rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Città 30, obiettivo sicurezza: Saragozza, Massarenti e Murri le strade più pericolose

Un quesionario svela il pensiero dei bolognesi sulla Bologna che rallenta a 30km/h

"Salvare vite è il primo obiettivo del limite dei 30 all'ora e i cittadini lo sanno. Il fare cassa con le multe è ormai chiaro, non è certo lo stimolo dell'ordinanza condivisa con i parenti delle vittime della strada": questo è uno degli elementi emersi dal questionario sulla "Città 30" compilato da 20.000 bolognesi e presentato oggi dal sindaco Matteo Lepore, che hanno potuto esprimere le loro idee sul progetto. Un progetto che tutti conoscono, nel bene e nel male. Trenta domande per una ventina di minuti necessari a portarlo a termine, oltre tre mesi il tempo nel quale è stato disponibile. Interessante come Bologna abbia superato nei numeri città come Londra e Parigi, che di abitanti ne hanno molti di più. Cosa ci dicono le risposte al questionario? Che c'è disponibilità a cambiare le proprie abitudini di mobilità purché ci siano le giuste infrastrutture e i giusti controlli. Il timore più grosso: che ci siano troppe multe. Da gennaio infatti partiranno le sanzioni che a oggi non ci sono state. 

Cosa racconta il questionario compilato da 20 mila bolognesi

Disposti a cambiare le proprie abitudini di mobilità e l’assetto delle strade della zona in cui abitano per proteggerle da traffico e velocità. Convinti che la Città 30 possa essere utile a ridurre incidenti, morti e feriti sulle strade cittadine, ma timorosi in parte che il progetto possa essere inefficace a causa del mancato rispetto del nuovo limite di velocità e in parte, al contrario, che ci siano troppe multe. Perché Bologna 30 abbia successo occorrono infrastrutture adeguate alternative al mezzo privato a motore. E, per migliorare la sicurezza stradale, servono più dossi e controlli. Saragozza, Massarenti e Murri le 3 strade su cui i più chiedono interventi per la sicurezza stradale. Queste, in estrema sintesi, le indicazioni arrivate dai quasi 20.000 cittadini e cittadine bolognesi che hanno partecipato al questionario lanciato a metà giugno, in occasione della presentazione del progetto Bologna Città 30, dal Comune di Bologna e condotto dalla Fondazione Innovazione Urbana in collaborazione con il ricercatore Matteo Cataldi. Oltre 10.000 quelli che lo hanno compilato integralmente (il questionario era piuttosto approfondito e, con le sue 30 domande, richiedeva circa 20 minuti di tempo per la compilazione completa). Quasi 1.200 persone hanno dato anche la disponibilità a diventare ambasciatrici e ambasciatori della Città 30, sostenendo attivamente il progetto.

Preoccupazione città 30

Al questionario hanno risposto donne (46,2%) e uomini (49,8%) in modo tra loro abbastanza equilibrato e persone di ogni età. Sono per la maggior parte persone che abitano a Bologna (82,7%) o che la frequentano ma vivono in altri Comuni della città metropolitana (15,3%). Per quanto riguarda la zona di prossimità di residenza in città, la distribuzione geografica dei rispondenti è rappresentativa di quella reale della popolazione residente. Questo profilo dei e delle rispondenti ha consentito di raccogliere tutti i diversi punti di vista
sulla Città 30 in funzione delle differenti età e generi, necessità personali, familiari e lavorative, distanze da percorrere all’interno o verso la città.Quasi metà della popolazione disposta a modificare abitudini di mobilità e assetto delle strade. 
La maggior parte delle persone che ha risposto al questionario si sposta in auto, a seguire i mezzi più utilizzati sono: piedi, bici, trasporto pubblico (bus o treno) e moto. Quasi i tre quarti dei residenti a Bologna si muovono per andare al lavoro restando all’interno della città (tanto che i viaggi in auto, rilevati nel Pums, sono <1 km nel 31% dei casi e <5 km nell’83%). Invece il 60% di chi abita in altri Comuni si sposta per lavoro verso il capoluogo. Se in generale in città le strade fossero più sicure e le infrastrutture per la mobilità pedonale, ciclabile e pubblica fossero più estese, quasi l’80% degli intervistati prenderebbe in considerazione almeno una possibilità tra il muoversi di più a piedi, in bicicletta o coi mezzi pubblici.

Indice utilità 30

La classifica delle strade più pericolose secondo i bolognesi 

Quali sono le strade indicate per un necessario miglioramento della sicurezza stradale secondo chi ha compilato il questionario? Si tratta di tutte le principali radiali più urbane, dove ci sono abitazioni, negozi, mercati, scuole, ospedali, case di cura, luoghi di culto, giardini, centri civici, ecc.: qui si concentra una forte domanda di sicurezza perché percepite come strade di vita delle persone e della comunità e non più solo come assi di scorrimento dei veicoli. Le oltre 18.000 segnalazioni sulle strade più pericolose indicate nel questionario saranno utilizzate per decidere le priorità nei controlli e negli interventi fisici di messa in sicurezza. Eccole: 
1. via Saragozza
2. via Giuseppe Massarenti
3. via Augusto Murri
4. via Aurelio Saffi
5. via Irnerio
6. via Stalingrado
7. via Toscana
8. via Andrea Costa
9. via Giuseppe Mazzini
10. via di Corticella
11. via Zanardi
12. via Emilia Ponente
13. via Emilia Levante
14. via San Donato
15. viale Lenin
16. via degli Orti
17. viale Pietramellara

"Andare tutti piano per arrivare prima è una virtù" Matteo Lepore

Come ha precisato il sindaco Matteo Lepore: "La città 30 è un mosaico di zone 30 e ogni area ha il suo perché con interventi ad hoc. Un progetto insomma che si andrà ad adattare work in progress in base anche a quelle che saranno le rilevanze. Oggi le persone hanno timori e preoccupazioni sui tempi di spostamento, ma dobbiamo giudicare il tutto quando i cantieri saranno finiti e le misure messe in atto. Citta 30 non è solo un limite ma un modo nuovo per vivere le città. Nonostante manchino ancora le sanzioni (fino a gennaio ndr) è percepito che molti automobilisti stiano già rispettando il limite e credo che andare tutti piano per arrivare prima in questa epoca sia una virtù. Le città europee che hanno scelto per la Città 30 stanno avendo gli stessi risultati che auspichiamo noi e che sono fondamentalmente legati alla sicurezza e alla riduzione della mortalità". 

Lepore: "A Tokyo anche le ambulanze fanno i 30"

Fattori rilevanza Città30

La risposta della opposizioni

Duro attacco, l'ennesimo degli ultimi giorni, da parte delle opposizioni, fermamente contrarie alla delibera della Città 30. Stefano Cavedagna, capogrruppo di Fratelli d'Italia in Comune, scrive in una nota: "Il questionario di Lepore sulla Città 30 è malposto e, pertanto, inattendibile. Non viene mai chiesto 'sei a favore o meno della città 30?'. La modalità con cui sono poste le domande e forniti i dati, tutti senza nome e cognome, è quindi fallace. Affermare che il 70% dei cittadini è a favore della Città 30 è quindi un dato poco credibile oltre che irreale. Sono sempre di più i cittadini anche si sono schierati contrariamente alla Città 30, come dimostrano le oltre 7000 firme raccolte da Fratelli d’Italia, queste sì contro il provvedimento. Se le stanno inventando tutte pur di giustificare questa scelta scellerata, che peggiorerà la viabilità, farà aumentare le multe ed inquinerà di più".

"È una grande farsa - commenta invece Giulio Venturi, consigliere appena espulso dalla Lega, durante la sessione odierna del Consiglio comunale -. Se davvero l'amministrazione avesse voluto coinvolgere la cittadinanza in maniera democratica perché non procedere con un vero e proprio referendum?" si chiede l'ex leghista.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Città 30, obiettivo sicurezza: Saragozza, Massarenti e Murri le strade più pericolose

BolognaToday è in caricamento