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Lunedì, 29 Aprile 2024
Bagarre

E' ancora scontro sul 2 agosto 1980

Esecutori e mandanti. Il 43esimo anniversario della Strage alla stazione di Bologna Centrale si contorna di polemiche. E alla Camera ok alla mozione della maggioranza. Pd: “Ignorata la matrice fascista”

Bologna in piazza per ricordare le vittime di tutte le stragi e per mantenere viva la memoria dell'attentato alla stazione di Bologna di sabato 2 agosto 1980. Dopo 43 anni sul tema si crea ancora scontro politico, nonostante diverse sentenze che hanno attribuito responsabilità e colpe a chi quel sabato d'estate ha detonato una bomba in Piazza delle Medaglie d'Oro uccidendo 85 persone e ferendone 200.

I discorsi di Lepore e Bolognese accendono la polemica

Due sono stati gli incontri pubblici e i momenti di interlocuzione con la cittadinanza, i famigliari delle vittime e i rappresentanti pubblici. Il primo, a Palazzo d'Accursio, nel quale ha parlato anche il ministro dell'Interno Piantedosi. Il secondo, invece, a Piazza delle Medaglie d'Oro dopo il corteo. Interventi duri quelli del primo cittadino di Bologna del presidente dell'Associazione famigliari delle vittime.

"Basta con queste menate, vogliamo la verità" ha incalzato subito Bolognesi, continuando rivolgendosi direttamente al ministro Piantedosi in quanto rappresentante del governo: "Come fate a dire che è una strage fascista quando alcuni partiti hanno firmato per una commissione d'inchiesta su altre piste estere. Mettetevi d'accordo, i familiari vogliono parole chiare". 

Ma ancora più duro è stato il sindaco Matteo Lepore, che alla stazione di Bologna - prima del classico minuto di silenzio in ricordo delle vittime - non ha perso tempo nell'attaccare il governo in carica sulla questione: "Quanto valeva la vita dei nostri concittadini italiani morti per strage alla Stazione? Ditemi, quanto valeva la distruzione della nostra amata città?". "Una strage - prosegue Lepore - eseguita dalle principali sigle del terrorismo e dell’eversione fascista dell’epoca. Una strage realizzata e rimasta impunita per anni grazie alle connivenze e ai depistaggi, all’interno dei servizi segreti militari e della politica italiana".  Il sindaco poi incalza: "Chi ha paura della sentenza sui mandanti? Chiediamocelo insieme. Perché proprio a gennaio di quest’anno arriva la proposta di istituire una commissione d’inchiesta sulla violenza politica in Italia tra gli anni ‘70 e ‘80 in Italia, da parte del vicepresidente della Camera Fabio Rampelli noto esponente di spicco di Fratelli d’Italia? Oppure, perché un mese fa viene depositata una proposta simile, con primo firmatario il parlamentare Alfredo Antoniozzi, anche lui dello stesso partito? Tra i firmatari, anche il deputato Federico Mollicone, autore pochi giorni dopo di una interpellanza alla premier Giorgia Meloni e ai ministri dell’Interno e della Giustizia Nordio, per provare a riaprire - dopo essere stata definitivamente derubricata in sede giudiziaria - la famosa ‘pista palestinese’.

"Meloni faccia i conti con la Fiamma"

A supportare le posizioni prese dai rappresentati durante la manifestazione ci hanno pensato vari esponenti di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. La capogruppo regionale dei 5 Stelle Silvia Piccinini ha dichiarato: "Nonostante ci siano sentenze che hanno dato un nome ed un cognome a chi pianificò e mise in atto la strage alla stazione di Bologna 43 anni fa, purtroppo c’è ancora chi cerca di gettare ombre, insinuare dubbi, depistare. Un’operazione meschina che diventa ancora più spregevole quando a farlo sono addirittura membri delle istituzioni e rappresentanti del Governo". "Bene ha fatto Paolo Bolognesi a scandire dal palco i nomi e i cognomi di chi ha contribuito a mettere in pratica l’attentato fascista di quarantatré anni fa, a chiamare in causa chi ancora oggi sta cercando di coprire i veri mandanti, anche all’interno delle istituzioni - ha continuato Piccinini. La verità non può essere dimenticata e per questo ci uniamo alla richiesta dell’associazione dei famigliari delle vittime affinché il lavoro della magistratura vada avanti senza condizionamenti di alcun genere".

Anche il leader del Movimento Giuseppe Conte ha commentato l'anniversario della strage sui social, specificando che: "Ancora oggi bisogna mantenere alta l'attenzione contro nuovi tentativi di inquinare la ricostruzione dei fatti e occorre il massimo sforzo per far emergere ogni frammento di verità".

Tweet di Giuseppe Conte sull'anniversario della Strage di Bologna-2

Sulla discussione è intervenuto anche Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera e capogruppo Pd in commissione Agricoltura: "È scandaloso che a 43 anni di distanza dalla Strage di Bologna ancora non si conosca la piena verità sui mandanti e che si continui a negarne la matrice fascista. Chi, come la premier Meloni e il ministro Piantedosi, continua a parlare di atto terroristico confermano ciò che diciamo da sempre. Non hanno fatto definitivamente i conti con la fiamma che portano nel loro simbolo".

Non si è risparmiata nemmeno Elly Schlein, segretaria del Pd, che a Repubblica ha dichiarato: "È una strage di matrice neofascista con intento eversivo. Su questo non si può tollerare alcun tentativo di riscrivere la storia". "Passi avanti importanti se ne sono fatti con il processo sui mandati - continua la segretaria Pd - ma non ci dobbiamo fermate perché non possiamo tollerare alcun tentativo di depistaggio ulteriore, ne abbiamo già visti troppi". 

L'ira della Lega e la posizione di Meloni

In risposta alle numerose dichiarazioni è intervenuto il consigliere regionale della Lega Daniele Marchetti: "Non si può utilizzare la Strage di Bologna per attaccare il governo", protesta l'esponente leghista, che questa mattina ha partecipato alle celebrazioni dell'anniversario dell'attentato alla stazione. "È un dovere ricordare e collaborare perché fatti del genere non accadano più. Ecco perché, ascoltate le parole del sindaco di Bologna Lepore, non si può stare zitti, i continui attacchi al governo sono indecenti" ha tuonato. 

Più pacata e istituzionale è invece stata la dichiarazione del viceministro delle Infrastrutture Galeazzo Bignami, FdI, che ha teso una mano a Nordio e si è posto in sua difesa dagli attacchi di Bolognesi: "Per tante ragioni sto dalla parte di Nordio e del governo: per affinità e per compagine, ma anche perché non ho visto malafede nelle parole di Nordio ("La strage di Bologna è una ferita aperta, accertata la matrice neofascista", ndr). Ho visto genuinità nelle sue valutazioni. Bolognesi ha ritenuto di esprimere valutazioni differenti, ma questo fa parte del normale contraddittorio e del gioco democratico". 

Sempre nel contesto delle celebrazioni della Strage, anche Giorgia Meloni ha rilasciato una dichiarazione: "Il 2 agosto 1980 il terrorismo ha sferrato all'Italia e al suo popolo uno dei suoi colpi più feroci. Sono trascorsi 43 anni ma, nel cuore e nella coscienza della nazione, risuona ancora con tutta la sua forza la violenza di quella terribile esplosione". E aggiunge: "Nel giorno dell'anniversario rivolgo ai famigliari il mio primo pensiero. A loro va vicinanza, affetto, ma anche il più sentito ringraziamento per la tenacia e la determinazione che hanno messo al servizio della ricerca della verità, anche attraverso le associazioni che li rappresentano, in costante contatto con la presidenza del Consiglio. Giungere alla verità sulle stragi che hanno segnato l'Italia nel Dopoguerra passa anche dal mettere a disposizione della ricerca storica il più ampio patrimonio documentale e informativo. Questo governo, fin dal suo insediamento, ha accelerato e velocizzato il versamento degli atti declassificati all'Archivio centrale dello Stato e li ha resi più facilmente consultabili, completando quella desecretazione che era stata avviata dai governi precedenti".

43° anniversario Strage Stazione: celebrazioni e corteo

La mozione di Fratelli d'Italia nel ricordo alla Camera

La Camera dei deputati ha ricordato le vittime della strage nella giornata dell'anniversario con una mozione presentata da Fratelli d'Italia. Il Pd ha votato contro la mozione e il deputato Andrea De Maria ha commentato: "Dispiace davvero che nella mozione del centrodestra non sia stata in alcun modo ricordata la matrice neofascista dell'attentato avete scavalcato a destra persino Ignazio La Russa. E dispiace anche che sia riproposta nei fatti la pista palestinese". Nella mozione Fdi si dice tra l'altro che "risulta ormai evidente l'esistenza di collegamenti internazionali del terrorismo italiano", citando la commissione Mithrokin, la commissione Stragi e il cosiddetto "lodo Moro" sull'accordo con palestinesi negli anni settanta".

Il centrosinistra ha quindi deciso di votare contro la mozione Fdi. Peraltro, in votazione oggi alla Camera c'era anche il documento presentato dallo stesso De Maria. L'aula ha approvato anche quello, ma stralciando due parti. Il Governo ha infatti dato parere negativo al passaggio in cui si riportano le proteste delle associazioni dei familiari delle vittime per la nuova composizione della commissione consultiva sulla desecretazione degli atti delle stragi. Bocciato anche l'impegno "ad adottare iniziative volte a garantire, per quanto di competenza, lo svolgimento sereno e senza interferenze dei processi, ancora non conclusi, riguardanti la stagione stragista che ha insanguinato l'Italia e ha visto collaborare insieme neofascisti, logge massoniche segrete ed agenti infedeli degli apparati di sicurezza". Per De Maria si tratta di un "impegno di grande valore", per questo il "parere negativo del Governo è estremamente grave".

Mollicone, dal canto suo, rivendica come l'obiettivo della mozione del centrodestra sia accelerare la declassificazione degli atti, la riforma del segreto di stato e la creazione di un archivio unico digitale dei documenti. "La nostra ansia di verità e la vostra sono condivise", assicura il deputato Fdi. Che poi rilancia l'idea di una nuova commissione d'inchiesta.

"Rispettiamo certamente le sentenze della magistratura - afferma - ma riteniamo fondamentale salvaguardare il giusto processo sempre e comunque. Non dobbiamo accontentarci nel cercare la verità storica e definitiva, non bisogna aver paura della Storia.
Ribadiamo il rispetto del lavoro dei magistrati, ma chiediamo di non mutilare i poteri costituzionali del Parlamento. Le commissioni d'inchiesta non devono inteferire coi processi, e non lo faranno, ma possono portare nuovi documenti e sviluppi fondamentali. Non è mai abbastanza lo sforzo nella ricerca della verità".

Per la leghista Laura Cavandoli, firmataria a sua volta della mozione, "non tutta la realtà dei fatti è stata ricostruita" e tutti i documenti ancora da desecretare "devono servire per ricostruire la realtà". In questo, da parte del Governo "c'è un grande impegno nella desecretazione e digitalizzazione - rivendica la deputata del Carroccio - questa attività può essere di grande utilità anche alle indagini della magistratura, che non sono ancora concluse". E ribadisce: "Vanno evitate le interferenze, ma anche le strumentalizzazioni. Serve un atteggiamento responsabile, per non fomentare atteggiamenti e violenze del passato".

Strage 2 agosto 1980, testimonianze e memoria

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