rotate-mobile
Cronaca Centro Storico

Movida rumorosa, la voce degli esercenti: "Polemiche sterili, noi facciamo presidio e diamo lavoro"

Prima l’incontro tra Comune e associazioni di categoria, poi quello tra deputati e comitati di quartiere. E' polemica su dehors, rumore e alcol in strada che rendono insonni le notti dei residenti del centro. Osti e baristi non ci stanno

Puntuali come l’afa, ai primi giorni d’estate arrivano le polemiche sull’inquinamento acustico e sui dehors da parte dei comitati dei residenti del centro città di Bologna. Domenica si è tenuto un incontro tra questi e i deputati bolognesi Marco Lisei, Fratelli d’Italia, e quelli del Partito Democratico Andrea De Maria e Virginio Merola. "Lo scopo - riferiscono le associazioni cittadine intervenute - era quello di rappresentare ai nostri parlamentari le criticità relative alla residenzialità del centro storico di Bologna e di richiedere il loro interessamento per auspicabili interventi legislativi atti a mitigare il disagio e la sofferenza di chi vive in diverse parti della nostra città”. I problemi, continuano i residenti, riguardano il “forte inquinamento acustico notturno che gravi danni arreca alla salute dei cittadini, ma anche i frequenti incontrollati assembramenti di persone ed al consumo di alcol negli spazi pubblici anche da parte di giovanissimi". Non solo. È stata anche sottolineata "la necessità di non concedere in futuro ulteriori proroghe per l’istallazione di dehors covid, in quanto questa prassi ha assunto l’aspetto di un vero e proprio incontrollato abuso di una opportunità temporanea offerta ai commercianti messi in crisi dalla pandemia".

La risposta dei commercianti

“Sono polemiche sterili – dicono alcuni esercenti da via Mascarella –, sembra che solitamente le persone non escano la sera e che non vadano fuori a cena. Soprattutto, sembra che non siano mai stati giovani anche loro. Qui in via Mascarella siamo tutti rispettosi delle regole: per noi è un impegno controllare le persone dicendo loro di bere da seduti e di non fare chiasso. E poi, il weekend, all’una è tutto chiuso. Semplicemente, creiamo socialità rispettando le regole. Forse qualcuno preferiva quando c’era la pandemia”. Mascarella, insieme a via delle Moline, al quartiere Santo Stefano, a Piazza San Francesco, a via Petroni e a tutto il resto della zona universitaria, è una delle zone oggetto del contendere da parte dei comitati di quartiere. “È importante però non sminuire il nostro ruolo di presidio – dice Niccolò, titolare dell’Osteria delle Moline, nell’omonima via – e anzi, è successo anche che la Polizia ci chiedesse filmati del nostro impianto di sorveglianza. Sinceramente non capisco le polemiche, seguiamo le regole e all’una chiudiamo. Fossimo aperti fino a tardi capirei, ma così ha poco senso. Mi dispiace però che si lamentino, non facciamo nulla di male e anzi la zona adesso piace moltissimo ai turisti e alle persone che vengono qui”.

Dello stesso avviso è Julien della Bottega Moline: “Sinceramente non sapevo nulla di questo incontro. Noi abbiamo diversi locali in centro a Bologna e per ognuno di questi ci atteniamo naturalmente alle regole del Comune di Bologna. Il dehors all’una viene chiuso. Se poi sulla strada c’è gente noi possiamo intrometterci fino ad un certo punto. Magari con l’estate le persone dormono con la finestra aperta, come è normale che sia. Il tema, come sempre, è quello di cercare di far conciliare le varie esigenze. Noi siamo qui a lavorare, non facciamo del male a nessuno, e anzi facciamo presidio e diamo da lavorare alle persone”.

Capitolo dehors

Veniamo ai dehors. L’amministrazione, la scorsa settimana, ha fatto capire agli esercenti che la proroga dei dehors covid sarebbe scaduta al 1° luglio, nonostante il decreto Milleproroghe dello scorso febbraio contenga al suo interno la possibilità di prorogare i tavolini esterni fino a fine anno. Il Comune di Bologna avrebbe infatti intenzione di eliminare circa duecento tavoli al momento situati negli stalli di sosta e sotto i portici. Per i posti a sedere nelle aree pedonali e fuori dal centro storico, invece, per ora le cose rimangono invariate. “Nell’incontro dell’altro giorno con l’amministrazione comunale – aveva commentato il direttore di Ascom, Giancarlo Tonelli– abbiamo avanzato la richiesta di uniformarsi a quelle che sono le indicazioni del Governo con la proroga dei dehors Covid fino al 31 dicembre. Questo perché l’emergenza non è finita: la crisi del post pandemia, unita all’aumento dei costi dell’energia e, ultimamente, i danni causati dall’alluvione, continuano a creare degli alti e bassi nell’andamento dei pubblici esercizi” conclude Tonelli, proponendo l’idea di prorogare i dehors almeno fino ad ottobre. Una linea condivisa anche da Confesercenti Bologna: “Per quanto ci riguarda – spiegava il numero uno dell’associazione, Loreno Rossi – continueremo a chiedere la proroga fino a fine anno per tutte le attività. Si tratta di un’ulteriore opportunità per le attività del settore di recuperare quanto perso durante la fase Covid e, successivamente, con l’aumento dei costi dell’energia”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Movida rumorosa, la voce degli esercenti: "Polemiche sterili, noi facciamo presidio e diamo lavoro"

BolognaToday è in caricamento