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Cronaca

Studenti Unibo in protesta: "In nove identificati dalla Digos in strada, nostre richieste leggittime"

"Siamo stati pacifici e rispettosi, sia delle normative Covid che dei lavoratori e delle lavoratrici dell'Università, chiediamo maggior tempo per laurearsi, annullamento della mora per il ritardo nel pagamento tasse, rimborso parziale di quelle dell'anno corrente"

"Meno tasse, più tempo e più spazi". Sono le richieste degli studenti che ieri, 10 febbraio, hanno protestato in rettorato. 
"Finito il confronto - con il prorettore Degli Esposti - nove studentesse e studenti sono state fermate nelle vie limitrofe e identificate dalla Digos, nonostante non vi fossero chiare motivazioni", fanno sapere in una nota "non saremo noi a pagare tutte le conseguenze della pandemia (e della sua gestione politica)". 

Gli studenti sono saliti al 33 di via Zamboni per chiedere maggior tempo per laurearsi, l'annullamento della mora relativa al ritardo nel pagamento tasse, un rimborso parziale di quelle dell'anno corrente e migliori condizioni per lo studio: "Siamo dovuti tornare perché il 29 gennaio il prorettore vicario Mirko Degli Esposti era stato molto evasivo e, come previsto, poco è stato fatto negli ultimi giorni - chiariscono - purtroppo, prima che si presentasse un reale interlocutore, sono arrivati cinque agenti della Digos a intimidirci, dicendoci che 'l'altra volta l'Università aveva chiuso un occhio' e che questa volta sarebbe andata diversamente se non ce ne fossimo andati seduta stante".

Studenti in protesta al 33 di via Zamboni - VIDEO

Gli studenti però rimarcano: "Siamo stati pacifici e rispettosi, sia delle normative Covid che dei lavoratori e delle lavoratrici dell'Università". Ieri hanno incontrato quindi nuovamento il prorettore: "Del Magnifico Rettore Francesco Ubertini nessuna notizia. Abbiamo discusso per almeno due ore e mezza ribadendo le nostre richieste, che sono state prontamente sviate con lunghi giri di parole (“l'università ha già fatto tanto per voi”, “bisogna avere pazienza”, “avete ragione, ma non dipende da noi” e addirittura “mi piace il dissenso” e “fosse per me l'università sarebbe gratuita”) - riferiscono - gli agenti ci filmavano e intimidivano rendendo il clima – secondo il prorettore “serenissimo” – tutt'altro che conciliante". 

Alla fine "Degli Esposti ha dovuto impegnarsi a rispondere alle nostre richieste attraverso canali ufficiali entro venerdì 12 (vale a dire otto giorni prima della scadenza dei termini di upload della tesi)", si legge.

"Aspettiamo questo giorno con ansia, considerando inoltre che il prossimo incontro del Senato accademico si svolgerà in data 23 marzo, ben oltre le nostre scadenze. Finito il confronto, nove studentesse e studenti sono state fermate nelle vie limitrofe e identificate dalla Digos, nonostante non vi fossero chiare motivazioni. Certamente non ci fermeremo, poiché le nostre richieste sono legittime e buona parte di queste, checché ne dica Degli Esposti, sono pienamente nei poteri del Rettore e dei suoi collaboratori e collaboratrici, come testimoniano i provvedimenti presi nei casi analoghi dalle Università di Trieste, Milano e Bari".

Per gli studenti in protesta "Degli Esposti ha cercato di delegittimare alcune delle nostre richieste sostenendo, da un lato, che appartenessimo a collettivi già noti e, dall'altro, che le nostre esigenze non fossero rappresentative della totalità degli iscritti e delle iscritte all'Università di Bologna. Agli occhi del prorettore, in altre parole, risulta assurdo che gli studenti e le studentesse possano avere qualcosa da ridire sulla gestione burocratica e politica della situazione pandemica: biblioteche e aule studio che chiudono nel primo pomeriggio senza alcun motivo apparente, progetti di tesi all'estero o in archivio sconvolti o resi impossibili dalle misure adottate dall'Università, la prospettiva di dover pagare 3000 euro (anno accademico e mora) per potersi laureare nella prima sessione utile tenendo conto dei rallentamenti imposti alla ricerca dalla situazione".

Le richieste all'Università

• L'aggiunta di una sessione supplementare in periodo estivo (giugno-luglio) per permettere agli iscritti e alle iscritte dell'a.a. 2019/2020 di concludere dignitosamente il proprio percorso di studi senza dover mutilare il progetto di tesi e senza dover pagare un intero anno accademico per pochi mesi;
• l'annullamento o la sospensione di ogni mora punitiva legata al pagamento delle tasse e un parziale rimborso di queste ultime: "Dal momento non abbiamo usufruito di tutti i servizi che pure abbiamo pagato";
• la proroga della fine dell'a.a. 2019/2020 per tutti e per tutte;
• il funzionamento in sicurezza e a tempo pieno (dalle 9 alle 21) di tutte le biblioteche e le aule studio e l'uniformazione del sistema di prenotazione "attualmente delirante".
 

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