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Cronaca

Zona stazione, lavoratori stanchi. C'è chi si fa scortare per tornare a casa

All’indomani dell’ennesimo episodio di violenza, le voci di chi ogni giorno vive da vicino l'area calda che abbraccia via Pietramellara, piazza XX Settembre e la galleria 2 Agosto

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È di ieri la notizia di una rissa con feriti scoppiata in galleria 2 Agosto, di fronte alla stazione centrale di Bologna. L’ennesima nella zona, visti i fatti di cronaca che hanno interessato le strade e le piazze limitrofe, da piazza dei Martiri fino alla stazione di Bologna centrale. Proprio la stazione, come in moltissime grandi città italiane, paga il suo status di luogo liminale, garantito dalla mobilità di persone e merci che, a decine di migliaia, attraversano ogni giorno quegli spazi. Non per questo, però, bisogna rinunciare alla sicurezza di chi quegli spazi li vive in qualità di lavoratore, residente o semplice cittadino. Eppure, proprio chi lavora in zona, frequentando viale Pietramellara, la galleria 2 Agosto o piazza XX Settembre quotidianamente, è preoccupato dalla generale insicurezza della zona. Alcuni stanchi, altri rassegnati, altri ancora che sdrammatizzano con un sorriso.

Le voci da piazza XX Settembre e galleria 2 Agosto

“Capita praticamente tutti i giorni che ci siano problemi, soprattutto risse e litigi – dice Giacomo, uno degli impiegati di Mortadella Shop, uno store che vende panini e prodotti gastronomici tipici dell’Emilia –. Spesso vediamo la polizia correre dietro a qualcuno, ormai ci abbiamo fatto l’abitudine. Il fatto è che vengono da tutta Italia, stanno qui un po’ e poi scappano sui treni. Una volta io stesso ho assistito ad un accoltellamento proprio qui davanti alla porta del negozio. Il ragazzo che ha tirato la coltellata, per nascondersi, poi è venuto dietro al nostro bancone, visto che era inseguito da un gruppo di persone che lo volevano prendere. Siamo stati pronti a ributtarlo fuori, noi non vogliamo entrare in queste storie”. Un altro lavoratore del negozio di gastronomia, Matteo, abita proprio in galleria 2 Agosto. Frequentando quindi la zona anche al di fuori degli orari di lavoro, ribadisce che, specialmente la sera, “problemi ce ne sono sempre”.

Le conferme sul fatto che la zona sia poco sicura arrivano anche da Luca, che lavora al bar tabacchi all’angolo tra la galleria 2 Agosto e piazza XX Settembre: “Tutti i giorni ci sono problemi, discussioni, risse. È difficile lavorare così. Non ci sentiamo al sicuro, visto che molto spesso le persone vengono a dare fastidio anche a noi, all’interno del negozio. Vogliono andare in bagno, vogliono non pagare, vogliono fare quello che gli pare, alla fine noi non glielo permettiamo e si finisce a litigare. Non è bello. Cose così succedono tutti i giorni, la situazione è pessima. D’estate c’è più controllo di polizia, c’è sempre un furgone qui in piazza XX Settembre. Ma in questo periodo non ci sono così spesso, magari una volta o due alla settimana. E poi queste cose succedono sempre quando le forze dell’ordine non ci sono”. Infatti, i turni di polizia sono scelti quotidianamente, e spesso in base al periodo. Ma la camionetta delle forze dell’ordine non c’è ogni giorno.

Presidio della polizia in piazza XX Settembre

Servizi di vigilanza e collaborazione tra i lavoratori

Il caso del bar tabacchi è particolarmente spinoso, perché l’esercizio rimane aperto tutta la notte e di fatto è l’unico presidio della zona (così come faceva notare lo scrittore Christian Raimo). Per questo, la proprietà ha assunto una compagnia di vigilanza per le ore notturne, in modo da aumentare il presidio e cercare di limitare i problemi. Ma non sono gli unici ad averci pensato. Infatti, anche di giorno, è presente un servizio di vigilanza ingaggiato dagli altri negozianti della zona.

Non solo. C’è anche chi si organizza autonomamente: “Capita spesso di vedere episodi di microcriminalità, come spaccio e risse. È proprio evidente. Episodi così ce ne sono di continuo, la zona è quella che è – dice una giovane lavoratrice del negozio di giocattoli e souvenir all’angolo con la piazza –. Noi chiudiamo alle 20, altrimenti avrei paura ad andare a prendere l’autobus da sola. Per fortuna ci organizziamo e ci sono anche colleghi che spesso si offrono di accompagnarci alla fermata del bus”.

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