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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Tumore alla prostata, il più comune negli uomini: "Meno biopsie e meno rischi"

Le nuove tecnologie cambiano le modalità della diagnosi del carcinoma più diffuso fra gli uomini. Lo spiega il direttore dell'urologia del Maggiore Sergio Concetti: "Sostituita una metodica imprecisa. Non bisogna essere ossessionati dal marker Psa"

Il tumore alla prostata è uno dei carcinomi più diffusi nella popolazione maschile e sebbene esso rappresenti circa il 20% di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo, lo sviluppo di tecniche di diagnosi precoce e di screening ne hanno notevolmente ridotto la mortalità. E un nuovo strumento, un ecografo di ultima generazione, è arrivato anche all'Ospedale Maggiore di Bologna e consentirà all’équipe dell’Urologia, diretta dal dottor Sergio Concetti, di rendere ancora più accurata la diagnosi e ancora più efficace il trattamento di questo tumore (la cui percentuale di mortalità è pari al 9% circa): "Si tratta di un'apparecchiatura molto sofisticata che ci consente di fare in maniera molto più precisa dei prelievi sulla ghiandola prostatica per individuare eventuali tumori - spiega Concetti - Il punto di partenza è che questo tipo di malattia è molto presente e rappresenta il primo tumore fra i maschi: in Italia si fanno circa 42 mila nuove diagnosi l'anno e fortunatamente pur essendo tumori maligni la percentuale di quelli particolarmente aggressivi rappresenta solo il 20%".

Il "salto" che evita un numero eccessivo di biopsie e la riduzione del fattore di rischio

Ma come avviene la diagnosi di questo tipo di tumore e che svolta rappresentano gli strumenti di ultima generazione? "Fino ad alcuni anni fa la diagnosi era affidata al famoso 'dito dell'urologo' ed eventualmente, successivamente, a una ecografia prostatica transrettale - continua il direttore dell'urologia Concetti - tuttavia questa metodica era abbastanza imprecisa, ragion per cui tanti pazienti venivano sottoposti a biopsie che poi risultavano negative.  Da una decina di anni circa sono stati due gli importanti avanzamenti tecnologici a nostra disposizione: si tratta della risonanza magnetica multiparametrica e dall'impiego di nuovi ecografi come appunto il nostro 'Biopsia Fusion', che ci consentono di immagazzinare le immagini delle risonanze e fonderle in tempo reale e con l’ausilio di algoritmi e strumenti hardware, riconoscendo con maggiore precisione il sito e il volume del tumore in esame". L’ecografo già in uso all'Ospedale Maggiore è frutto di un investimento, da parte dell’Azienda USL di Bologna, di circa 100mila euro".  Tale acquisto è stato reso possibile grazie alla sinergia tra i professionisti dell’Urologia, dell’Ingegneria Clinica diretta da Elisabetta Sanvito e del Dipartimento delle Chirurgie Specialistiche, diretto da Anna Maria Baietti. A oggi l’urologia esegue circa 700 biopsie prostatiche, suddivise tra i due presidi ospedalieri di San Giovanni in Persiceto e del Maggiore".

Psa, come monitorare l'esame: "Non è detto che se è alto ci sia la malattia"

"I vantaggi dati dall'utilizzo di questo ecografo non sono dettati solo dal poter ridurre il rischio che si debbano fare più biopsie (procedura un pochino invasiva che si presta a complicanze che possono essere anche serie) ma l'avvento di queste nuove metodiche consente anche di individuare pazienti che sì, meritano una biopsia,  ma anche coloro che la possono evitare. Ciò deriva da una sorta di peccato originale: tanti uomini da una certa età in su, da quando è stato introdotto il marker Psa (antigene prostatico specifico), lo eseguono anche troppo e spesso, anche se risulta alterato, non è automatico che ci sia un tumore alla prostata e dunque non deve diventare un'ossessione. Qui invece si va per gradi nella diagnostica di questa neoplasia".  A oggi circa l'80% dei pazienti sottoposti a una prostatectomia giova di questa tecnica diagnostica. Pertanto, questa dotazione tecnologica rappresenta un ulteriore strumento di sviluppo e implementazione dell’offerta rivolta ai bolognesi, a disposizione dell’equipe dell’Urologia dell'Ospedale Maggiore che ha da poco tagliato il traguardo dei 1000 interventi realizzati con il robot Da Vinci. 

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