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Cronaca

Sanità Emilia-Romagna, battaglia di cifre: "Manca un miliardo" "Sono 300 milioni, Roma non paga"

Botta e risposta tra Valentina Castaldini (FI) e l'assessore alla salute Raffaele Donini sullo stato dei conti della sanità regionale

I conti sono ancora parziali, ma si tende verso il miliardo di passivo. Lo scrive chiaro e tondo la consigliere regionale Valentina Castaldini, puntando il dito contro la Giunta e chiedendo una riforma complessiva dove si razionalizzino i costi e e gli sprechi.

Numeri alla mano la forzista lancia la sua accusa: "Siamo a 730.785.562 euro certi ad oggi -incalza Castaldini- è fisiologico che con le ultime Ausl si arriverà al miliardo. Ma siamo onesti, la nostra sanità si salva cambiando un paradigma che evidentemente fin qui non ha fatto bene alle casse delle aziende sanitarie".

L'azzurra in Regione aggiunge che "stiamo per affrontare una grande riforma sanitaria, a partire dalla riorganizzazione dell’emergenza-urgenza, ma questo cambiamento nel breve termine porterà ad un aumento dei costi. Quindi se la nostra situazione adesso è questa, quale sarà lo scenario della sanità pubblica emiliano romagnola?". 

Quindi l'affondo: "Stiamo iniziando un iter di una legge nazionale che ci farà perdere tempo nelle commissioni e in assemblea legislativa per un mese e mezzo almeno, chiedo che invece quel tempo venga usato per una riforma sanitaria necessaria".

Per la consigliera FI è necessario "capire quali sono gli sprechi, fare una mappatura dei dati, fare molta attenzione agli eccessi negli ospedali e responsabilizzare i medici di base" spiega Castaldini alla Dire, aggiungendo infine che "Sul tavolo del Governo non ho mai visto un progetto per privatizzare la sanità. Ora è tutto nelle mani di Bonaccini e Donini. È giusto chiedere i soldi al Governo, ma oltre a indicare responsabilità di altri si cominci dal guardare in casa propria e si facciano passi avanti per una riforma complessiva del sistema".

La replica di Donini: "Mancano 300 milioni, e sappiamo come rimediare"

Nessun "buco da un miliardo di euro". Il debito della sanità emiliano-romagnola ammonta per il 2023 a 300 milioni di euro. "E anche quest'anno siamo impegnati a sanarlo". Ad assicurarlo è l'assessore regionale Raffaele Donini, che replica così all'allarme lanciato da Castaldini.

"Come ho già avuto modo di dichiarare solo due giorni fa nel corso della commissione Salute in Regione- afferma Donini- e come la consigliera Castaldini sa benissimo, il disavanzo previsionale 2023 delle aziende sanitarie è di circa 300 milioni di euro, e non di un miliardo come sostiene".

Nell'iter di formazione dei bilanci, spiega infatti l'assessore, "bisogna contare anche le risorse che abbiamo a copertura. E Castaldini stranamente dimentica di farlo". Si tratta appunto di risorse, precisa Donini, che consentono di portare "il potenziale disavanzo a 300 milioni, che anche quest'anno siamo impegnati a sanare come abbiamo fatto negli ultimi tre anni. Nessun buco, quindi. Ma tanta ingiustizia, questo sì".

Come Regioni, infatti, "diciamo da diversi mesi che a livello nazionale mancano quattro miliardi di euro per assicurare la copertura delle spese per i servizi sanitari regionali- ricorda l'assessore- il ministro Schillaci dice esattamente la stessa cosa, chiedendo al Governo di impegnarsi a reperirli. La quota parte di quei quattro miliardi destinati all'Emilia-Romagna vale il 7,5%, esattamente 300 milioni". Questo dunque "non è il momento delle polemiche- manda a dire Donini -qui è in gioco la sanità pubblica e universalistica a livello nazionale. Ci dica questo Governo se la loro battaglia sarà per salvarla o per privare i cittadini di un diritto sancito a livello costituzionale come quello della salute". 

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Castaldini ribatte: "I dati sono lì a testimoniare"

A stretto giro di posta arriva il contro commento di Castaldini: "Confermo che il disavanzo previsionale 2023 delle aziende sanitarie, che risponde alle spese al netto delle entrate, delle Ausl è all’incirca di un miliardo. Questo è impossibile da smentire, come ratificato in queste ore anche da 330 sindaci, 7 Ctss e 13 aziende sanitarie. Non vorrei, visto che la materia è estremamente complicata, che l’assessore Raffaele Donini confondesse mele con pere: se lui ad oggi è a conoscenza dell’arrivo da Roma di ulteriori 700 milioni, che verranno poi messi a bilancio della Regione, ben vengano, ma questo non cambia i bilanci preventivi di ogni singola azienda sanitaria la cui somma , ad oggi, resta invariata".

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