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Cronaca

Patrimonio dell'Umanità: i siti Unesco a Bologna e in Emilia-Romagna

Ferrara, Modena, Ravenna e Bologna e tanta parte dell'Emilia-Romagna custodi di opere dallo straordinario valore storico, culturale, artistico e naturalistico

Ferrara, Modena, Ravenna e Bologna e tanta parte dell'Emilia-Romagna custodi di opere dallo straordinario valore storico, culturale, artistico e naturalistico. 

I Portici Patrimonio Unesco 

Sono stati dichiarati Patrimonio dell'Umanità nel 2021: sono 12 i tratti dei Portici di Bologna, selezionati con un’accurata ricerca tra quelli centrali e quelli più periferici riconosciuti come “un elemento identificativo della città di Bologna, sia dalla comunità che dai visitatori... punto di riferimento per uno stile di vita urbano sostenibile, in cui gli spazi religiosi e civili e le abitazioni di tutte le classi sociali sono perfettamente integrate”. La lista UNESCO comprende di portici di: Piazza Santo Stefano, via Zamboni, Strada Maggiore, edificio MAMbo, Piazza Cavour e via Farini, Arco del Meloncello e il tratto porticati del Santuario di San Luca, Pavaglione e Piazza Maggiore, via Santa Caterina, edificio "Treno" del quartiere Barca, Cimitero Monumentale della Certosa, Teatro Baraccano e via Galliera. 

I siti in Emilia-Romagna

Ravenna, la patria del mosaico, diventa Patrimonio dell'Umanità nel 1996 con i suoi otto monumenti paleocristiani (V-VI secolo): parliamo della Basilica di San Vitale, Mausoleo di Galla Placidia, Mausoleo di Teodorico, Basilica di Sant’Apollinare Nuovo e di Sant’Apollinare in Classe, Battistero degli Ariani, Battistero Neoniano e della Cappella di Sant’Andrea.

Ferrara. La città è stata inserita nell’elenco dei patrimoni UNESCO nel 1995 come Città del Rinascimento, titolo che celebra la fiorente vita intellettuale ferrarese nei secoli XV e XVI. A quell’epoca risalgono infatti significative opere urbanistiche come l’Addizione Erculea e l’attività di artisti quali Piero della Francesca e Andrea Mantegna. Nella zona di Ferrara sono presenti altri due siti UNESCO: le Delizie Estensi, le monumentali residenze dei duchi d’Este, e la vicina area umida del Delta del Po.

Modena, città sulla Via Emilia nel 1997 ottiene il riconoscimento UNESCO per le sue Piazza Grande, il Duomo e la torre Ghirlandina, testimonianze della potente dinastia dei Canossa. La cattedrale del XII secolo, in particolare, è stata definita “capolavoro del genio creativo umano” ed esemplifica appieno la prima arte romanica.

Ultimi nella lista Unesco, i Gessi emiliano-romagnoli. Sono sette i siti che costituiscono il “Carsismo nelle Evaporiti e Grotte dell’Appennino Settentrionale” tra le province di Reggio Emilia, Bologna, Rimini e Ravenna: Alta Valle Secchia, Bassa Collina Reggiana, Gessi di Zola Predosa, Gessi Bolognesi, Vena del Gesso Romagnola, Evaporiti di San Leo, Gessi della Romagna Orientale. Aree accomunate dalla presenza di rocce che si sono formate nel corso dei millenni in seguito all’evaporazione delle acque marine che ricoprivano queste zone e alla concomitante concentrazione dei sali minerali tra cui, appunto, il gesso.

Altri riconoscimenti UNESCO in regione

Tra gli altri siti riconosciuti dall’UNESCO troviamo Bologna, che per la sua antica tradizione musicale nel 2006 è diventata Città Creativa della Musica; il Museo Internazionale delle Ceramiche (MIC) di Faenza, definito “Messaggero di una Cultura di Pace”; e poi la Biblioteca Malatestiana del XV secolo a Cesena, inserita nel registro “Memoria del Mondo”; e anche Parma, Città Creativa della Gastronomia. Ultimo, ma solo in ordine temporale, il riconoscimento di Modena come Città Creativa Media Arts.

Bologna vanta anche due luoghi Messaggeri di una Cultura di Pace UNESCO: la Chiusa di Casalecchio di Reno, la più antica opera idraulica d’Europa ancora in funzione, e l’Abbazia di Santa Cecilia della Croara a San Lazzaro di Savena.

Il territorio dell’Emilia Romagna ha ricevuto infine due riconoscimenti UNESCO per i suoi beni naturalistici: la Riserva MAB UNESCO dell’Appennino Tosco Emiliano, una biosfera a metà fra Emilia Romagna e Toscana che comprende il 70% delle specie faunistiche in Italia, e le Faggete Vetuste del Parco delle Foreste Casentinesi e della Riserva Integrale di Sasso Fratino per la loro unicità ecologica e biologica, un riconoscimento che la regione condivide con le faggete dei Carpazi e di altri 11 Paesi Europei. (Fonte: Emilia_Romagna Turismo)

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