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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Reno / Via Bertocchi

Il frigorifero 'perduto' si salva col crowdfunding: vinta la battaglia per l'antica ghiacciaia della Barca

Grazie alla determinazione dei condomini del complesso che ospita l'affascinante opera si evita quella che era apparsa da subito "come una mera operazione stravolgimento di natura edilizia e non di conservazione del manufatto"

"Poteva succedere solo a Bologna". Cosa? Che la “giazéra” (la ghiacciaia) di Villa Lambertini-Mattei si possa restaurare completamente grazie a una petizione con la quale sono stati raccolti i fondi necessari per portare a compimento un progetto fortissimamente voluto dai condomini di quel complesso residenziale della Barca dove è collocata la storica conserva che fu anche rifugio durante gli anni della Guerra. Tante offerte e poi, a sorpresa (quando l'entusiasmo cominciava a scemare per il calo di attenzione alla causa) ecco un donatore speciale che ha consentito di realizzare un sogno: “A metà aprile il contatore della raccolta di fondi online aveva perso l’impulso delle prime giornate, ma tutti noi dell’associazione eravamo fiduciosi di poter raggiungere l’obiettivo - ha spiegato Lya Brintazzoli, socia dell'Associazione Salviamo la Ghiacciaia - Si può solo immaginare quello che abbiamo provato il giorno in cui controllando l’andamento abbiamo visto il cerchio completato, l'obiettivo raggiunto. Una gioia immensa: è fatta! Non immaginavamo proprio che Succede solo a Bologna potesse fare una donazione così straordinaria, un misto di orgoglio riconoscimento e condivisione con un'associazione così importante". E sì, è stata proprio la nota associazione a fare in modo che il crowdfunding andasse a buon fine. 

Ma di cosa stiamo parlando? La storia effettivamente è lunga e abbiamo cominciato dalla fine. In estrema sintesi: c'era una volta una vecchia conserva, costruita a nord del grande giardino di una meravigliosa villa storica di Bologna che ai giorni nostri, dopo vari passaggi di proprietà, sta all'interno di un complesso residenziale del quartiere Barca. C'è chi si accorge del suo valore e la vuole proteggere ma anche riportare in vita e valorizzare. Non c'è più tempo e dopo una raccolta di firme si prospetta la possibilità di acquistarla (da parte dei condomini, tutti uniti e compatti): l'associazione Salviamo la ghiacciaia ce la fa. Ma le cose da fare sono tante e costose: fra in progetti c'è il completamento di alcuni lavori, di cui il principale è quello per la chiusura di un buco nella parete sul retro, creato dal precedente proprietario. L’intervento è particolarmente costoso perché la riparazione della parete danneggiata deve essere eseguita con la tecnica di restauro tradizionale del cuci-scuci, la cui espressione indica il susseguirsi di demolizioni e di ricostruzioni. La tecnica consente di ripristinare la continuità strutturale di una muratura in mattoni faccia a vista mediante la sostituzione delle parti degradate senza pregiudicarne la funzione portante. Ecco perché è stata attivata la raccolta fondi che oggi è arrivata a chiudersi nel migliore dei modi. 

Villa Lambertini-Mattei: una dimora storica, gioiello della Barca 

Villa Lambertini-Mattei era la storica dimora estiva del cardinale Prospero Lambertini (1675- 1758), papa Benedetto XIV dal 1740 al 1758. L’ingresso principale era in via della Barca, percorrendo un viale alberato si raggiungeva la villa sull’ex via della Certosa (oggi via Bertocchi). Oggi la Villa si presenta in ottima conservazione, affiancata dalla cappella familiare, dalla casa colonica e dal fienile, tutto recentemente restaurato, rispettando la tipica architettura dell’epoca (all’interno trasformazioni in abitazioni condominiali). Il primo nucleo di questa residenza signorile estiva di campagna si può far risalire al secolo XVIII, quando tra le proprietà del senatore Prospero Giò Lambertini, compariva un fondo agricolo denominato “Palazzo Speranza”. Alla fine dell’800 l’abitazione padronale, alla quale era annessa la casa del massaro (fattore), fu acquistata da Andrea Mattei, nonno di Cesare, noto quale progettista dell’eclettica “Rocchetta” di Riola di Vergato. Successivamente la proprietà fu acquistata da Giò Rossi.

Ghiacciaia Villa Lambertini-Mattei

La ghiacciaia: per conservare il cibo e come rifugio durante la guerra

Di grande interesse la ghiacciaia, la “giazéra”, costruita a nord del grande giardino e la cappella dedicata a Sant'Anna. La ghiacciaia, tipica struttura di cui erano dotate tutte le ville, era stata costruita, alcune decine di metri a nord della Villa nella zona più fresca, dove iniziava il bosco che si estendeva fino alle rive del fiume Reno. Fare una ghiacciaia per conservare gli alimenti richiedeva molto impegno. Dopo la massima attenzione per scegliere il posto più adatto (che necessariamente doveva essere vicino a una pozza d’acqua, laghetto o macero, da cui prelevare il ghiaccio nella stagione più fredda, circa dal 15 dicembre al 15 gennaio), si passava alla costruzione vera e propria, che richiedeva pazienza e perizia. Veniva scavata una buca profonda nel terreno, di parecchi metri, e predisposte scanalature per raccogliere gli sgocciolamenti; tutto veniva ricoperto con una costruzione in pietra a forma di uovo, alta alcuni metri. Alla base una porticina per l’entrata, un’apertura alla sommità per scaricare dall’alto il ghiaccio in lastroni, separati uno dall’altro da fogliame di piante; tutta la costruzione veniva ricoperta da arbusti e piante ad alto fusto, generalmente querce. La “Conserva” della Villa Lambertini-Mattei, utilizzata negli anni quale sicuro rifugio durante la guerra e luogo di gioco dei bambini, si affaccia ancora in Via Bertocchi (ex via della Certosa), rivela ancora la sua origine e si presenta come una verde montagnola coperta da un boschetto di piante spontanee, su cui alta si staglia una quercia secolare, l’unica sopravvissuta delle tre originariamente esistenti.

La battaglia dei condomini per salvare sia la ghiacciaia che la quercia 

La ghiacciaia e la porzione di giardino adiacente, rimaste inizialmente di proprietà dell’impresa costruttrice, nel 2006 furono acquistate da una società di costruzioni il cui progetto edilizio prevedeva l’abbattimento della quercia. L’intervento edile previsto, infatti, non solo contemplava la sparizione della quercia, ma anche l’eliminazione del boschetto sovrastante la ghiacciaia. I condomini iniziano quindi una lotta per la denuncia agli organi amministrativi e ai media di quella che era da subito apparsa come una mera operazione stravolgimento di natura edilizia e non di conservazione del manufatto. Si intensificano i contatti con la stampa, con gli organi del Comune, con la Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici e gli enti interessati, quali Legambiente, il WWF ed il Corpo Forestale, per impedire l’esecuzione di quella manovra nascosta sotto le vesti di “restauro conservativo”.
A ciò si aggiunge una raccolta di oltre 500 firme per la presentazione in Comune di una petizione contro l’abbattimento della quercia.
Nello stesso tempo si valuta la possibilità di adire le vie legali a difesa di quel “Diritto all'uso del verde sovrastante la ghiacciaia", che era stato apposto dal costruttore nei rogiti di vendita di ciascuno degli appartamenti del complesso residenziale per attribuire a carico
dei condomini gli oneri di manutenzione di tutta l’area verde, ma che - di fatto - si stava rivelando l’unico appiglio legale contro il progetto della società proprietaria.

Nel 2008 inizia a diffondersi fra i condomini la convinzione che l’unica maniera per risolvere la questione fosse quella di cercare di acquistare la proprietà della ghiacciaia e del terreno adiacente: l’area viene offerta prima al prezzo di 330.000 euro e poi a quello di 220.000 euro trattabili. Viene quindi lanciata un’offerta di acquisto e, dopo un’estenuante trattativa per la riduzione del prezzo, la possibilità di poterle acquistare diviene più concreta. Dopo un’estenuante trattativa, grazie alla partecipazione di 42 famiglie sulle 63 presenti nel complesso residenziale, e con il contributo particolarmente generoso di alcuni condomini, viene verificata la possibilità di poter concretamente acquistare il terreno. Nel frattempo l’Amministrazione Comunale pone sotto tutela, nel RUE, le ghiacciaie/ conserve e i pilastrini votivi e questo è un ulteriore aiuto nella contrattazione di acquisto.
Una volta esaminate le modalità più adeguate per procedere all’acquisto, il 4 marzo 2010 si costituisce l’Associazione senza scopo di lucro "Salviamo la ghiacciaia" e il 23 marzo 2010 l’ente acquista la ghiacciaia e il terreno adiacente per la somma di 95.000 euro. L’Associazione, iscritta inizialmente nell’Anagrafe Unica delle ONLUS, nel Settore tutela e valorizzazione della natura e dell’ambiente, grazie all’interesse naturalistico dell’area, così come testimoniato dal WWF-Sezione di Bologna ha poi adottato tutte le iniziative richieste per l’adeguamento al D.Lgs. 117/20217, il Codice del Terzo Settore, e l’iscrizione nel Registro Regionale delle Organizzazioni di Volontariato, modificando così la sua denominazione in Salviamo la ghiacciaia ODV (Organizzazione di Volontariato), attualmente iscritta al RUNTS, il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore. Finalmente proprietari: iniziano i lavori. 

Divenuti proprietari, ai fini della tutela della sicurezza e dell’incolumità pubblica è stata apposta una recinzione attorno all’area della ghiacciaia e richiesta una perizia sulla stabilità della quercia: l’esito favorevole di quest’ultima e il successivo intervento di alleggerimento della chioma, eseguito in conformità a quanto richiesto dal Comune, ha così consentito di salvare l’albero dal rischio di abbattimento. Sono iniziati quindi gli interventi volti alla valorizzazione dell’area, quali la pulizia e  i lavori edili all’esterno della ghiacciaia: la creazione di un impianto elettrico e la canalizzazione per lo scarico dell’acqua piovana, la predisposizione di un impianto di illuminazione, la costruzione di un pavimento di sassi nella zona antistante l’ingresso della conserva, l’innalzamento di due pareti in mattoni ai lati della volta di entrata per proteggerla dalla caduta di fango dalla collinetta e il recupero delle colonne esterne e delle altre parti danneggiate mediante la sostituzione dei mattoni rovinati.
Finalmente nel 2019, grazie alle offerte e ai contributi del 5 per mille, sono stati accumulati sufficienti fondi per iniziare anche i lavori per la messa in sicurezza dell’area, per migliorarla al fine di poterla rendere visitabile al pubblico, così da promuoverne l’interesse artistico e storico. Oltre agli interventi esterni, che alcuni associati hanno svolto personalmente, è stato costruito un balconcino panoramico per potersi affacciare all’interno della ghiacciaia e ammirarne la volta, installato un corrimano, sostituita la porta di ingresso ed eseguiti alcuni lavori edili per agevolarne l’accesso.

"Attualmente abbiamo sottoscritto un Patto di collaborazione con il Comune di Bologna e sono iniziati dei sopralluoghi di molte prestigiose guide turistiche della città che proporranno nei loro programmi la visita della ghiacciaia. Grazie alla partecipazione agli incontri tenuti per il bilancio partecipativo del Comune di Bologna, ove la nostra Associazione è inserita nell’ambito di un progetto di collaborazione con altri due enti per la promozione della cultura e della socialità, abbiamo avuto modo di farci conoscere in quartiere anche dalle altre associazioni, con le quali stiamo già organizzando degli incontri e dei momenti di condivisione in occasione di visite organizzate alla ghiacciaia" spiegano dall'associazione Salviamo la ghiacciaia. 
Da marzo 2023 sono iniziate in maniera costante le visite alla Ghiacciaia con gruppi spontanei di cammino come “ Muovi il treno” molto attivo nel quartiere, gruppi strutturati come il Gruppo escursionismo e cicloturismo Polisportiva masi e Percorsi di pace, cittadini che hanno prenotato visite di gruppo attraverso i nostri contatti. Con Il Passo della Barca abbiamo attivato una collaborazione per visite e laboratori con le scuole. Il 6 maggio ci sarà la nostra Festa". 

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