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Cronaca

"L'intelligenza artificiale? Guai lasciarla ai privati"

Così l'ex rettore ora numero uno del Cineca Ubertini

Mentre l'intelligenza artificiale si espande sempre di più è necessario che il "ruolo del pubblico abbia maggiore importanza", per garantire una "ricerca indipendente e orientata al bene comune". Ne è convinto Francesco Ubertini, presidente del Cineca, intervenuto nel pomeriggio a Bologna all'inaugurazione dell'anno accademico della Facoltà teologica dell'Emilia-Romagna. Ad oggi, spiega Ubertini, si stima che il 70% dei ricercatori che nel mondo sono impegnati nell'intelligenza artificiale lavorano nel settore privato, che a sua volta investe oltre 300 miliardi di euro sull'Ia.

In passato, rileva il presidente Cineca, "la ricerca in questi ambiti era sviluppata dalle Università e dagli enti di ricerca. Questo dà il polso quando il mondo sta cambiando" e, di conseguenza, dà l'idea della "importanza del ruolo del pubblico per sostenere la ricerca indipendente e per il bene comune". Allo stesso modo, segnala Ubertini, sono importanti "le infrastrutture di supercalcolo pubbliche, come il Cineca, perchè le applicazioni dell'Ia hanno bisogno dei supercalcolatori per essere addestrate".

È quindi necessario, insiste il presidente del Cineca, che "il pubblico faccia ricerca sull'intelligenza artificiale e abbia accesso al supercalcolo per valutare i pro e i contro sulle nuove tecnologie, che sono tanto strategiche e tanto dirompenti che non possono essere appannaggio solo dei privati", ammonisce Ubertini.

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