata' da tutti i rappresentanti di sindacati a comitati che questa mattina sono intervenuti all'udienza. (dire) 

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