Garisenda: l’allarme sul crollo era arrivato già a febbraio
Il comitato tecnico scientifico avevano ipotizzato tre ipotesi di collasso. Ma il sindaco Lepore è stato informato solo ad ottobre
Sono tre le ipotesi di collasso che il comitato tecnico scientifico della Garisenda aveva ipotizzato già nello scorso febbraio: caduta ad est, verso la basilica dei santi Bartolomeo e Gaetano, a sud, verso la torre degli Asinelli, oppure un’implosione su sé stessa, con quest’ultima come ipotesi maggiormente accreditata. La data che la relazione reca è quella del 22 febbraio 2023 e, a margine, ci sono anche alcuni disegni che ipotizzano le conseguenze della caduta.
Come scrive ll Resto del Carlino, le posizioni dei tecnici all’interno del comitato non erano omogenee, e tutti gli interventi ipotizzati sono stati laconicamente rimandati. In tutto ciò, come scrive il quotidiano, il sindaco Matteo Lepore è però venuto a conoscenza della relazione solamente lo scorso 13 ottobre, quando ha deciso in fretta e furia di mettere su la task force e di aggiornare il piano di evacuazione.
Intanto oggi verrà presentata la struttura che dovrà mettere in sicurezza cose e persone da un possibile crollo della torre. Il cantiere sarà ad opera della Fagioli Spa, l’azienda che si è occupata della ricostruzione del ponte Morandi di Genova.