"Distanziatore sociale" made in Bo: esperimento alle "Cucine Popolari"
"Siamo consapevoli della nobilissima attività che tutti i giorni, le volontarie e i volontari di questa mensa sociale svolgono per alleviare il disagio già prima della pandemia"
Un "distanziatore di sicurezza" totalmente made in Bologna. A sperimentarlo saranno anche le Cucine Popolari, le mense sociali volute da Roberto Morgantini. Si "GoodVibER" ed è un piccolo dispositivo, con tecnologia Bluetooth, che permette di mantenere la distanza di sicurezza, regola da adottare per prevenire il contagio da covid.
E' prodotto dall'azienda Tamarri S.p.A., con sede in via Due Portoni a Bologna, e in modo totalmente anonimo e senza alcun tracciamento, attraverso una vibrazione, un segnale acustico e l’accensione di un LED, segnala la vicinanza a rischio. Il nome nasce dall’espressione inglese good vibes che significa “buone vibrazioni”, una distanza quindi “non voluta” ma necessaria per la salvaguardia di tutti, mentre ER indica l’acronimo della nostra regione.
Cucine Popolari: tutto pronto per la quarta apertura
"Siamo consapevoli della nobilissima attività che tutti i giorni, le volontarie e i volontari di questa mensa sociale fondata da Roberto Morgantini, svolgono per alleviare il disagio e la solitudine di molte persone meno fortunate già prima della pandemia", si legge nella nota dell'azienda "abbiamo creduto che donare il risultato del nostro impegno per delimitare il virus, rappresenti un grazie alle Cucine Popolari per l’importante ruolo sociale che da anni svolgono nella città di Bologna, ma soprattutto vuole essere una maniera premurosa per tutelare chi, quotidianamente, si dedica agli altri in modo gratuito adoperando tempo e cuore. Crediamo che le buone vibrazioni debbano iniziare proprio dalla Solidarietà".
Dall'avvio della fase 2 in poi, i pasti sono passati da una media di 250 al giorno a ben 400, con una richiesta aumentata circa dell'80%. "Arrivano persone che non avevamo mai visto prima- spiega Roberto Morgantini alla 'Dire'- persone che prima avevano un lavoro e adesso non ce l'hanno più, soprattutto precari o chi viveva di lavori e progetti saltuari. Ma arrivano anche intere famiglie". Ieri, ad esempio, in occasione della Festa della Repubblica "abbiamo avuto una vera e propria folla di richieste per il cibo a mezzogiorno, oltre 420 persone sono arrivate. Questo perch+, soprattutto nei momenti di festa, c'è bisogno di avere dei riferimenti e una garanzia sotto i piedi e anche 'nella testa, perchè questi giorni mettono sempre tristezza a chi è più solo".