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Cronaca

Città 30. Cosa cambia dopo la direttiva del MIT e l'incontro Lepore-Salvini

Dopo i rimpalli, gli affondi, il documento del Ministero, quale il futuro del provvedimento sui limiti orari imposti sulle strade di Bologna? Lepore tira dritto ma pronto al dialogo e al monitoraggio della situazione. Bignami bacchetta

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La direttiva annunciata dal MIT - Ministro delle infrastrutture e dei trasporti- è arrivata. L'incontro tra il sindaco di Bologna Matteo Lepore e il Ministro Matteo Salvini c'è stato. Stavolta diretto e non con un botta e risposta a distanza. E pare pure che si sia raggiunta una certa armonia tra le parti.

Ma il provvedimento sulla Bologna Città 30 resta al centro del dibattito. E resta da capire se cambierà qualcosa alla luce degli ultimi risvolti, o si conclude tutto in una fumosa girandola di parole.

Intanto il primo cittadino del capoluogo felsineo ha ieri fatto sapere che dopo il colloquio avuto con il ministro dei Trasporti si è convinto che "le precisazioni della direttiva sono coerenti con il percorso che stiamo facendo in città, quindi Bologna Città 30 prosegue e le ordinanze sono vigenti". Ergo, i limiti restano quelli introdotti dalla misura lo scorso luglio 2023. Il piede sull'acceleratore resta fermo ai 30 km orari su gran parte delle strade all'ombra delle Due Torri. Almeno per il momento.

Spiraglio di variazioni in futuro, passando dal monitoraggio della situazione?

Spiragli di migliorie future però ce ne sono. Tra le parti si sono impegnati - ha fatto sapere ancora Lepore - "a monitorare l'andamento del nostro progetto, di osservare quale sarà l'impatto e quali eventuali correzioni anche sulla base dei dati scientifici che ci saranno nei prossimi mesi e delle osservazioni dei cittadini. E condivideremo con il ministero, come già ci eravamo presi l'impegno di fare, tutte queste decisioni che assumeremo".Il sindaco ha ribadito che Salvini "ritiene sbagliato un piano complessivo che fa sè che la città sia tutta a 30 e abbiamo noi spiegato che non è questo il caso di Bologna. E' contrario ai velox sulle strade a 30 e noi gli abbiamo spiegato che non ce ne sono". Per l'amministrazione, insomma, la Città 30 è già in regola con quanto prevede la direttiva del Mit.  

E stamane Lepore, intervistato da Start su Sky Tg24 a proposito della Città 30 ha chiarito: "Noi sindaci facciamo le ordinanze sulla base delle leggi che ci sono. Noi abbiamo seguito le linee guida del ministero, abbiamo avuto anche un finanziamento di 600mila euro dal ministero con un decreto firmato dallo stesso ministro Salvini, poi se il ministero cambierà delle regole noi ovviamente le seguiremo".

Bignami: "o si cambia o emetteremo provvedimenti specifici"

Così non la pensano tutti però. Alla luce della direttiva emanata dal MIT sulle Città 30, c'è chi come  il viceministro ai Trasporti e Infrastrutture Galeazzo Bignami si attende che Bologna "si uniformi. Se invece andrà avanti in questa ostinazione ideologica, a quel punto saremo chiamati a emettere provvedimenti specifici, ai sensi dell'articolo 142 secondo comma del Codice della strada, con cui disapplicheremo definitivamente l'ordinanza" che ha fissato il limite dei 30 sotto le Due torri. La speranza è che Palazzo D'Accursio si fermi in tempo: "Confidiamo che il Comune torni sui propri passi perchè questa misura ha una forte impronta ideologica".Illustrando il provvedimento il meloniano sottolinea come questo "ripristini un po' di buonsenso" rispetto a una scelta "totalmente ideologica che impone i 30 all'ora nel 70% del territorio", mentre la direttiva dice che "le zone 30 le puoi fare solo dove c'è davvero bisogno: asili, scuole, situazioni particolari...".

Merola in difesa della Città 30. E lo scontro (a distanza) con Salvini

Di tutt'altro parere invece il deputato Pd- ed ex sindaco di Bologna - Virginio Merola che difende la Città 30 e invita i cittadini a respingere l'affondo del ministro delle Infrastrutture con la sua   direttiva: "Si occupi piuttosto di quel disperato che va in giro per il Veneto a tagliare gli autovelox", suggerisce Merola,  ospite di Cantiere Bologna. Per il deputato Pd, in ogni caso, "intervenire per impedire ai Comuni di organizzare la vita nella città è un atto che tutti i bolognesi dovrebbero rifiutare come un ingerenza impropria", afferma Merola. Una ingerenza "pesante" nell'autonomia di Palazzo D'Accursio che l'ex primo cittadino vede anche in vicende come quelle di tram e Passante. "Cariche istituzionali vengono utilizzate ai fini di parte e questo non è accettabile", dice. Oggi, "siamo in campagna elettorale e mi spiace che la nostra città venga ancora una volta fatta oggetto di queste attenzioni". La ricetta di Merola è fatta di dialogo e confronto con la cittadinanza, tenendo ben fermo l'obiettivo della sicurezza stradale. "Non c'è nessun intento punitivo- afferma- è un cambiamento di mentalità che non può che portare del bene se fatto nel modo giusto".  "Penso- afferma ancora Merola- che dobbiamo avere fiducia nei bolognesi. Non possiamo accettare uno scontro dove la velocità sarebbe di destra e la lentezza di sinistra. Sicuramente Salvini ci aiuta quando interviene, perchè supera ogni limite. Ma noi dobbiamo parlare coi bolognesi. Il sindaco ha già detto, e ha fatto bene, che vuole interloquire" coi cittadini e le loro perplessità. Perchè la zona 30 "c'è bisogno di capire come funziona prima di essere contrari a priori". Si tratterà di "verificare volta per volta eventuali correttivi se ci sarà bisogno". anche se, sottolinea ancora il dem in un altro passaggio, "non ci sono stati tutti questi disagi per la cittadinanza".  

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Salvini: altro che ingerenze

Parole che hanno a stretto giro trovato la replica di Salvini che via social manda a dire a Merola: "Altro che 'ingerenza' la direttiva che il mio ministero ha mandato ai sindaci ha spirito costruttivo e chiarisce che le deroghe ai 50 all'ora vanno sempre motivate e possono essere previste solo per tratti di strada ben definite". "Lasciamo ad altri le polemiche- conclude   a noi interessa lavorare con buonsenso nell'interesse dei cittadini".  

Direttiva MIT: limiti di velocità a 30 km solo in alcune situazione

Passo indietro. Ma nel dettaglio cosa dice la direttiva tanto voluta da  Salvini, in qualità di Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture? Si parte dall'assunto che si ritiene "qualsiasi fissazione generalizzata di limiti di velocità nel contesto urbano risulta di per sé arbitraria". 

Secondo la direttiva quindi la circolazione stradale deve essere regolata in ragione delle "precipue caratteristiche di ciascuna strada o tratto di strada". E dunque dove si dovrebbe andare ai 30 km orari? Per il MIT nei seguenti casi: assenza di marciapiedi e movimento pedonale intenso; anormali restringimenti delle sezioni stradali; pendenze elevate; andamenti planimetrici tortuosi tipici di nuclei storici e vecchi centri abitati; frequenza di ingressi e uscite carrabili da fabbriche, stabilimenti, asili, scuole, parchi di gioco e simili; pavimentazioni sdrucciolevoli o curve in vario modo pericolose (ad esempio durante la cattiva stagione o in condizioni meteorologiche avverse).

Solo in questi casi in città si dovrà abbassare il limite dei 50 km/h: "Nell'eventuale perimetro che circoscrive tutte le zone a velocità limitata contigue deve essere mantenuta una rete di strade con limite a 50 km/h tale da garantire i collegamenti tra punti estremi di detto perimetro", come specifica la direttiva.

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