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Cronaca

Pilastro, 21 condanne per droga. Coinvolta anche la famiglia della citofonata di Salvini

Pene fino a 14 anni per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato

Durante la campagna elettorale per le Regionali 2020 divamparono le polemiche per la citofonata a una famiglia di origine tunisina del Pilastro da parte di Matteo Salvini con la sua famosa domanda "Scusi, lei spaccia?". Per alcuni di loro oggi il gup Sandro Pecorella ha deciso condanne a due anni, sei mesi e venti giorni per un uomo, un anno per la moglie, quattro anni sei mesi e venti giorni per un figlio, tre mesi e dieci giorni per un'altra parente, mentre un altro figlio era minorenne all'epoca.

Le condanne per spaccio

In totale sono 21 le condanne - per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato - emesse al processo di primo grado all’organizzazione dedita allo spaccio al Pilastro. Le pene più pesanti (la più alta a 14 anni e sette mesi) hanno riguardato le persone a cui è stata riconosciuta l'accusa di associazione finalizzata al traffico di droga. Secondo l'accusa, l'associazione era composta da sette persone più il minore: pianificavano gli acquisti di cocaina e hascisc, cercavano nuovi fornitori e i locali dove stoccare la droga che poi rivendevano sulla piazza locale.

Da dove partì l'inchiesta

L'inchiesta dei pm Roberto Ceroni e Marco Imperato partì dall’omicidio di Nicola Rinaldi, il giovane di 28 anni ucciso nell’agosto 2019 in via Frati dal vicino di casa, le cui indagini portarono alla luce il movente legato a questioni di droga, da cui scaturì la maxi operazione di polizia all'alba del 26 maggio dell'anno scorso. "Il tempo è galantuomo", commentò Salvini su Facebook, mentre il sindaco Matteo Lepore accolse con soddisfazione il "colpo fermo e deciso alla criminalità nella nostra città". 

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