Omicidio dottoressa Linsalata, al vaglio il movente che avrebbe 'armato' il marito
Si cerca di far luce sulla morte della 62enne, per la quale è accusato il marito, ex medico sociale della Virtus, Giampaolo Amato. Duplice la scia
La dottoressa Isabella Linsalata, 62 anni, sarebbe stata uccisa dal marito, Giampaolo Amato, 64enne ex medico sociale della Virtus Bologna, con un mix letale di calmanti e anestetici. Su questo non sembrano avere molti dubbi gli investigatori tanto che qualche giorno fa è stata disposta la misura cautelare in carcere nei confronti del dottore, molto noto in città. Un arresto che arriva dopo un anno e mezzo di indagini serrate.
Indagini che ora si concentrano nella ricostruzione del movente. Se ad uccidere la donna fosse stato davvero il coiniuge, come ipotizza l'accusa, quale la motivazione che potrebbe averlo 'armato'? Secondo l'ordinanza firmata dal gip, il movente sarebbe stato di "tipo sentimentale" ..."senza escludere spinte di tipo economico". Il medico sarebbe stato diviso tra due "dolorosissime decisioni: la volontà di non fare soffrire la famiglia e il desiderio di vivere liberamente la sua relazione con la giovane amante". Amante che non risulta indagata e che avrebbe da tempo messo fine alla loro relazione. In soldoni, secondo gli investigatori l'uomo non sarebbe riuscito a porre fine al proprio matrimonio, nonostante la moglie - si ipotizza- avesse scoperto la relazione extraconiugale.
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Dalla ipotesi di decesso per cause naturali, all'omicidio
I fatti risalgono al 31 ottobre del 2021, quando il 118 prestò soccorso alla vittima rinvenuta priva di sensi dal marito nella loro casa, in zona Murri. Per la donna non vi fu nulla da fare .
I successivi accertamenti medico-legali e l'autopsia eseguita sul cadavere hanno poi dimostrato come il decesso - che in un prima momento pareva fosse rapportabile a cause naturali - in realtà fosse dovuto alla somministrazione di una benzodiazepina e un anestetico ospedaliero (si tratta di sostanze di facile reperibilità per un medico). Nel corso delle indagini sarebbe anche emerso che già alcuni anni prima alla vittima erano stati somministrati farmaci a sua insaputa che le avrebbero provocato più di una volta dei malori e persino episodi di narcolessia.
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Il dettaglio sulla cremazione
Un altro dettaglio che sarebbe emerso dalle indagini è il desiderio espresso da Amato di cremare la moglie, dopo la sua morte. Un desiderio che, però, la moglie non avrebbe manifestato ad altri, in vita. I familiari avrebbero infatti negato la cremazione e ciò diede la possibilità di effettuare una nuova autopsia e altri accertamenti, risultati poi decisivi per stabilire le cause del decesso.
Amato avrebbe riferito che la moglie, che da tempo soffriva di depressione, prendeva già autonomamente farmaci e ansiolitici; inoltre, essendo dottoressa lei stessa, avrebbe potuto avere accesso alle sostanze che desiderava. Sempre secondo l'ordinanza del gip, Amato sarebbe stato intercettato a lungo nel corso dell'indagine, anche durante i colloqui con l'amante, nel corso dei quali non avrebbe però mai fatto riferimento ad azioni estreme o violente nei confronti della moglie. Tuttavia per il gip l'ipotesi di un suicidio sarebbe da escludersi
Al momento l'indagato resta trincerato nel suo silenzio. Durante l'interrogatorio si è legittimamente avvalso della facoltà di non rispondere.