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Cronaca

Vaccinati sanitari e volontari per l'assistenza domiciliare: "Clima più sereno, ma restano i protocolli e le protezioni"

Raffaella Pannuti di Ant spiega l'avvento del vaccino fra gli assistenti a casa: "La copertura è pressoché totale. Adesioni altissime. Deve prevalere il concetto di solidarietà"

Medici, infermieri e psicologi che non hanno mai smesso di fare assistenza socio-sanitaria domiciliare gratuita ai pazienti oncologici mentre è proprio nei mesi della pandemia che sono cresciute le richieste di prelievi, medicazioni, terapie del dolore e cure supportive direttamente a casa, senza doversi recare in ambulatorio o in ospedale rischiando di esporsi al rischio di contagio da Covid-19. È Raffaella Pannuti, presidente di Ant, a raccontare questo periodo complicato e la partenza delle vaccinazioni su sanitari, operatori e volontari della fondazione che dal 1985 a oggi ha assistito oltre 138.000 malati. 

Ant non si è mai fermata, nonostante tutto, nonostante il Covid-19: quante le persone attualmente sotto le vostre cure a Bologna e provincia? Quali le attività più richieste e necessarie? E quante persone attive fra sanitari e volontari?  

"È vero, in questi mesi non ci siamo mai fermati: medici, infermieri e psicologi hanno continuato a garantire assistenza medica specialistica a casa di 1500 persone malate di tumore, a Bologna e in provincia. Siamo stati sempre presenti, anche nel momento più difficile del lockdown di marzo e aprile, entrando fin da subito anche nella zona rossa di Medicina dove era necessaria la nostra presenza a supporto di pazienti bisognosi di trafusioni e cure.  
La nostra attività si è rivelata particolarmente preziosa anche per pazienti in fase precoce di malattia che, grazie al nostro intervento, hanno potuto ricevere prelievi, medicazioni, terapie del dolore e cure supportive direttamente a casa, senza doversi recare in ambulatorio o in ospedale rischiando di esporsi al rischio di contagio. Nei mesi sono progressivamente cresciute le richieste da parte di questo tipo di paziente: per dare qualche numero sono stati oltre 15.000, nel 2020, i prelievi effettuati a domicilio dal nostro personale solo a Bologna (ovviamente non solo per cure supportive). Inoltre abbiamo attivato un Team Covid in grado di portare assistenza anche a nostri pazienti risultati positivi al virus. Ringrazio la ASL di Bologna che ci ha supportato, integrandoci sempre di più nella rete di cura. Ma vorrei aggiungere un ringraziamento anche ai nostri donatori, privati e aziende, e ai volontari ANT, perché senza il loro supporto tutto questo non sarebbe stato possibile. Quando in marzo è risultato evidente che le attività tradizionali di raccolta fondi avrebbero subìto un lungo stop, abbiamo dovuto reinventarci completamente, spostando gran parte del lavoro online: abbiamo trovato attorno a noi una comunità di persone che ha capito l’urgenza di continuare a sostenerci e ha seguito con affetto le nostre iniziative".  

"La formica è simbolo di lavoro duro e instancabile. In inglese formica si dice "ant", le stesse lettere che compongono l'acronimo Assistenza Nazionale Tumori“

La campagna di vaccinazioni è partita e riguarda sicuramente anche il vostro personale. Ci sono già stati i primi vaccinati? Chi sono e cosa prevede il programma a lungo termine? Cosa cambierà per loro dopo aver completato entrambe le fasi della somministrazione? Indosseranno comunque i dispositivi di sicurezza e seguiranno le disposizioni che abbiamo conosciuto in questi mesi?  

"In linea con le priorità date dalla Regione Emilia-Romagna e dalla ASL di Bologna i nostri medici, infermieri e psicologi hanno già cominciato a vaccinarsi e sono in partenza anche le vaccinazioni per il personale non sanitario ANT e per alcuni volontari di tipo socio assistenziale, ovvero volontari opportunamente formati che affiancano le famiglie dei nostri assistiti per svolgere vari compiti di natura non sanitaria. Il vaccino ci regala uno sguardo più ottimista sul futuro anche se sappiamo che per sconfiggere definitivamente il virus ci vorranno ancora mesi. Proprio per questo, pur in un clima di maggior serenità, per i nostri operatori sanitari non cambierà nulla a livello di protocolli e protezioni, in un’ottica di precauzione e tutela di tutti".  

Su medici e sui volontari, rispetto ai vaccini, quale è stata la percentuale di adesione? 

"Per quanto concerne medici, infermieri e psicologi della sede di Bologna, ricordo che non sono volontari ma professionisti che lavorano per la Fondazione. Confermo che la loro adesione alla campagna di vaccinazione è stata altissima, la copertura vaccinale è pressoché totale. I volontari ANT che saranno coinvolti in questa prima fase sono esclusivamente i volontari socio-assistenziali, ovvero coloro che svolgono attività a contatto con le famiglie degli Assistiti, non i volontari che si occupano di raccolta fondi". 

E se qualche volontario  rifiutasse cosa accade? Vaccini ai malati oncologici? 

"Ognuno è  libero di comportarsi come crede giusto nei confronti di se stesso e del suo prossimo. Io ritengo che debba prevalere il concetto di solidarietà. In generale la letteratura scientifica consiglia la vaccinazione per tutte le categorie fragili, tra i quali ovviamente rientrano i malati oncologici.  Le persone sane, vaccinandosi, automaticamente contribuiscono a proteggere anche le categorie più fragili".

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In una precedente intervista fatta qualche mese fa, chiedeva un maggiore coinvolgimento da parte dell'azienda sanitaria nazionale. Cosa è cambiato da allora se è cambiato qualcosa?  

"Come dicevo, la ASL di Bologna ha accolto il nostro appello e ci ha progressivamente e maggiormente coinvolto nel corso di questi mesi. Il Terzo Settore, laddove è professionalizzato e sostenuto dalle istituzioni, si dimostra una risorsa importantissima, in grado di reagire agli eventi avversi rapidamente e con flessibilità. L’epidemia ha messo in evidenza la necessità di trovare soluzioni efficaci, a misura d’uomo e sostenibili, per la sanità del futuro. Soluzioni che in qualche caso esistono già ma vanno implementate. La necessità di potenziare le reti territoriali di cura è uno degli insegnamenti di cui dobbiamo fare tesoro, sarebbe miope tornare indietro su questo punto. A prescindere dall’epidemia infatti, l’assistenza a domicilio per i pazienti cronici e degli anziani fragili è emersa chiaramente come una formula vincente in termini di protezione del paziente, sostenibilità economica e gradimento da parte delle famiglie. Infine vorrei fare un piccolo appello ai cittadini, perché continuino a sostenerci per consentire ad ANT di curare sempre più persone a casa, in sicurezza, nei delicati mesi a venire". 

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